Di nuovo buongiorno
e di nuovo ben ritrovati. Secondo appuntamento in questa bella domenica di novembre per fornirvi
dei particolari in più sulla nuova indagine di mare del 2017 dei
gialli del commissario Cantagallo.
Come ho già scritto, la
mia lontananza dal blog è dovuta al fatto che sono impegnato nelle rifiniture della
stesura dell'ultimo nuovo giallo speciale del commissario Cantagallo.
Comunque chi frequenta queste pagine lo sa: non sono un tipo social, un po' come il mio
commissario.
Quindi vi
parlo del secondo giallo della nuova serie dei gialli che nel 2017 sono stati
pubblicati da Cristian Cavinato della Cavinato Editore International di
Brescia. Questa è la presentazione del giallo "LA COLLANA DI AMBRA",
un'inchiesta di mare che si svolge a Castiglioni Marina, località toscana nel
litorale maremmano. Fornisco alcuni particolari del commissario Cantagallo e
certe indicazioni sul suo modo di essere che spero vi siano graditi.
Cominciamo.
«Il commissario Cantagallo, nell’inchiesta di mare del giallo
“La collana di ambra”, è alle prese con la morte di una ragazza polacca che è
stata trovata morta in uno stabilimento balneare lontano dal paese, alla Punta
Sant’Andrea, sotto il “Forte della trappola”. Quel luogo, un tempo, vedeva
soccombere i pericolosi saraceni che vi si avventuravano e oggi è il teatro di
una tragica vicenda, dove ha trovato la morte una giovane badante polacca per
overdose. Anche questa storia non è una vera e propria indagine, ma è
un’inchiesta. I fatti accadono in tempi troppo stretti e il luogo dove avviene
il crimine è racchiuso in un ambiente circoscritto. Cantagallo è in ferie con
la famiglia e, immancabilmente, quando viene trovata morta una persona il
maresciallo Guerra lo chiama perché vuole avere la certezza che tutto sia a
posto. Non tanto per il senso del dovere,
piuttosto per non essere sbattuto, in caso di errore, in un’altra località
marina ma in Sardegna. Guerra è un carabiniere con capacità investigativa zero
ma non sottovaluta i delitti. Chi, invece, eccelle in sottovalutazioni è il
medico del porto, il borioso e pressappochista dottor Lanzara, accreditato da Guerra
come medico legale “avventizio”. Tutto è chiaro per il dottor Lanzara: si
tratta di una “morte per overdose”. Lanzara fa il medico generico ma intende
dimostrare a tutti che può essere un “medico legale”. Fornisce sempre delle
conclusioni affrettate per liberarsi dell’impiccio, senza interessarsi alla
vera causa della morte. Il medico è convinto che quando i turisti muoiono,
muoiono sempre per cause accidentali e per uno stile di vita marino
tragicamente sbagliato. Però Lanzara nelle sue “valutazioni” non ne ha mai
azzeccata una, e non lo vuole mai ammettere. Cantagallo si reca sul posto e
controllo il cadavere della donna. Da ciò che ha visto, la morte per overdose è
stata inscenata per camuffare un omicidio. La ragazza polacca è stata
strangolata. Qui Cantagallo trova il dottor Lanzara in un normale “atteggiamento
professionale”: è appollaiato sulla passatoia in legno dello stabilimento
balneare con lo sguardo assente verso il mare e un sigaro spento al lato della
bocca. Alla vista di Cantagallo, il dottor Lanzara si anima e incomincia a
discutere col commissario. Si rivolge al poliziotto col suo tipico modo di fare
strafottente per difendere la sua sconclusionata ipotesi. Cantagallo, come al
solito, non ci sta. Vuol vederci chiaro e taglia corto con quel medico da
strapazzo. Accetta di aiutare i Carabinieri del paese. Ma perché? Perché Cantagallo
è molto amico del vice di Guerra, il maresciallo Tompetrini, uomo intelligente
e tutto un altro carabiniere rispetto a Guerra. L’indagine inizia in salita per
Cantagallo. Troppi fatti, troppe circostanze girano intorno alla bella ragazza
polacca che faceva la badante presso una famiglia in paese, i signori Fiorini. Al
commissario, infastidiscono i contorni di quel delitto che piano piano si fanno
più nitidi e chiari. Soprattutto, gli danno fastidio gli altri fatti che ha
conosciuto su quella ragazza polacca e che le gravitano intorno, soprattutto in
relazione ai rapporti con la famiglia Fiorini presso cui lavorava. Vicende
difficili da digerire, anche per un poliziotto come lui. Tutto l’omicidio ruota
intorno alla famiglia Fiorini che, a sua volta, ruota intorno alla ragazza
polacca uccisa, come due precisi ingranaggi ad orologeria. Qualcuno vuole
scardinare questo meccanismo, per fare girare le cose in un altro modo e a suo
vantaggio. Alla fine, il commissario Cantagallo ricostruirà le mosse dell’omicida.
Un particolare fondamentale lo spingerà verso lo spietato criminale. Tutto
questo però, non gli basterà. Dovrà giocare sporco per stanare l’assassino. Il
commissario ha già pronto l’abile tranello che farà scattare proprio sotto il
Forte della Trappola. L’assassino non sospetta nulla e dovrà soccombere
all’intuito micidiale di Cantagallo. Cosa aspettate a leggere il giallo del
commissario Cantagallo? Buona lettura».
Fabio Marazzoli
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