PUBBLICATO "Lo sguardo nel buio" il nuovo giallo del commissario Cantagallo da Cavinato Editore . Lo trovate su tutte le librerie online e anche su
Mondadori
http://www.mondadoristore.it/Lo-sguardo-nel-buio-Fabio-Marazzoli/eai978889912168/
Feltrinelli
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UN ASSAGGIO in anteprima del giallo "Lo sguardo nel buio": la nuova
indagine del commissario Cantagallo che sarà pubblicata da Cavinato
Editore
Capitolo uno
Era una serata di fine settembre.
Il commissario Cantagallo, appoggiato alla ringhiera della sua grande
terrazza, osservava il buio che si allungava verso il paese e si godeva
il fresco della sera. Alle sue spalle, nel soggiorno, Iolanda
discorreva nella consueta telefonata settimanale con sua sorella e Luigi
disegnava dei personaggi manga di sua invenzione con carta e penna.
Così, come tutti i dopocena che Dio metteva in terra da qualche tempo a
quella parte, i Cantagallo erano in attesa del film di prima serata.
Nel frattempo, il commissario scrutava il buio e gli tornavano in mente
certi suoi pensieri ricorrenti sul potere ingannatore della sera. A
pensarci bene, cos'era l'oscurità? L’oscurità era tutto un trucco della
notte per camuffare le magagne della realtà che erano illuminate dalla
luce del giorno. Infatti, la luce faceva risaltare i difetti delle cose,
mentre l’oscurità li sapeva ben occultare, celando pecche,
manchevolezze e altri guasti non visibili nel buio. A Cantagallo non
piaceva la notte, il buio in particolare. Nell’oscurità si annidavano i
criminali: era un dato di fatto conosciuto da tutti, anche da chi non
fosse un poliziotto come lui. Nel buio, i delinquenti si sentivano
autorizzati a compiere furti e delitti, come se quella cappa oscura li
avvolgesse, li proteggesse, nascondendoli alla vista. La notte era una
specie di lasciapassare per coloro che del crimine ne avevano fatta una
scelta di vita e l’oscurità diventava una sorta di maschera, dietro la
quale si nascondevano i criminali per agire indisturbati. La sua
repulsione nei confronti della notte non era una deformazione
professionale, ma una vera e propria avversione naturale. Il calare
della notte spesso induceva le persone a compiere dei crimini che
difficilmente avrebbero commesso durante il giorno. Tale condizione era
conosciuta come “stato crepuscolare” ed era per tutto simile al
sonnambulismo, ma poteva mettere le persone nelle condizioni di
uccidere. Quindi, per il commissario era indubbio che di notte tutto
potesse accadere, omicidi compresi, anche se di recente, in paese, non
ce ne erano stati. Cantagallo, però, non si faceva troppe illusioni e
già immaginava che da un momento all’altro gli sarebbe piombato un
omicidio fra capo e collo. Non era un banale fatalismo. La sua
esperienza gli faceva supporre che prima o poi sarebbe capitato: era nel
normale corso delle cose della vita. E quando sarebbe accaduto? Non si
dette una risposta e, quasi a cercarla in quel buio dove probabilmente
si nascondeva, continuò a tenere lo sguardo fisso verso l’oscurità. In quella serata, però, non era il solo a cercare una risposta nel buio.