domenica 14 maggio 2017

Marazzoli presenta Cantagallo: il "VICOLO"




Oggi facciamo un passo indietro perché vi parlo del primo libro, della prima serie dei gialli del commissario Cantagallo, che nel 2007 è stato pubblicato da Antonio Lalli della Lalli Editore di Poggibonsi. Questa è la presentazione del giallo "DENTRO UN VICOLO CIECO", un’indagine di paese a Collitondi. Fornisco alcuni particolari del commissario Cantagallo e certe indicazioni sul suo modo di essere che spero vi siano graditi. Cominciamo.

«Il commissario Cantagallo, nell’indagine di paese del giallo “Dentro un vicolo cieco”, che è anche il primo giallo della serie di Collitondi, è alle prese con una serie di misteriosi delitti che accadono in un vicolo cieco nel centro del paese. Un muratore albanese è stato ucciso a colpi di coltello da un brutale omicida che sembra giocare a “gatto col topo” col commissario. L’assassino mette in difficoltà Cantagallo che deve svolgere un’indagine minuziosa per scoprire il colpevole. Pochissime tracce e nessun testimone: questo è il pane quotidiano di Cantagallo che si muove nel mondo del lavoro nero dell’edilizia e degli extracomunitari del paese. Il commissario è convocato d’urgenza in Questura dove gli viene comunicato che in quell’indagine deve essere subito sgombrato il campo da incertezze e da indecisioni. Il caso dell’albanese morto deve essere risolto in breve tempo perché i fatti che coinvolgono extracomunitari non piacciono al Questore Zondadari. Il Questore ha già pronta la sua ipotesi investigativa sui fatti accaduti. Il delitto è maturato nell’ambiente della prostituzione di Collitondi. Uno sgarro di un uomo albanese ad un pappone, suo connazionale, ha fatto scattare la molla dell’omicidio. Il pappone albanese è scappato, facendo perdere le sue tracce. Senza ombra di dubbio è già espatriato e se la gode nel suo harem coatto oltre frontiera. La Questura archivierà il caso come “omicidio maturato nell’ambiente albanese della prostituzione di Collitondi, commesso da ignoti professionisti d’origine slava, che sono espatriati, sfuggendo alle maglie dell’Interpol”. Commissario ascolta ma non ci sta a mettere il bollo tondo all’ennesimo tentativo d’insabbiamento delle indagini svolte dal suo commissariato. Controbatte la tesi strampalata del Questore che alla fine gliela dà vinta perché deve soccombere alle giustificazioni del commissario Cantagallo che non ne vuole sapere di queste famigerate bande d’origine slava e di papponi dell’Est, che non esistono nemmeno a Collitondi. Cantagallo dopo una violenta discussione col Questore si riprende l’indagine e va avanti. Il commissario abbandona volentieri le discussioni, ma non rinuncia alla buona tavola. Abitualmente, insieme ai colleghi Razzo e Bandino, mangia al ristorante “Attanasio”, dove i piatti squisiti e l’accoglienza della proprietaria sono il migliore biglietto da visita della rinomata struttura gastronomica cittadina. La buona cucina paesana non distrae Cantagallo che con la sua esperienza e la sua squadra riesce a venire a capo della vicenda. La pista investigativa del commissario è sinuosa e accidentata: tutta “poggi e buche”, come dicono in paese. Siccome in paese, si dice anche che: “poggio e buca fanno piano”, la strada alla fine si spiana per il commissario Cantagallo. Un particolare attira l’attenzione del commissario e da questo Cantagallo risale ai motivi dell’accaduto e ai tanti fatti che sono collegati fra loro. Tutto è risolto con un colpo a sorpresa del commissario. Le sorprese non sono finite. L’ultima attende Cantagallo proprio nel vicolo San Giorgio. Come direbbe il Questore Zondadari: “Dura lex sed lex… a Collitondi”. Cosa aspettate a leggere il giallo del commissario Cantagallo? Buona lettura».
                                                       Fabio Marazzoli 


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