domenica 10 giugno 2018

I gialli... per piacere

Oggi ho mandato in giro un po' di inviti per mettere "MI PIACE!" ai miei due personaggi.

I gialli del commissario Cantagallo e dell'investigatore Tombolo sono stati scritti non per ma per piacere, Per interessare i lettori a due nuovi personaggi della editoria gialla di genere ma neanche poi tanto, perché una mia amica lettrice mi ha detto che: "Oltre al giallo c'è molto di più!". Proprio per questo vi invito a leggere i gialli dei miei due personaggi per poi farmi sapere se vi sono piaciuti.

Grazie a tutti quelli che vorranno leggere, che hanno già letto e che per questo (spero) vogliano mettere un "MI PIACE!" sulle pagine facebook dei protagonisti dei gialli pubblicati da LFA PUBLISHER E CAVINATO EDITORE. 






Un Giudice da sopportare

Nel nuovo giallo speciale "UNA TEMPESTA NELLA TAZZINA" il commissario Cantagallo per la prima volta si confronta con il Giudice Ferruccio Fontanarosa, sempre indaffarato in casini internazionali, dice lui, che richiedono urgentemente la sua presenza fuori dalla Procura di Castronuovo e alla larga dalle indagini del commissariato di Collitondi, per le quali delega costantemente il Questore. 
Ma che tipo era il Giudice? 

Il dottor Ferruccio Fontanarosa era un ometto sulla cinquantina, basso, mingherlino, capo a punta, gambe corte, antipatico e sempre accigliato. Tutto precisino e inappuntabile sembrava che gli avessero dipinto addosso i vestiti da come gli stavano bene e senza una grinza che fosse una. Fontanarosa sembrava una macchietta: si muoveva a passo veloce per gli scatti rapidi delle sue gambette corte che, a passo normale, non gli avrebbero permesso di fare molta strada. Il quadro del personaggio era completato da una vasta stempiatura mascherata da un largo riporto di capelli tinti di colore nero carboncino e un paio di occhiali neri con le lenti spesse dovute alla miopia. Gli occhiali e le sue frasi ripetitive: "Mi dia retta, Cantagallo, gli indizi si devono guardare a quattro occhi", gli avevano fatto guadagnare da parte di Cantagallo il soprannome di "Quattrocchi".  Aveva pochi contatti con il Questore Zondadari. Con il commissario rarissimi e non conduceva mai in prima persona le indagini che interessavano il commissariato di Collitondi. In questo frangente si faceva sostituire dal Questore. Quindi, come diceva sempre Cantagallo, invece di essere il "Sostituto Procuratore" era il "Sostituito Procuratore" di Castronuovo.  Così stavano le cose e Cantagallo si era adattato di malavoglia a quell’andazzo. A parte questo, il commissario sapeva che, normalmente, il Giudice era un tipo calmo e paziente ma quando gli facevano perdere la calma non ce n’era per nessuno.
In questa indagine però il Giudice Fontanarosa non si può tirare indietro anche perché è stato coinvolto direttamente dai massimi livelli del Ministero dell'Interno. Il Giudice si reca immediatamente sul posto dove sarebbe accaduto il delitto insieme al Plenipotenziario e con un Cantagallo che non sa che pesci prendere. Proprio per questo il Giudice spiega la situazione nei minimi dettagli al commissario. 


    Fontanarosa s’indispettì dell’atteggiamento del commissario e lo mise a tacere.
    «È proprio questo il punto, Cantagallo! Come vede non mi ascolta e va per la sua strada, lo dice sempre anche il Questore! Gliel’ho detto anche dall’elicottero ma evidentemente non mi ha ascoltato!»
    «Non è che non l’abbia ascoltata, non l’ho neppure sentita con tutto quel casino infernale di quel troiaio inglese a pale!»
    «Dettagli insignificanti. Veniamo al dunque, ricapitoliamo. Lady Elizabeth Wilkinson ha denunciato all’ambasciata inglese a Roma la misteriosa scomparsa di suo marito Sir Reginald Blueberry, diplomatico inglese che ha il suo buen retiro in questa villetta di campagna. Lady Wilkinson non sente Sir Reginald da ieri mattina ed è molto in ansia.»
    «Perché è stata coinvolta l’Interpol?»
   «In breve, un diplomatico inglese è misteriosamente scomparso, un prezioso quadro fiammingo è stato rubato e un antico kit anti-vampiro ha preso il volo. Ma non è tutto, ora le spiego tutti i dettagli. La vicenda parte dalla Romania.»  
    Fontanarosa spiegò che l’Interpol era stata incaricata di recuperare un kit anti-vampiro di fine 800 in legno che conteneva un quadretto fiammingo del 600 di grande valore, dove era raffigurato un Cristo in croce opera di un anonimo pittore fiammingo, appunto. Il kit anti-vampiro era stato rubato due mesi prima nella città di Brasov in Transilvania, nella villa dell’imprenditore Silviu Constantinescu che navigava in cattive acque. Dai primi accertamenti eseguiti dall’Interpol, erano state acquisite informazioni in relazione al possibile fallimento dell’azienda “Rasov” del Constantinescu che era in crisi. L’azienda produceva bombolette di schiuma da barba che venivano esportate in Groenlandia, con poca fortuna di vendite. Le temperature polari di quel paese facevano ghiacciare il prodotto nelle bombolette prima ancora che arrivassero sugli scaffali dei negozi e dopo l’acquisto ne usciva solo un gas bianchiccio che irritava i clienti e faceva andare a picco le vendite. Il kit anti-vampiro era antico ma non aveva un grande valore, forse diecimila leu pari a duemila euro, ma il quadretto fiammingo valeva almeno dieci milioni di leu, pari a circa due milioni di euro. Tale cifra era stata dichiarata dallo stesso Silviu Constantinescu che aveva assicurato il quadretto in Romania per lo stesso valore con la società assicurativa “Bucaresti Asigurari Reala” di Bucarest. Il coinvolgimento dell’Interpol era giustificato dal fatto che l’autore del furto era l’inafferrabile ladro internazionale rumeno Silvestru Poiescu, ancora latitante e ricercato in tutta Europa.

Questo e non solo questo è "UNA TEMPESTA NELLA TAZZINA" il nuovo giallo in EDIZIONE SPECIALE del commissario Cantagallo che è stato pubblicato da Lello Lucignano della LFA Publisher di Caivano (Napoli).