Due parole


In questa pagina trovate riuniti i due post della serie "Due parole sotto l'ombrellone" che sono piaciuti a tantissimi lettori del mio blog, tanto che un colloquio simile e altrettanto divertente è stato inserito nell'inchiesta di mare del commissario Cantagallo dal titolo "UNA COLLANA DI AMBRA" pubblicata con Cavinato Editore nel 2016. 

Spero di avervi fatto cosa gradita e vi auguro una buona lettura. 

DUE PAROLE SOTTO L'OMBRELLONE: 
Aniceto "intervista" il giallista Marazzoli

Castiglione della Pescaia, una mattina d'agosto sulla spiaggia di Riva del Sole, ore 9:10 



Alle nove e poco più di quella mattina d’inizio agosto tutto predisponeva lo spirito del giallista Marazzoli al buon umore. Era in ferie, la spiaggia era deserta e la sabbia immacolata si stendeva a perdita d’occhio. Un bagnino appollaiato in cima alla torretta di osservazione che parlava al telefonino e un gabbiano in cerca di cibo fra gli ombrelloni erano gli unici elementi che movimentavano il panorama. Completava l’incanto un sole tiepido che avrebbe infastidito solo fra poche ore, una brezza leggera e la grande tavola blu pallido del mare che si confondeva all’orizzonte con il celeste tenue del cielo di primo mattino. Solo una leggera bava di nuvola rigava l’azzurro del cielo in lontananza.
Il giallista Marazzoli si godeva quel panorama marino che in genere era occupato da gruppi di turisti biondi in sovrappeso che sguazzavano in acqua fin dalle prime luci dell’alba, come dei trichechi in amore con il parrucchino, incuranti del freddo e della colazione da poco consumata, a base di salsicce di maiale fritte, uova strapazzate e minestra d’avena con latte, panna e marmellata, come la tradizione nordica comandava o giù di lì. Poi mentre si avvicinava al suo ombrellone si fermò. Girò il viso in direzione del vento e chiuse gli occhi. Voleva inebriarsi di tutta la freschezza di quella brezza mattutina, poca a dire al vero da qualche giorno.
Ma in quell’istante la brezza calò improvvisamente e inspiegabilmente. La spiegazione c’era e non era per un temporale in avvicinamento. Era solo una curiosa coincidenza. In un batter d’occhio una burrasca “romanesca” si sarebbe abbattuta sulla spiaggia e sul giallista Marazzoli.

"Buongiorno, Marazzoli."
"Buongiorno, Aniceto. Anche lei di nuovo qua per le ferie."
"Come se dice a Roma: 'Chi nu' more se rivede!', e se rivedemo!"
"Si dice anche a Firenze."
"Tutto er monno è paese. Le posso dì 'na parola?"
"Anche due."
"Ma che sta sempre a scrive' gialli?"
"Sì, lavoro permettendo."
"Ma je ne pubblicano?"
"Sì."
"E 'ndove?".
"A Brescia."
"A Bbrescia?! E che ce stanno pure la case edditrici, a Bbrescia?".
"Sì, un giovane editore di belle speranze che si chiama Cristian Cavinato, dottor Cristian Cavinato per essere precisi..."
"Dottore? Sticazzi! Pure medico. Ma nun sarà per caso un peddiatra? In famija nostra ne conoscevamo uno de Bbergamo, ma me posso sbajà."
"No, no, non è pediatra e neppure medico, che io sappia."
"E le pubblica i libbri?"
"Sì, me li pubblica e gli piacciono pure." 
"Pure? 'Sto gran fijo de 'na mignotta! Deve esse' un tipo forte 'sto Calvinato!"
"Cavinato, come cava e non come calvo."
"Sì, vabbè! 'Sto Calvinato, però non l'ho mai sentito nominà."
"Sarà perché la Cavinato Editore è una piccola casa editrice che ancora non è molto conosciuta al grande pubblico, ma sono sicuro che si farà strada grazie ai tanti bravi autori che pubblicano con lei."
"Con me?"
"No, non con lei come Aniceto, lei fabbrica pellicce a Roma. Lei nel senso della Cavinato Editore."
"Oh, e me so' sbaijato che un se pò? Ma le mie pellicce so' 'nantra cosa, con tutto er rispetto per 'sti gialli. E 'sto suo commissario, come se chiama?"
"Cantagallo, commissario Cantagallo di Collitondi."
"Cantacoso di Collichè?"
"Cantagallo, commissario Cantagallo di Collitondi."
"Anvedi questo, anvedi! Ma è forte 'sto commissario Cantacoso?"
"Credo di sì. I nuovi gialli piacciono e sono venduti."
"Pure? 'Sto gran fijo de 'na mignotta de Cantacoso!"
"Cantagallo, commissario Cantagallo. Ho proprio qui il libro del giallo "Segreto fra le righe" dove il commissario Cantagallo indaga su un omicidio che è accaduto in un paese di mare tale e quale a Castiglione della Pescaia, ma tutto inventato. Lo legga un po'."
"Mh, mh, mh! Mhhh! Ammazza’! Me faccia un po' vede'..."  
"Che ne dice?"
"Ammazza’, Cantacoso è proprio forte! Ma sta a scrive' lei così?"
"Sì, sono io che scrivo così. Sono l'autore dei gialli."
"L'autore? Meijo lo scrittore."
"Preferisco autore, scrittore è troppo importante. Scrivo gialli ma non sono uno scrittore. Se un giorno, poi, qualcuno mi vorrà pagare per scrivere, allora... ma per il momento no. Per esempio, io gioco a calcio con i miei amici quando capita, quindi sarebbe come dire che solo perché gioco a calcio sono un calciatore e non è così. Un calciatore lo è perché lo fa di professione ed è pagato bene per farlo, come Tatarasanu, il portiere della Fiorentina."
"Tatachè? Ahò! De calciatore ne conosco uno solo! Il capitano de' la maggica Roma: TOTTI!"
"Lasciamo perdere il calcio che sennò facciamo notte!"
"Bravo, lassamo perde' che è meijo! Tanto a perde' ce pensate voi de’ la Fiorentina!"
"Avevamo detto di lasciare perdere..."
"Tanto a vince' ce pensamo noi..."
"Aniceto..." 
"Vabbè, ho altro da pensa'. Il nipote, le mi' fije..."
"Sua moglie..."
"Mi moije? Embè?"     
"Sua moglie, sua moglie. Da dieci minuti le fa cenno di andare a fare due passi."  
"Anvedi 'sta fanatica! Sempre in prima fila pe' famme fa' le passeggiate per pijà er sole!".
"Non se la prenda, c'è di peggio".
"E che ciò da di', ormai me la so belle pijata, sta fanatica der sole!" 
"Buona passeggiata."
"E lei che fa? Se stà a pija' un foijo per scrive’ 'nantro giallo?"
"Forse. Non ho niente da fare e mia moglie è andata a fare due passi con mio figlio." 
"Se li scrive proprio lei 'sti gialli, veda un po' nel prossimo di mettece pure un romano che c'ha 'na pellicceria e che de nome fa Aniceto. Hai visto mai che famo il besseller!"
"Ci penserò e l'idea è buona."
"Ce pensi, ce pensi."
"Sua moglie la chiama e..."
"AHòòò! CHE NU' LO VEDI CHE STò A PARLà CO' LO SCRITTORE DE CANTACOSO!"
"Vada, vada Aniceto. Ne riparliamo un'altra volta."
"Meijo che vò, sennò me comprometto."
"Ci vediamo, Aniceto." 
"Se vedemo, Marazzoli." 



Nomi, soprannomi, fatti, circostanze, modi di dire, affermazioni, sembrano veri ma sono completamente inventati. Chi per puro caso si fosse riconosciuto, deve ammettere che sono stato proprio bravo a immaginarmelo così. 

Un cordiale saluto a tutti voi. 


DUE PAROLE SOTTO L'OMBRELLONE (e 2): Aniceto "intervista" il giallista Marazzoli

Castiglione della Pescaia, una mattina di settembre sulla spiaggia di Riva del Sole, ore 10:10 


Alle dieci e poco più di quella mattina d'inizio settembre la confusionaria popolazione dei vacanzieri aveva lasciato le spiagge di Castiglione della Pescaia. I più erano già rientrati in città o per motivi di lavoro o per l'inizio delle scuole dei figli. Non era prestissimo ma in giro c'erano poche persone, solo gli ultimi irriducibili stagionali che avrebbero lasciato quelle spiagge solo ai primi di ottobre. 
Però in quella piccola oasi di pace della spiaggia di Riva del Sole, si distinguevano solo due figure in mezzo agli ombrelloni. Un uomo di mezza età a sedere su una regista con un libro in mano e un'altro coetaneo con un cappello bianco a larghe falde in testa che portava un badile mezzo insabbiato e che si dirigeva verso quello seduto. 


Il giallista fiorentino Marazzoli (quello seduto) aveva deciso di sospendere la lettura per salutare e chiacchierare col compagno d'ombrellone, il pellicciaio romano Aniceto (quello col badile in mano) si stava preparando a fare un grande castello di sabbia per il nipote che fra poco si sarebbe presentato in spiaggia, ma nel frattempo poteva approfittarne per fare due chiacchiere col simpatico giallista. 



"Buongiorno, Marazzoli. Sta' a finì le ferie pure lei."
"Buongiorno, Aniceto. Sì, un paio di settimane e poi si rientra a casa. Anche lei ne approfitta per farsi un po' di ferie in pace."
"Come no, senza tutti 'sti fanatici caciaroni e romani pure! Nun se possono sentì dalla caciara che fanno a tutte l'ore! 'Sti fanatici!"
"Non esageriamo, d'estate un po' di confusione va bene."
"Ma mò pure alle due de' notte! Fanatici e caciaroni! Li mortacci loro!"
"Alle due?"
"Dalle due al tre, proprio la settimana scorsa! 'Sti gran fiji du 'na mignotta! Meno male che se ne so’ annati. Vabbè! Pensamo a' la salute che è meijo! Le posso dì 'na parola?"
"Anche due."
"Ma che sta sempre a scrive' gialli pure fori stagione?"
"Sì, è proprio quando sono in ferie che scrivo."
"Ma ije ne pubblicano anche quanno va in ferie?"
"Sì, certo."
"E i gialli ije ne pubblica sempre quel Calvinato di Bbergamo?"
"Sì, ma si chiama Cavinato ed è di Brescia."
"Vero, ora ma' ricordo. Calvinato quello che faceva il peddiatra a Bbergamo."
"Non è pediatra, è solo un editore giovane che pubblica gialli a Brescia e non a Bergamo."
"Ambè! Sempre del Nord si parla. Con tutto quel nebbione che sa ritrovano una città vale l'altra, non si vede un tubbo e te ce poi pure confonne'!"
"Su questo punto ha ragione, meglio qui da noi senza nebbia e smog."
"Sì ma anche da noi è pieno de' cinesi."
"E allora?"
"I cinesi so' dapperttutto e ce stanno a soffià i clienti a tutti!"
"Non esageri, Aniceto."
"Esaggero, esaggero. Te se chiude un tabbaccaio e te se apre un parrucchiere cinese. Te fallisce un alimentari e te se apre un negozio de' vestiti cinese. Dove andremo a finì con tutti 'sti cinesi? Ci mancherebbe che se metteno a fare pure le pellicce e poi semo belli che  sistemati! Vabbè, comunque io non c'ho niente contro i cinesi. Tutte persone brave gentili, sempre soriddenti. Stanno a ride' tutto il giorno. Ma che c’hanno da ride'? Boh! Li mortacci loro! Per me c'hanno er segreto de' l'elisir de lunga vita e nun ce lo voijono dì! Ha visto mai un cinese coi capelli bbianchi? Io manco uno!"
"Beati loro. Vita sana, alimentazione sana."
"Il sushi però glielo lassamo tutto da magnà a loro co' l'alghe de contorno."
"Il sushi ai cinesi, l'abbacchio agli italiani."
"A' Marazzoli, ma sa che è proprio un simpaticone! Anche a lei i cinesi ije stanno sur groppone. Se potrebbe, diciamo così, fa' venì 'n'idea de' un giallo novo. Diciamo così, il titolo potrebbe esse' questo: 'Er mistero der delitto ar ristorante cinese'." 
"Un titolo un po' vecchio ma efficace."
"Embè? Stanno tutti a rifa' i revaival de' le cose vecchie! E lo famo anche noi. C'ho già mente la trama der giallo. M’ascorti bene.”
“Sono tutto orecchi.”
“Ner ristorantino cinese, che de' cinesi hanno aperto su la spiaggia di Castiglione pijando la gestione der bagno ‘Nettuno’, viene trovato morto un riccone. I sospetti se concentreno su ‘na massaggiatrice cinese che tutti i giorni ce faceva al riccone i massaggi sulla spiaggia. Testimonio de la tresca c’è sta’ Alfredo, er bagnino der ‘Medusa’, omo simpatico che se ne sta sempre dietro le dune der bagno. La cinesina niene avrebbe strangolato il riccone con le su’ manine d’oro pe’ pijasse i sordi che ije ce voleveno per tornarsene in Cina dimodochè da’ scappà dal ràckette cinese. ‘Sta gran fija de na mignotta cinese!" 
“Il mistero dove sarebbe? La cinesina è l’assassina.”
“Il mistero è che er riccone non è stato strangolato dalla cinesina ma da n’antro omo insospettabbile.”
“E chi sarebbe?”
“Ahò! Che sto’ a fà tutto io? Nun so’ io er giallista! Ce pensi bbene e faccia un ber finale a sorpresa che ‘sti finali a sorpresa ce piaciono tanto a la gente. Hai visto mai che famo il besseller!"
”Ci penserò.”
“Ahò?!”
“Sì?”
"Ma quel Calvinato gliene pubblicherebbe questo giallo der ristorante cinese?"
"Se il giallo è buono, penso di sì."
"Pure? 'Sto gran fijo de 'na mignotta! Ma è proprio forte 'sto Calvinato!"
"Cavinato, Cavinato si chiama. Cavinato come cava e non come calvo."
"Sì, vabbè! 'Sto Calvinato, però non l'ho mai sentito nominà."
"Gliel’ho già detto, la Cavinato Editore è una piccola casa editrice che produce libri e anche gialli."
"Le mie pellicce, però, so' 'nantra cosa, con tutto er rispetto per 'sti gialli. E 'sto suo commissario Cantacoso dove c’ha er commissariato?"
"Cantagallo fa il commissario a Collitondi."
"Cantacoso a Collichè?"
“Cantagallo a Collitondi.”
"Anvedi questo, anvedi! Ma 'sto commissario Cantacoso c’ha l’amante?"
"No, è sposato con un figlio.”
“Un commissario senza l’amante nun è gaijardo."
"La bravura di un poliziotto non si misura su quanto sia o meno un puttaniere."
"Se me ce fa pensà, a dire er vero, c'ha proprio raggione! Anche Poarò quer poliziotto francese coi bbaffi non c'ha aveva l'amante ed era proprio gaijardo ma gaijardo forte!"
"Vede, tutto quadra, con le dovute differenze col famoso detective Ercule Poirot."
"Ma ije ne comprano sempre di ‘sti gialli?”
“Sì e piacciono sempre."
"Vabbè, ora c’ho da andà a far er castello a mi' nipote."
“Con quel badile ci costruisce una palazzina sulla spiaggia.”
“Staremo a vede’. Coi tempi che corono e cor cemento che adopereno per fa’ ‘ste palazzine abbusive, posso sta’ anche a costruì ‘na bella palazzina vista mare. Tanto poi ne chiedo er condono…”
“Chiedono di lei.”
“De che?”
"Sua moglie, sua moglie chiede di lei..."
"Mi moije? Embè?"    
"Sua moglie, sua moglie. Da dieci minuti le sta facendo segno con la mano per fare due passi." 
"Anvedi 'sta fanatica! Pure ne' la bbssa staggione! Sempre in prima fila pe' famme fa' le passeggiate! Se nun c’è er sole, se deve fa’ la passeggiata pe’ fa’ er risveijo muscolare, dice mi moije! ‘Sta fanatica der risveglio! Ma chi se vò risveijà! Me ce vorrebbe la resurrezzione, altro che risveijo!"
"Un po’ di moto fa bene a tutti."
"Ambè? Motati da sola ije dico a mi' moije e nun me sta’ a rompe’ li coijoni! ‘Sta fanatica del risveijo!"
"Buona passeggiata."
"Lei che fa? Se stà a pija' un foijo per scrive' er giallo der ristorante cinese?"
"Forse, ci penso su."
"Se li scrive proprio lei 'sti gialli, veda un po' nel prossimo di mettece pure un romano che c'ha 'na pellicceria e che de nome fa Aniceto. Hai visto mai che famo il besseller!"
"Me lo ha già detto. Ho già scritto qualcosa e nel prossimo giallo ci sarà."
"Anvedi! So’ stato promosso e manco lo sapevo."
"Sua moglie la chiama."
"AHòòò! CHE NU' LO VEDI CHE STò A PARLà CO' LO SCRITTORE DE CANTACOSO!"
"Vada, Aniceto. Ne riparliamo un'altra volta. Il prossimo anno, ormai"
"Meijo che vò, sennò me comprometto. Vabbè, al prossimo anno."
"Ci vediamo, Aniceto. Passi un buon inverno."
"Se vedemo, Marazzoli. Speramo, li mortacci loro!"


Nomi, soprannomi, fatti, circostanze, modi di dire, affermazioni, sembrano veri ma sono completamente inventati. Chi per puro caso si fosse riconosciuto, deve ammettere che sono stato proprio bravo a immaginarmelo così. 

Un cordiale saluto a tutti voi. 







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