sabato 29 aprile 2017

Marazzoli presenta Cantagallo: il "TAPPETO"




Come promesso, oggi vi parlo del primo giallo della nuova serie dei gialli che dal 2014 sono stati pubblicati da Cristian Cavinato della Cavinato Editore International di Brescia. Inizio con una presentazione del giallo "UN VECCHIO TAPPETO PERSIANO", un'indagine di paese che si svolge a Collitondi, località toscana nelle zone del Chianti. Fornisco alcuni particolari del commissario Cantagallo e certe indicazioni sul suo modo di essere che spero vi siano graditi. Cominciamo.

«Il commissario Cantagallo, nell’indagine di paese del giallo “Un vecchio tappeto persiano”, è alle prese con il delitto di due ladruncoli che dopo aver derubato vari oggetti in due case sono stati fatti fuori dal mandante dei furti, a quello che sembra. I corpi sono stati trovati in un piazzale della zona industriale, poco fuori il paese. Quando Cantagallo arriva sul posto, suppone che chi ha ucciso i due ladruncoli abbia portato via della merce rubata. Dentro un furgone usato dai ladri per compiere i furti e vicino ai corpi, viene rinvenuta della refurtiva ma non tutta. Il ritrovamento, nel cruscotto, delle liste di determinati oggetti da rubare, fa supporre a Cantagallo che il furto sia stato commissionato da qualcuno. Mancano gli oggetti di valore e i tappeti pregiati. Un tappeto però è stato lasciato nel furgone. Come mai? Perché non è stato portato via insieme agli altri tappeti? E perché proprio quel tappeto? Inizialmente si scontra col Questore perché la Questura vuole insabbiare la vicenda a tutti i costi. La Questura non la reputa importante da giustificare tutto lo spiegamento di uomini e di mezzi del commissariato, ma soprattutto perché il Questore è distratto dall’imminente Palio dei Somari. Un elemento che contribuisce a deteriorare i rapporti fra il commissario e il Questore è proprio il famoso Palio dei somari che si tiene a Castronuovo, la città del Questore, a metà luglio e a metà settembre di ogni anno. In queste occasioni il Questore è difficilmente reperibile e non ne vuole sapere di altri impegni. Fornisce, tramite il vicario Bonadonna, delle scuse improbabili oppure accorda riunioni lampo a causa delle difficoltà nello svolgere il ruolo di capitano della nobile contrada del Gavone. La contrada non vince da molti anni per la totale incapacità della contrada di avere un somaro e un fantino almeno decenti. Il Questore invece ribatte lamentando i soliti, quanto inesistenti, giochi di potere delle altre contrade, soprattutto della sua acerrima e secolare nemica: la contrada Porta Nuova.  Il Questore in questo momento è impegnato nella scelta delle monte dei somari in occasione del Palio della Madonna del Monte Carmelo che si tiene il prossimo 16 luglio e non vuol sapere altro. Il Questore è determinato e non accetta altre soluzioni. Per lui, i due ladruncoli, rubando nella zona dove operano i criminali delle bande balcaniche che svaligiano le ville, hanno compiuto un errore madornale che è costato loro la vita. È assolutamente certo, che sia stato proprio questo sgarro a far scattare la molla dell’omicidio dei due ladruncoli. I criminali balcanici hanno prelevato dal furgone gli oggetti più preziosi e si sono dati alla fuga, facendo perdere le loro tracce. Gli oggetti rubati sono già stati smerciati ai vari mercanti d’arte dell’Est europeo, senza alcuna possibilità di recupero. Gli assassini sono già espatriati e se la godono nei loro harem coatti oltre frontiera. La Questura Centrale archivierà il caso come “omicidio maturato nell’ambiente delle bande balcaniche dei ladri delle ville commesso da ignoti professionisti d’origine slava che sono espatriati sfuggendo alle maglie dell’Interpol”. Il Questore rafforza il suo concetto proclamando frasi latine ad effetto, non comprese dal commissario. Cantagallo non ci sta a vedere insabbiata l’indagine e non ce la fa ad ascoltare la solita tiritera delle frasi latine ad effetto del Questore. Al solito, tiene la linea dura e controbatte al Questore. Non tanto perché crede alla sua ipotesi di un furto commissionato ma soprattutto perché non vuole darla vinta a quell’uomo borioso e pressappochista. Cantagallo spiega che molti fatti a sua disposizione indirizzano la pista investigativa verso il mondo della ricettazione di oggetti antichi e preziosi. Senza ombra di dubbio. Poi preme sul tasto dell’immagine pubblica della Questura e di quello che potrebbero pubblicare i giornali se si venisse a sapere che l’ipotesi delle bande balcaniche è pura fantasia. Il cronista d’assalto, Battista Mazza, fra l’altro cugino del capitano della contrada Porta Nuova, ne approfitterebbe per inzupparci il pane e fare un articolo verità che metterebbe la Questura in ridicolo e il Questore alla gogna. Cantagallo coglie il segno e ottiene che gli si affidata quell’indagine che sembra apparentemente semplice. Successivamente, però, tutto si complica e gli eventi prendono una brutta piega. In paese accadono altri due omicidi e il commissario, in un primo momento, crede che non siano collegati a quello dei due ladruncoli. Ma poi si deve ricredere e ripercorrerà i suoi passi per prendere la strada che lo porterà dall’omicida. Cantagallo fa tutti i passi giusti per raggiungere il colpevole perché il suo amico persiano gli ha detto: “Allunga il passo secondo la grandezza del tuo tappeto”. Cosa aspettate a leggere il giallo del commissario Cantagallo? Buona lettura».
                                                                                       Fabio Marazzoli
  

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