sabato 14 gennaio 2017

10 anni del commissario Cantagallo: da Lalli a Cavinato



     Il personaggio del commissario Cantagallo compare nel mondo editoriale nel novembre del 2007 grazie al direttore Antonio Lalli della Casa Editrice Lalli Editore di Poggibonsi, con i gialli «Dentro un vicolo cieco» (le indagini "di paese") e «Omicidio sotto il sole» (le indagini "di mare")
Nel novembre 2014, con gli ebook «Un vecchio tappeto persiano» (dei gialli "di paese") e «Segreto fra le righe» (dei gialli "di mare"), Fabio Marazzoli ha iniziato a pubblicare i gialli della stessa serie grazie al dottor Cristian Cavinato, della Cavinato Editore International di Brescia. Negli anni successivi sono seguiti altri gialli in ebook e cartaceo sempre pubblicati dallo stesso editore bresciano.

    Per la prima volta, nel 2014, il personaggio toscano del commissario Cantagallo varca i confini della sua regione d'origine per giungere in Lombardia nella città detta la "Leonessa d'Italia". Qui ripropone ciò che è piaciuto in Toscana: il carattere simpatico e caparbio, la tecnica d'indagine per comporre il "mosaico criminale", i preliminari con il logorroico vicario Bonadonna detto "Garçia", i confronti aspri a colpi di frasi latine e proverbi toscani con il Questore Zondadari detto "Zorro", e i suoi pranzi di lavoro al ristorante "Attanasio" con le passeggiate digestive lungo il fiume insieme a Bandino e Razzo. Cantagallo non è un solitario, non ama i cani sciolti e preferisce prendere le decisioni solo dopo averne parlato attentamente con la sua squadra. Tutti i ragionamenti criminali devono passare anche attraverso i colloqui con i suoi colleghi poliziotti, tanto abili quanto arguti ma sempre vicini alle persone del paese. Come lo è anche il loro commissario. Angelo Cantagallo infatti è "uno di noi" perché non solo è un ottimo poliziotto ma è anche un uomo apprezzato in tutto il paese per le sue doti umane. E a ricordarglielo c'è la vedova Valeriana Faraoni che ogni settimana cucina per i poliziotti del commissariato un piatto fragrante a sorpresa per pranzo.

    Cantagallo non ha solo una grande umanità ma anche un fiuto poliziesco particolare per scoprire i criminali. E ha anche una grande perspicacia per capire gli indizi dei crimini. Sembra strano, ma certe volte gli oggetti “parlano” a Cantagallo. Non in modo chiaro e udibile da tutti, certamente. Semmai ognuno di loro parla con un proprio linguaggio che deve essere bene interpretato, per essere compreso nel modo giusto. Ogni oggetto parla una lingua ai più sconosciuta, ma che può benissimo essere compresa da un abile investigatore. Un bravo poliziotto così è in grado di fare da “interprete” e può interpretare il significato di quello che un oggetto vuol dire. Sta al commissario e ai suoi uomini capire il linguaggio degli oggetti raccolti durante un'indagine, decifrarne il messaggio e scoprire il vero contenuto, che contribuisce alla soluzione di un omicidio. Perché ogni traccia, ogni prova parla con il suo linguaggio: questo è quello che ricorda ai suoi colleghi. Infatti gli oggetti della scena del crimine sono quelli che lui definisce come i "testimoni silenziosi". Cantagallo cerca sempre di migliorare la propria tecnica di analisi dei fatti criminali. Ogni pezzo del “mosaico criminale”, come dice lui, deve avere la sua collocazione precisa. Il commissario inquadra ogni crimine in quello che definisce come il “mosaico criminale”. Ogni indizio è come il singolo pezzo di un mosaico che deve essere composto per scoprire il colpevole. La tecnica d’indagine è particolare: è seguita ogni traccia e ogni indizio, che per Cantagallo costituiscono le tessere di un “mosaico criminale”. Completato il “mosaico”, l'indagine è risolta e l’omicida smascherato. Per rafforzare tale concetto, nel suo ufficio, dietro la scrivania, ha attaccato al muro una stampa della riproduzione del mosaico della “Battaglia di Isso”. Il mosaico ha un significato ben preciso perché rappresenta l’intelligente vittoria di Alessandro Magno sul re persiano Dario. Il persiano volle affidare la sua vittoria solo al gran numero di uomini, ma fu sconfitto perché la forza numerica si trasformò in una debolezza operativa. Alessandro Magno invece vinse con un minor numero di uomini grazie alla loro intelligenza e alla sua tattica. Questo è un concetto caro anche a Cantagallo che si è dotato di un piccolo “esercito” di pochi, abili e fidati colleghi. Per il commissario Cantagallo tutte le ipotesi devono essere suffragate da prove certe e incontrovertibili. Il commissario analizza i fatti nella sua "stanza da lavoro", il vero e proprio laboratorio investigativo del commissariato. Cantagallo cerca sempre di ricostruire il luogo in cui è avvenuto il crimine e prende in considerazione ogni piccolo dettaglio: visiona anche il filmino girato sul luogo del delitto per immedesimarsi meglio nella scena in cui si è svolto l’omicidio. Il commissario è molto attento al luogo del crimine: indossa sempre e fa indossare ai suoi colleghi guanti mono uso per le mani e scarpini in plastica sopra le scarpe, per non contaminare l'ambiente. Sulla scena del crimine si confronta con il medico legale e amico dottor Baglioni, detto "Stroncapettini", anche lui molto rigoroso nella salvaguardia del luogo in cui si è svolto un delitto. La tecnica d'indagine del commissario Cantagallo è infallibile e con un colpo di genio finale riesce sempre a incastrare il colpevole e a farlo confessare.

                  Ma questo e non solo questo fa parte delle indagini del commissario Cantagallo.

Della serie del commissario Cantagallo
pubblicati da Lalli Editore
 
Dentro un vicolo cieco
Omicidio sotto il sole
 
pubblicati da Cavinato Editore International
 
Un vecchio tappeto persiano
Segreto fra le righe
Lo sguardo nel buio
 La mossa del barbiere
La donna col medaglione
«Operazione Matrioska» per Cantagallo

        I prezzi dei gialli sono alla portata di tutti e li potete trovare nelle migliori librerie online.



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