LA RECENSIONE DI ALESSANDRA PER
"IL CLUB DELLE LETTRICI COMPULSIVE"
Ecco la splendida recensione inaspettata della gentile e Compulsiva Alessandra direttamente dal blog "Il Club delle Lettrici Compulsive" su Pianeta Donna dove, con la supervisione dell'altra lettrice Compulsiva Sara, è stata inserita in un post del loro seguitissimo e strabiliante dopo che aveva letto il mio libro giallo "UNA FILASTROCCA DI CRIMINI E DELITTI", un caso della costa dell'investigatore Tombolo.
In settimana, Alessandra,
una signora o signorina che fa parte de “Il Club
delle Lettrici Compulsive” che è un blog seguito da tantissime lettrici e
tantissimi lettori del rotocalco web Pianeta
Donna, ha fatto una splendida recensione del libro giallo dell’ultimo caso
dell’investigatore Tombolo dal titolo è "UNA FILASTROCCA DI CRIMINI E
DELITTI", giallo che vi ricordo nel 2019 è stato pubblicato dalla casa editrice LFA PUBLISHER di Caivano in provincia
di Napoli.
Prima di
tutto ringrazio anche da qui Alessandra e Sara per la recensione, come ho fatto
in precedenza tramite i canali di Instagram e Facebook, dove è apparsa la
pubblicazione dell’avvenuta recensione.
Poi vi dico
che le signore o signorine de “Il Club delle Lettrici Compulsive” sono
delle simpatiche lettrici che hanno nel sangue la compulsione della lettura. In pratica, come dicono loro sul blog, sono
giovani donne tutte amiche e unite da un’unica passione: i libri. Vediamo
cosa dicono di loro stesse sul blog.
“Tutto nasce così, per caso, quando ci siamo
ritrovate a parlare di libri in un gruppo, poi qualcuno ha pensato e abbiamo
deciso che il gruppo di Facebook non era sufficiente per tutto quello che
avevamo da dirci, da raccontarci, da condividere. Siamo passate, quindi, a
sentirci anche su Whatsapp,
fino a diventare quasi indispensabili l’una per le altre. La nostra amicizia si
è andata consolidando sempre di più, finché, un giorno, qualcun altro ha
pensato di nuovo. Nasce così il nostro blog letterario: Il club delle lettrici
compulsive, perché noi siamo questo, e molto altro ancora.”
La gentile Alessandra
ha letto il giallo di Tombolo e tramite la sua collega Compulsiva Sara mi ha
fatto una splendida sorpresa inaspettata. La recensione che è stata scritta sul
loro blog è la seguente.
“Marino
Tombolo è un investigatore privato quarantenne, dal fisico appesantito e dalla
mente brillante, che usa un linguaggio a volte ironico, a volte burbero e
scurrile, ma sempre diretto e genuino. Il caso da risolvere, anzi, i casi
inizialmente non hanno proprio nulla in comune e il nostro detective
all’italiana dovrà destreggiarsi tra mille indizi e poche prove per capire come
risolvere i vari enigmi che gli vengono presentati. I personaggi sono ben
delineati, spesso macchiette da commedia, alcuni rivelano, però, uno spessore
inaspettato. Spaccabellezze è un luogo fittizio, ambientato nella costa sud
della Toscana, ma racchiude varie figure che si possono trovare in qualsiasi
città marittima d’Italia. Proprio qui si snodano le vicende che l’investigatore
Tombolo dovrà affrontare per risolvere al meglio i casi che alcuni strani
cittadini gli chiedono di sgarbugliare. Già, sgarbugliare è proprio la parola
giusta, perché un groviglio di situazioni apparentemente inverosimili darà vita
a una vero e proprio caso, dove non ci sarà niente da scherzare. Omicidi,
furti, organizzazioni malavitose e tanto altro, dove non sono coinvolti soltanto
gli abitanti autoctoni del luogo, ma anche alcuni cittadini cinesi, che saranno
immischiati in affari in cui Marino Tombolo dovrà investigare. Tombolo non è
solo, il suo aiutante-ombra, Prospero Buontempo, ex cuoco di ristorante che ora
lavora a domicilio, lo aiuterà attivamente nella risoluzione dei casi, mentre
nella vita privata, la sua quasi fidanzata Rossella Sirena ci darà un quadro
divertente e anche sentimentale della quotidianità dell’investigatore, come
uomo e amante. Così come i buoni che fanno i buoni, le autorità sono viste in
maniera negativa. Persone messe a caso a ricoprire ruoli importanti che però
non hanno conquistato con il merito. Il comandante Busonero, su tutti, e il
sindaco di Spaccabellezze, pure. Ruoli fondamentali, ma che nel racconto non
danno nulla e non fanno il loro dovere. La storia è complicata e i fatti si
snodano uno dopo l’altro, mentre il lettore entra in sintonia nella mente del
detective Tombolo, come per aiutarlo a risolvere i misteri del libro.
Si fa il tifo per quest’uomo comune
dalle mille risorse, che tira fuori un acume particolare nei momenti dove serve
davvero fare la propria parte.
Gli argomenti
affrontati sono molteplici e anche seri, ma non posso scoprire troppo le carte,
trattandosi di un giallo. Ho apprezzato lo stile narrativo e i dialoghi
ironici, quasi comici, che hanno dato freschezza alla storia. Non ho potuto
fare a meno di immaginare le scene che stavo leggendo, come se fossero un film
in tv, pertanto, mi sento di consigliare questo libro, senza dire altro, per
non togliere la curiosità che deve sempre caratterizzare un racconto mystery.”
LA RECENSIONE DI SIMONA PER
"SALOTTO DEI LIBRI"
Eccovi la bella recensione della gentile Simona che è stata inserita in un post del suo intrigante e accattivante sito internet "Salotto dei libri" dopo che aveva letto il mio libro giallo "LA MOSSA DEL BARBIERE", un'indagine del commissario Cantagallo.
Buongiorno a tutti, carissimi!
Oggi – probabilmente – vi stupirò parlandovi di un libro che non rientra propriamente tra i generi letterari che prediligo. Nonostante ciò ho avuto modo di scambiare due chiacchiere con l’autore, Fabio Marazzoli, una persona gentilissima e molto affabile e ho deciso di dare un’opportunità al suo giallo che vede come protagonista l’arguto commissario Cantagallo.
Che dirvi di questo breve romanzo? Innanzitutto ho apprezzato la scelta dell’autore di non appesantire il suo libro inserendo pagine in più che sarebbero risultate inutili. In poche pagine Fabio Marazzoli è riuscito a concentrare una storia ben pensata e ben riuscita, in grado di catturare decisamente l’attenzione del lettore. I personaggi sono molti, ovviamente quello che più risalta agli occhi è Cantagallo, un commissario che si dedica anima e corpo al proprio lavoro, un commissario che oltre a rappresentare una figura importante a livello del paesino di Collitondi è anche una persona estremamente umana, e cerca sempre di analizzare i casi che gli si presentano insieme alla sua squadra, perché come dice anche lui, un buon commissario è tale perché al suo fianco ha un team meritevole. Ed è effettivamente così: tutti sono utili e tutti contribuiscono a dare una svolta alle indagini.

Ne ” La mossa del barbiere” Cantagallo si ritroverà a dover risolvere un omicidio e un rapimento, e ad aiutarlo inizialmente c’è solo un misterioso filo bianco. Non mi soffermo a parlarvi della trama, perché il romanzo è piuttosto breve e non vorrei svelarvi dei dettagli fondamentali e rovinarvi il gusto della lettura. Vi parlo di quelle che sono state le mie opinioni in merito all’indagine che ho letto. Innanzitutto mi è piaciuto tantissimo il modo in cui Marazzoli ha delineato il suo commissario, mi piace l’atmosfera che ha creato all’interno del romanzo, un’atmosfera ricca di complicità e affetto. Oltre ad essere indubbiamente un giallo questo romanzo breve è anche altro, perché nel suo piccolo racconta le scene di vita quotidiana del commissario: dalla famiglia alla vicina di casa troppo prorompente, dal rapporto con i colleghi a quello con i compaesani. Leggendo ” La mossa del barbiere” ho provato una sensazione di totale connessione con la realtà e sono riuscita ad immaginare molto vividamente ogni singolo personaggio, come se fosse una persona reale e non il frutto di una fantasia dell’autore. Ho apprezzato tantissimo la sottile ironia che caratterizza tutto il romanzo, in particolare per quanto riguarda i confronti tra Cantagallo e il Questore, oppure con le simpatiche vecchiette Adua e Ada ( Da non confondere assolutamente XD)!
I motivi per cui ho apprezzato il giallo di Fabio Marazzoli sono molteplici, ho gradito molto l’introduzione di alcune ricette all’interno della storia, in particolare una mi ha fatto molto gola ( Strozzapreti allo speck e peperoni, gnam!) e mi è piaciuto anche l’inserimento di vari spunti alla letteratura – come ad esempio il mito greco di Arianna e Teseo, o il riferimento al V Canto dell’Inferno dantesco.
Insomma, come avrete capito oltre all’indagine c’è molto di più. Ci sono tante piccole scene di vita quotidiana messe insieme, c’è complicità, rispetto, affetto e ironia, tutti elementi che mi hanno spinta ad apprezzare a pieno il lavoro di questo autore.
Sapete tutti che non sono un’amante dei gialli e dei polizieschi, ma sono contenta di avere scelto di dare un’opportunità alla storia di Marazzoli, perché ora – a lettura terminata – posso dirvi che ne è valsa la pena. Non entro in merito allo stratagemma scelto dall’autore per inscenare l’omicidio/rapimento ( non avendo letto molti altri gialli non ho assolutamente termini di paragone e quindi non mi sento di possedere le giuste competenze per poter affrontare il discorso), in ogni caso ai miei occhi è sembrato ben calcolato e coerente, e la svolta finale dell’indagine ha dato quel tocco in più al tutto che di sicuro va a favore dell’autore.
Per la recensione di oggi è tutto. Il mio voto è di 7.5/10, e consiglio la lettura del libro anche ai non amanti del genere!
LA RECENSIONE DELLA "LIBRAIA VIRGINIA"
Eccovi la bella recensione della gentile Virginia che è stata inserita in un post del suo interessante e particolare sito internet "Le recensioni della libraia" dopo che aveva letto il mio libro giallo "LO SGUARDO NEL BUIO".
Trama
L'oscurità della notte vuole truccare un delitto e nascondere nel buio lo spietato assassino che ha ucciso un cieco. L’uomo è stato barbaramente ucciso in una tetra viuzza del paese e il commissario Cantagallo deve far luce sul mistero che avvolge l’omicidio. All’inizio tutto appare plausibile, ma un fatto evidente fa capire a Cantagallo che le cose, così come stanno, non quadrano. Dal colloquio con un certo signor Miao si aprirà sull’omicidio uno spiraglio di luce che con il suo fascio luminoso guiderà Cantagallo attraverso il buio fitto dell’indagine. Il commissario non seguirà solo una luce, ma dovrà anche decifrare un particolare simbolo e riconoscere una voce. Proprio ascoltando una voce, il commissario capirà chi è l’assassino e dovrà agire con molta cautela per indurlo nell’errore fatale che lo incastrerà. Il commissario però dovrà compiere un tormentato arresto per catturare l’omicida che con un delitto intendeva cambiare il proprio destino. Forse l’assassino faceva meglio a conoscere le lingue orientali dove un antico detto cinese diceva: “È più facile deviare il corso di un fiume o spianare una montagna che cambiare l’animo di un uomo”.
***
Può un giallo strappare qualche risata? Assolutamente sì se è stato scritto da Fabio Marazzoli e annovera fra i personaggi il commissario Cantagallo, un questore che snocciola frasi in latino in continuazione, vicari che danno spiegazioni assurde per risolvere un mistero e ristoratori dai nomi divertenti.
"Lo sguardo nel buio" è un romanzo breve, ma questo non gli toglie nulla. Perché risulta divertente, scritto bene e scorrevole. Inoltre ha il pregio di far trascorrere al lettore un paio d'ore di relax. A fare da sfondo la provincia e personaggi secondari difficilmente dimenticabili. L'aspetto più divertente è lo sguardo disincantato che il commissario Cantagallo riserva ad autorità, cene di beneficenza che servono di più a riempirsi lo stomaco e giochetti di potere. La risata è assicurata grazie ai fraintendimenti che accompagnano lo svolgersi delle vicende.
Non voglio dimenticare, però, l'aspetto giallo del racconto, perché quello raccontato da Fabio Marazzoli è un mistero in piena regola che troverà una soluzione e un epilogo che hanno anche il sapore della morale che spesso in passato veniva affidata alle fiabe. Infatti l'autore ci porta a porci delle domande, ma qui mi fermo perché non voglio rovinarvi la lettura.
Inoltre mi è piaciuto molto anche il fatto che Marazzoli ci parli con delicatezza e in punta di penna di chi ha un handicap come di persone che possono avere un talento in più. Ce lo dimostrano le pagine di questo libro e, a tal proposito, vi suggerisco di soffermarvi sulle note dell'autore in fondo perché daranno un significato maggiore a quello che avete letto.
Lo consiglio per un pomeriggio al mare, in un prato o anche a casa in compagnia di un bel ventilatore. Cosa aspettate a conoscere il commissario Cantagallo?
Buona lettura.
LE RECENSIONI DI "LIBRI IN VIAGGIO"
Eccovi la prima bella recensione del cortese e pendolare Fabio che è stata inserita in un post del suo culturalmente interessante e molto particolare sito internet "Libri in viaggio.com" dopo che aveva letto il mio libro giallo "UN VECCHIO TAPPETO PERSIANO".
Il libro di oggi è Un vecchio tappeto persiano di Fabio Marazzoli, un romanzo giallo ambientato a Collitondi, un immaginario paese della bella Toscana. Si tratta del primo romanzo lungo che vede protagonista il commissario Cantagallo dopo una serie di romanzi brevi. Un libro che ho ricevuto dallo stesso autore, cosa che rende sempre un po’ più complesso il parlarne, ma come da abitudine cercherò di raccontarvi tutto quello che ho pensato leggendolo.
Una notte da dimenticare, è questo quello in cui si trova coinvolto il commissario Cantagallo: due appartamenti svaligiati, oggetti di grande pregio rubati e due misteriori omicidi. Tutto in una sola sera. Cantagallo, affiancato dalla sua squadra, dovrà cercare di far luce su tutti questi misteriosi crimini, mettendo insieme le tessere di un puzzle complesso ma che, forse, porterà ad un’unica, inattesa soluzione.
Un vecchio tappeto persiano di Fabio Marazzoli è un giallo un po’ fuori dagli schemi ordinari e, inizialmente, ho faticato un po’ a entrare in sintonia con il suo stile. La storia comincia con la descrizione dei due furti a opera di due ladruncoli di bassa lega. I due ladri protagonisti dell’episodio, e il fatto stesso, sono descritti con toni molto ironici, quasi parodistici, esasperando il comportamento e i dialoghi dei due criminali in modo forse un po’ esagerato al punto da dare l’idea di trovarsi di fronte a una tipica scena della commedia all’italiana. Questo impatto iniziale, devo ammetterlo, mi ha un po’ destabilizzato. Fortunatamente, proseguendo, la storia abbandona questo eccesso pur conservando una piacevole ironia.
Il racconto sembra essere ambientato negli anni ’90, cosa non apertamente dichiarata, ma deducibile dalla presenza di videocassette e dal modo in cui si parla di computer e internet. La particolarità del romanzo è la presenza di personaggi molto caratterizzati, ognuno con una propria e ben definita identità, e dalla scelta dell’autore di non limitarsi a raccontare l’indagine, ma di immergere la storia in un quadro più generico e familiare: Cantagallo che rientra a casa, che fa la spesa, che accompagna il figlio, la vice Nicoletta che pranza a casa per stare con marito e figli; insomma, tutta una serie di aspetti che ho apprezzato perché mi hanno permesso di conoscere i personaggi e di sentirne un po’ la mancanza alla fine della lettura.
La parte di indagine, il giallo vero e proprio, ha come obiettivo la soluzione di un duplice furto e di un duplice omicidio, apparentemente slegati tra di loro. Lo sviluppo è piuttosto semplice, ma avvincente e scorrevole e in linea di massima risulta verosimile a parte un paio di passaggi che ho trovato un po’ forzati o comunque non sufficientemente motivati, purtroppo non posso entrare nei dettagli per non rovinarvi la lettura.
Una nota che già avevo anticipato su Facebook riguarda l’uso eccessivo di termini virgolettati allo scopo di rendere chiaro l’intento ironico che si sta facendo della parola stessa: in un testo, a meno che non si tratti di citazioni, non amo molto l’utilizzo delle virgolette preferendo vie alternative, dal corsivo all’inciso. Ho comunque notato con piacere che nella seconda parte si diradano molto.
Nel complesso Un vecchio tappeto persiano di Fabio Marazzoli è un romanzo piacevole, una lettura leggera ma allo stesso tempo coinvolgente che porta il lettore in un piccolo paese della Toscana a conoscere personaggi simpatici della cui compagnia si gode volentieri.
LE RECENSIONI DI "LIBRI IN VIAGGIO"
Eccovi la seconda bella recensione del cortese e pendolare Fabio che è stata inserita in un post del suo culturalmente interessante e molto particolare sito internet "Libri in viaggio.com" dopo che aveva letto il mio libro giallo "SEGRETO FRA LE RIGHE".
Qualche tempo fa ho letto e vi ho parlato del romanzo Un vecchio tappeto persiano di Fabio Marazzoli, oggi vi parlo invece del suo romanzo Segreto fra le righe, una nuova indagine del commissario Cantagallo.
Segreto fra le righe è un romanzo piuttosto breve ambientato in un piccolo e immaginario paese costiero della Toscana dove Cantagallo si trova in vacanza con la famiglia. Come spesso succede anche nella vita reale, il lavoro non ti abbandona nemmeno in ferie e quindi ecco ci scappa il morto.
La vittima è un giovane muratore all’apparenza morto a causa di un’accidentale caduta dagli scogli avvenuta durante la notte. Fin da subito al commissario Cantagallo, interpellato in qualità di consulente alle indagini, qualcosa non torna: quello che sembra un incidente ha tutta l’aria di essere nientemeno che un omicidio.
Come nel precedente romanzo, Marazzoli immerge le indagini in un contesto di vita quotidiana: piccoli vicissitudini famigliari, riflessioni personali dei personaggi e altro ancora fanno da contorno a quella che è poi la vera e propria soluzione del caso.
Devo dire che in Segreto fra le righe questo aspetto è forse un po’ troppo estremizzato e l’indagine risulta alle volte un po’ messa in ombra da fatti e dialoghi non sempre connessi alla storia. Alla fine del romanzo si ha un po’ la sensazione che l’aspetto investigativo, a conti fatti, occupi poco spazio. D’altro canto è anche vero che si tratta di un romanzo piuttosto breve quindi la scelta potrebbe essere voluta, ma non mi sarebbe dispiaciuto uno sviluppo più articolato dell’indagine, soprattutto ripensando ad alcuni passaggi, anche importanti per la risoluzione del caso, che vengono forse esauriti con troppa rapidità e semplicità.
Dal punto di vista stilistico, ho con piacere notato la quasi totale scomparsa del virgolettato nel testo, dettaglio che non mi aveva entusiasmato nel precedente libro.
Nel complesso Segreto fra le righe è un romanzo leggero e piacevole che ha accompagnato i miei spostamenti pendolari per qualche giorno insieme a un simpatico gruppetto di personaggi che hanno conservato la semplicità e la genuinità che li aveva caratterizzati già nel precedente libro.
LE RECENSIONI DI "ILPIACERE DI SCRIVERE"
Quella che vi propongo è la seconda bella recensione della gentile e rigorosa ANNARITA FAGGIONI che è stata inserita in un post del suo letteralmente e culturalmente interessante sito internet "Il piacere di leggere.com". La cortese Annarita dopo che aveva letto il mio libro giallo "OMICIDIO SOTTO IL SOLE" si è espressa così sul mio giallo.

Omicidio
sotto il sole di Fabio Marazzoli: per questa recensione partiamo da qualche
notizia su come si presenta il libro. Omicidio sotto il sole è un giallo di 68
pagine da leggere tutto d’un fiato edito dalla Lalli Editore nel 2008 (prezzo
di copertina 5 euro). In “Omicidio sotto il sole”, il nostro commissario
Cantagallo vede sfumare un tranquillo weekend estivo al mare a causa di quello
che sembra un banale incidente in piscina in cui muore una bellissima ventenne
in costume rosso. L’inesistente professionalità del Dottor Lanzara non convince
Cantagallo, che si mette all’opera come consulente in un paese turistico e non
in veste di commissario capo nella ridente Collitondi, dove l’avevamo
conosciuto in “Dentro un vicolo cieco”.
Omicidio sotto il sole: differenze e analogie con il
precedente Cantagallo
Per recensire “Omicidio sotto il sole”, cominciamo da dove
siamo stati interrotti in “Dentro un vicolo cieco”: il nostro Cantagallo ha
risolto brillantemente tre casi di fila e si appresta a passare un weekend al
mare con la famiglia. Bandino, che tanto ci ha fatto ridere con le sue gag con
Razzo, diventa un fedele alleato e rappresenta il risvolto più interessante di
questo nuovo libro: è una sorpresa molto gradita e speriamo venga sfruttato in
questo modo anche in futuro. Anche se pagine si sono notevolmente ridotte
(Omicidio sotto il sole è un quarto di Dentro un vicolo cieco), ma non hanno
perso nel passaggio la loro magia e la loro scorrevolezza. Oltre a questa
differenza visibile anche senza leggere, il libro è migliorato dall’assenza
delle continue riunioni del primo libro. Interessante come Marazzoli prepari il
lettore in step nell’inchiesta (non nell’indagine) attraverso la domanda dei
personaggi: “Ha passato un buon inverno?” e l’idea esotica che abbiamo di
Castiglioni Marina con i nomi dei locali, tra cui spicca Xiemenes (il rum usato
dai corsari di Salgari!).
Omicidio sotto il sole: cosa ci aspettiamo dal nostro Fabio
la prossima volta
Dopo “Omicidio sotto il sole”, cosa vogliamo di più da Fabio
Marazzoli? Nulla, adoriamo Cantagallo così, con tutti gli idioti che lo rendono
ancora più grande nel suo mosaico criminale. Solo una cosa, ma davvero leggera:
forse il fatto che fosse consulente e non commissario in questo libro doveva
essere approfondito un po’ di più per rendere il personaggio principale più
sfaccettato.
Vivamente consigliato!!!
Annarita Faggioni su
www.ilpiacerediscrivere.it
LE RECENSIONI DI "ILPIACERE DI SCRIVERE"
Quella che vi propongo è la prima bella recensione della gentile e rigorosa ANNARITA FAGGIONI che è stata inserita in un post del suo letteralmente e culturalmente interessante sito internet "Il piacere di leggere.com". La cortese Annarita dopo che aveva letto il mio libro giallo "ODENTRO UN VICOLO CIECO" si è espressa così sul mio giallo.
“Dentro a un vicolo cieco” è quello che si definisce un
romanzo di presentazione del personaggio. Il personaggio in questione, essendo
il testo un giallo, è il Commissario Cantagallo della polizia di Collitondi, un
ridente paesino vicino Siena. Nelle 324 pagine che scorrono scopriremo tutti
gli aspetti che fanno di Cantagallo la risposta centro-italiana
all’investigazione di Vigata, con un’analisi degna dei classici di Agatha
Christie. Un’introspezione ed un’analisi del caso che porta il lettore verso la
verità dei fatti e non verso l’ammirazione per un personaggio inventato.
“Dentro a un vicolo cieco” è un titolo ambivalente. I tre
omicidi di cui tratta il romanzo si verificano tutti di notte e tutti in un
vicolo cieco, Vicolo San Giorgio. In realtà, il vero vicolo cieco sono i
dettagli che mancano nel metodo investigativo di Cantagallo (il cosiddetto
“mosaico criminale”) e che fermano sostanzialmente le indagini al primo
omicidio per buona metà del testo. Noia assicurata? Assolutamente no. Infatti,
le indagini bloccate danno il tempo letterario di sorridere nella quotidianità
del commissario e, perché no, anche nostra: dalle torte-sorpresa della moglie,
al posto di blocco per dei gattini randagi, ad una padrona di casa irascibile
fino al questore di Castronuovo e le sue citazioni latine nemmeno tanto
precise, ci sarà spazio per staccare la spina.
Tutto questo è raccontato dal Marazzoli con semplicità in un
percorso graduato, con una sintassi giustapposta e corretta, quasi analitica
(vi sembrerà di stare alla questura di Collitondi o a spiare insieme a Razzo e
Bandino). Il testo è stato pubblicato nel 2007, ma siamo certi che non avrete
problemi a trovarlo sia in Rete che in libreria ad un prezzo consigliato di 12
€ (in Rete si trova anche a meno).
Buona lettura e aspettiamo novità da Collitondi!
Annarita
Faggioni su www.ilpiacerediscrivere.it

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