venerdì 23 luglio 2021

Giallo di una notte di mezza estate

Dopo un bel po’ di tempo mi riaffaccio sul blog per una riflessione sulla nuova indagine del commissario Cantagallo pubblicata dalla LFA Publisher di Napoli con il libro "UNA NOTTE DI SETTEMBRE". In questa nuova indagine il poliziotto si trova in una posizione scomoda. Ma perché? Perché deve indagare non dal commissariato ma da un luogo che ha poco a che fare con le persone vive e non gli piace per niente. Si troverà a parlare delle indagini con i suoi uomini di notte e in una notte di mezza d’estate dovrà prendere una decisione per attirare nella trappola il colpevole dei delitti che somiglia molto a un serial killer. C’è però anche qualcun’altro di cui si deve preoccupare il commissario Cantagallo e che i suoi uomini stanno cercando di scovare da qualche giorno: un criminale molto pericoloso che lo vuole uccidere.

Ecco a voi in lettura un estratto del libro.     

 

 

Anche quella sera, come ormai facevano da parecchi giorni, Bandino e Razzo si erano dati appuntamento alle nove al cimitero, nei pressi della cappella funeraria della famiglia Giallombardo. Lì era stata deposta temporaneamente la bara di Cantagallo, nell’attesa che si concludessero i lavori di ampliamento del cimitero e fosse pronto il loculo definitivo per il commissario. Anche nella cappella Giallombardo c’erano dei lavori in corso ma almeno era già pronta per metà. In quel periodo i muratori non c’erano perché l’impresa doveva concludere dei lavori urgenti fuori paese. Avevano protetto l’entrata davanti con delle assi di legno e un telo verdognolo per parare la vista dell’interno, dove sulla destra c’erano quindici loculi già pronti in marmo bianco, di cui in uno vi era la bara del commissario coperta da una lastra di marmo. I poliziotti si erano accordati col custode del cimitero per poter entrare in qualsiasi momento per accedere alla cappella per ragioni di sicurezza. I fatti di cronaca dove certi delinquenti avevano rubato la bara di persone importanti per poi chiederne il riscatto doveva far riflettere. Così il custode, temporaneamente, aveva dato ai poliziotti una doppia chiave. I poliziotti per fare i loro controlli giornalieri sarebbero passati da una sorta di porta posticcia fatta con assi di legno che sbarrava l’entrata posteriore della cappella e che era stata fatta dai muratori per lavorare meglio all’interno.  

    Razzo e Bandino erano lì da un po’. Avevano delle bustone di carta in mano e aspettavano qualcuno.

    «Ma quando arriva Baccio?» chiese Razzo.

    «Mi ha messaggiato, cinque minuti e arriva.»

    Baccio arrivò trafelato con delle borse della spesa.

    «Scusate il ritardo, ma ho trovato la coda all’alimentari.»

    I poliziotti si guardarono intorno per sicurezza. Era già scuro e non c’era nessuno in giro. Anche il custode usciva alle otto di sera e fino alle otto del giorno dopo non si rivedeva. Aggirarono la cappella, bussarono alla porta posticcia, entrarono.

    Un uomo con delle ampie fasciature al fianco e alla spalla sinistra era seduto dolorante su un lettino.

    «Credevo che non venivate più. Stavo per chiamarti, Baccio.»

    «Colpa mia, ho trovato la coda all’alimentari.»

    «Che c’è di buono?»

    «Il solito del lunedì. Spaghetti all’amatriciana, polpettine di manzo al rosmarino e fagiolini rifatti al pomodoro. L’acqua e il vino ci sono. Per tre o quattro giorni bastano, e anche la frutta c’è. Giusto?»

    «Giusto. Questo frigo piccolino dei muratori è un portento. Attaccato a quella prolungona che lo collega alla luce generale dei locali del custode, fa veramente comodo. E poi con la doppia spina posso accendere la stufetta elettrica per scaldare l’ambiente e fare luce con la lampada da cantina che mi hai portato.»

    Baccio disponeva le cose da mangiare su un tavolino da giardino mentre Bandino e Razzo prendevano i vestiti sporchi e lasciavano quelli puliti attaccati alle grucce di un appendiabiti da negozio con le ruote, preso in prestito da un loro amico negoziante.   

    Baccio tolse della polvere da una sedia comoda, imbottita e robusta che era davanti al tavolino imbandito.

    «Si metta a sedere qui, non sarà un granché ma almeno non le duole la schiena se continua a stare tutta la sera su quel lettino di fortuna.»

    «Intanto, ci dormo proprio bene, ci riposo e mi rilasso» si alzò e si diresse verso la sedia facendosi sorreggere da Bandino che poi gli chiese.

    «Stroncapettini, si è fatto vivo?»

    «Sì, mi ha chiamato stamani per sapere come stavo. Ripasserà per vedere con i suoi occhi se gli dico il vero. In commissariato? Niente nuove, buone nuove?»

    «Per niente buone nuove. Sta di fatto, che il Questore ha passato a Spagnuolo l’omicidio di una donna straniera bionda che, dopo averla ammazzata, le hanno bruciato mezzo viso. Il cadavere è stato trovato nella zona nascosta degli orti lungo la pedonale che va al Campino. Poi c’è un altro fatto nuovo, di minima importanza. Sul luogo del delitto niente più Bentivoglio e Buongusto, che tanto facevano da comparse. D’ora in avanti ci mandano un ispettore tecnico della Scientifica, il dottor Pacifico. Un tipo vecchiotto che è più scorbutico di Stroncapettini e che deve essere anche più rompicoglioni. Lo conosce?»

    «Questo Pacifico è la prima volta che lo sento nominare. Fa comunque piacere sapere che avremo un collega scientifico fisso con cui lavorare sul luogo del crimine.»

    «Per il resto, solito silenzio su tutta la linea di Spagnuolo, che si muove senza nemmeno consultarci. Meno male che abbiamo l’ispettrice Cuomo che ci tiene informati quando glielo chiediamo.»

    «Voi tenetemi informato, così almeno ragiono su qualcosa in questo schifo di posto, con tutto il rispetto per i presenti anche se assenti in quanto defunti. Di quell’altra cosa?»

    «Niente. Ci sono sempre i posti di blocco intorno al paese ma per ora niente di niente. Se è nei dintorni non si muove perché è in un posto sicuro, anche se sono parecchi giorni che è alla macchia.»

    «Un tipo come quello deve essere bene addestrato a sopravvivere in condizioni precarie e nascondersi nelle nostre campagne non deve essere difficile per lui. Deve aver trovato il modo di procurarsi da mangiare e bere. Pensavo questo, bisogna stare molto attenti a qualsiasi fatto strano che può accadere perché…»

    «Ma non aveva fame? Gli spaghetti diventano una palla!»

    «Hai ragione e poi a pancia piena si ragiona meglio.»

 

 

Questo e non solo questo è "UNA NOTTE DI SETTEMBRE" il giallo di paese del commissario Cantagallo pubblicato dalla LFA PUBLISHER di Napoli.

Il giallo è nelle librerie di Napoli e in tutte le librerie online.

Il giallo di Cantagallo è in vendita anche qui

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