sabato 8 aprile 2017

Io, Cantagallo e il Questore, quello vero


Dopo la due giorni di ricette, rieccomi qua. 
Niente paura: né ricette, né piatti da preparare, ritorniamo all'antico.  
Stavolta si legge perché leggere è importante, non fondamentale. 
L'importate è leggere per distrarsi dalla monotonia quotidiana, estraniarsi dal tra-tran di tutti i giorni, portare la mente in altri luoghi e per altre strade, possibilmente più tranquille e meno assillanti di quelle reali. Comunque ognuno di noi deve essere libero di leggere ciò che vuole e, chi si diverte a farlo, di scrivere quello che si sente di scrivere. 

Proprio per questo, io da grande appassionato di libri gialli e da grande ammiratore dello scrittore Camilleri, un po' di tempo fa (sono già passati più di dieci anni, mi è venuto in mente di scrivere di un commissario che faceva il poliziotto nel paese dove vivevo, in un commissariato tale e quale a quello reale, ma con i nomi tutti cambiati. 
All'epoca ho avuto modo di conoscere i poliziotti e il vice commissario del vero commissariato di Poggibonsi, oltre ad aver fatto la conoscenza del Questore di Siena dell'epoca e del suo Capo di Gabinetto ed ex capo della Squadra Mobile di Siena. Una serie di incontri importanti con i veri uomini dello Stato che garantiscono la nostra incolumità anche a costo della loro vita. Quei pochi incontri mi fecero entrare in contatto con un mondo di persone che non conoscevo dal punto di vista umqno e devo dire che, secondo me, i poliziotti che ho conosciuto a Poggibonsi e a Siena non sono proprio come quelli televisivi, perlomeno i poliziotti toscani.  

L'incontro con il Questore di Siena fu molto particolare perché fui ricevuto nel suo studio e fu per me una grande emozione ascoltare le sue considerazioni. Fra le altre cose, gli feci delle domande per capire se il giallo, per certi aspetti tecnici della struttura gerarchica e delle attività svolte dai poliziotti del commissariato, fosse coerente con la realtà. Il Questore soppesò quello che gli chiesi e mi confermò che le cose scritte andavano bene. Come ultima cosa di quell'incontro, vi riporto quello che mi disse non appena ci salutammo, in funzione del fatto che aveva letto il giallo "Dentro un vicolo cieco" che gli avevo fatto recapitare tramite il commissariato.

"Certo, Marazzoli, a questo suo questore gli fa fare proprio una figura da cretino", mi disse il Questore di Siena. 
"Dottore, mi scusi ma non volevo proprio. Solo che nella finzione del libro giallo...", e mi incominciai a preoccupare.
Poi il Questore di Siena cambiò espressione e mi sorrise, stringendomi la mano. 
E mi rilassai, spiegandogli le motivazioni per cui a un Questore "cretino" doveva per forza corrispondere un commissario "intelligente", escludendo rigorosamente i presenti sul territorio senese. 
Si congratulò con me per il libro e fui veramente onorato di essere stato ricevuto nel suo ufficio personale
 
Quindi, dopo aver ricevuto l'OK nientepopodimeno che dal Questore di Siena, uomo carismatico e particolare ma al tempo stesso dotato di una grande energia e di una simpatia a prima vista, pensai di dover fare la cosa giusta e di continuare a scrivere i gialli di Cantagallo.


Ricordo, per dovere editoriale, che nei gialli del commissario Cantagallo, pubblicati da Cristian Cavinato della Cavinato Editore International di Brescia, oltre alla intrigata trama di un delitto da dipanare trovate tanto altro di più. 

Buona lettura con i gialli del commissario Cantagallo. 
P.S. Leggete quello che vi pare, basta che leggiate.
Ma ricordate sempre che: 

"Leggere i gialli di Cantagallo 

non è un dovere 

ma è un piacere per l'autore 

(e per l'editore)". 

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