sabato 21 gennaio 2017

Segreti e omicidi per Cantagallo: l'indagine di Castiglioni Marina


In questo secondo appuntamento settimanale vi propongo in lettura una parte interessante e centrale del giallo "Segreto fra le righe", ambientato nel paese di mare di Castiglioni Marina.
Il corpo di uomo è stato trovato morto sugli scogli della Punta San Bartolomeo, il piccolo promontorio scoglioso vicino al paese di Castiglioni Marina. 
Per l'incapace e borioso dottor Lanzara, che non è un medico legale ma solo il medio del porto, si tratta di una morte bianca sul lavoro come ne accadono tante in paese. L'incompetente e impresentabile maresciallo Guerra, della Stazione dei Carabinieri in paese, chiede un "controllino" al commissario Cantagallo perché in casi di delitti precedenti il dottor Lanzara non ci aveva mai capito nulla sulle cause della morte della persona trovata morta. Ma soprattutto perché vuole pararsi il didietro dai provvedimenti che prenderebbe il Comando di Rosereto nei suoi confronti, spedendolo in una caserma sempre sul mare, ma in Sardegna.
Anche in questo delitto, Cantagallo capisce che in quella morte c'è qualcosa di strano e che occorre scoprire la verità alla svelta, anche perché non vuole sprecare le sue ferie con le indagini dei Carabinieri del paese. L'ispettore Bandini, "Bandino", collega del commissario è anche lui a Castiglioni per fare le ferie e gli dà una mano. Anche il maresciallo Tompetrini, il vice di Guerra, lo affianca nelle indagini e gli indica di informarsi con il parroco della chiesa in paese che può essere al corrente di qualche segreto sulla famiglia dell'uomo trovato morto. 
Cantagallo, Bandino e Tompetrini decidono di andare a fare due chiacchiere col prete. 
E le sorprese non sono ancora finite per il commissario Cantagallo...

Buona lettura, con i gialli del commissario Cantagallo pubblicati da Cristian Cavinato della Cavinato Editore International di Brescia.

Ecco a voi l'estratto dal giallo.



"  I tre sembravano una delegazione ministeriale in visita ufficiale al segretario del Papa.
    «Buonasera don Massimo e “Sempre sia lodato” anche a lei. Siamo qui per sapere se è a conoscenza di fatti che riguardano la famiglia Corsi, quella del muratore morto. Lei aiuta le famiglie in crisi, i giovani disoccupati, gli anziani che hanno bisogno di compagnia. Molte persone si rivolgono a lei per avere un consiglio utile o solo per scambiare delle idee. Non nega mai un colloquio a nessuno. Se sa qualcosa della famiglia Corsi, ce lo dica. Può essere utile per capire se il Corsi sia stato ucciso da qualcuno che aveva dei conti in sospeso con lui.»
    Don Massimo rimase per qualche minuto in sacerdotale silenzio, rifletteva tenendo sollevati gli occhi verso l’alto.
    Bandino, da buon chierichetto osservante, si mise anche lui ad osservare lo stesso punto indefinito che fissava il prete. Ma l’espressione dipinta sul volto del buon chierichetto non era molto riflessiva, semmai abbastanza scocciata. Bandino, con un alito di voce, stava per dire religiosamente: “Ma che cazzo sta guardando?”.
    Cantagallo che del buon chierichetto conosceva anche l’animo da curato di campagna, avvezzo alla predica come alla parolaccia, troncò la domanda sul nascere e assestò, non visto dal prete, una gomitata nel fianco di Bandino proprio nell’istante in cui stava per aprire la bocca.
    Poi il sacerdote staccò lo sguardo dal soffitto e parlò.
    «Seguitemi in sagrestia, staremo più comodi» e si diresse verso il locale attiguo alla zona dell’altare della chiesa.
    La sagrestia non era una stanza molto grande. Sulla destra si aprivano altri due locali: uno, più piccolo, che doveva essere lo spogliatoio per i chierichetti e l’altro, più grande, che doveva servire al sacerdote per cambiarsi prima di officiare la messa. Sulla sinistra c’era una porta che immetteva in una specie di retro della sagrestia, dove un secondo accesso consentiva di entrare dalla parte retrostante della chiesa. Alle pareti della sagrestia c’erano dei mobili antichi, tutti ben tenuti, e la sagrestia era in un buono stato di manutenzione: sembrava che fosse stata ristrutturata da poco. Doveva essere stata imbiancata di recente perché si sentiva sempre l’odore d’imbiancatura sulle pareti.
    Cantagallo notò subito questo particolare, ma non volle dire niente.
    Tompetrini avvertì quell’odore e fece una domanda al prete.
    «Don Massimo, avete rinnovato tutto quanto? Si sente un odore di muri appena imbiancati.»
    «Sì, maresciallo» si affrettò a dire il sacerdote. «La scorsa settimana, in verità, ho fatto sistemare la sagrestia proprio dal povero Daniele. Daniele era un bravo muratore. Ha spostato tutti i mobili, ha stuccato i muri, ha imbiancato tutto e poi ha rimesso a posto tutto, da solo. Ha fatto proprio un bel lavoro. Ora la sagrestia sembra nuova. Avevo deciso di fargli fare questo lavoro perché Daniele aveva bisogno di lavorare. Conosco molto bene la famiglia Corsi, in verità.»
    Cantagallo e Bandino ascoltavano il prete in silenzio. Il prete era un uomo di poco più giovane di Cantagallo, più alto di lui, di corporatura robusta, possente e atletico, con una barba incolta e lunga che lo faceva assomigliare a un frate francescano: indossava dei sandali senza calze, proprio come quelli di Assisi. Sembrava una persona dinamica e attiva: un prete d’assalto per i moderni giovani d’oggi. Al collo aveva un cinturino porta-cellulare colore nero-tonaca con il suo telefonino appeso: modernissimo e ultrapiatto. Un piccolo ciondolo lucente era agganciato al telefonino e pendeva dalla parte alta. Cantagallo osservava incuriosito quell’oggetto, non riusciva a capire cosa fosse, poi lo capì. Era un segnalatore di telefonate in arrivo: s’illuminava quando arrivava una telefonata.
    E bravo il nostro prete tecnologico! Pensava il commissario. Appassionato di telefonini modernissimi e costosissimi, maniaco dei messaggini e con tanto di ciondolo avvisatore luminoso! Un prete senza dubbio al passo coi tempi, ma con quel cellulare al collo…
    Intanto il sacerdote proseguiva.
    «Per tornare a quello che mi chiedeva poco fa, in verità, le posso dire che la moglie di Daniele mi ha confidato che il marito, la sera dopo cena, usciva per andare al bar con gli amici, giocava a carte, frequentava persone poco raccomandabili, e beveva, con tutte le conseguenze che, in verità, ci possiamo immaginare tutti…»
    «Quali?» lo interruppe il maresciallo.
    «In verità, chi frequenta delle cattive compagnie percorre sempre la strada del peccatore» pontificò il prete. «Io penso che ieri notte delle persone poco di buono devono aver convinto il muratore a seguirlo su quel costone per delle faccende che non oso immaginare. Poi deve essere scoppiata una lite e quelli l’hanno buttato giù!» e concluse.

    E bravo il nostro prete cha fa pure l’investigatore! Pensava di nuovo il commissario. "




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