Il
commissario Cantagallo ama i proverbi, con particolare interesse per quelli
toscani, perché sono il frutto semplice della saggezza antica dei nostri nonni
e fanno parte del patrimonio di una cultura popolare che non deve essere
dimenticata. Non è assolutamente vero che parla in dialetto. Solo un piccolo
accenno di dialetto, ma è nella natura umana di ogni toscano. È fermamente
convinto che in ogni frase latina sia nascosto il vero significato delle cose,
mentre in ogni proverbio si nasconde una piccola verità. Per il commissario, i
proverbi sono stati ed sono ancora oggi la saggezza dei popoli. I proverbi
fanno parte di un grande patrimonio, formato dal dialetto, dalla mentalità,
dalle tradizioni popolari e tante altre cose ancora. In breve, da quella che
può essere definita come la cultura popolare. Tale cultura è generalmente
tramandata dagli uomini ai propri discendenti e per molti secoli i proverbi
sono stati, probabilmente, l’unica scuola per decine di generazioni di nostri
antenati. Attraverso di essi si tramandano le usanze, le abitudini, la visione
del mondo, si comunicavano le regole della morale e del comportamento nella
vita di tutti i giorni. I proverbi, spesso, sono utilizzati, in senso
umoristico, per indicare certi caratteri umani e molte volte con il loro
utilizzo si sanciscono delle vere e proprie consuetudini di vita sociale che
finiscono per diventare costume. I proverbi contengono i consigli più disparati
su qualsiasi argomento e per qualsiasi circostanza della vita. I proverbi e
certe espressioni verbali permettono di comprendere molti aspetti del carattere
e della storia non scritta dei nostri vecchi. Attraverso i proverbi e i modi di
dire, si riesce a scoprire il volto più autentico dei nostri antenati. Si può
capire meglio, le ragioni di molti nostri modi di essere e della nostra
identità di popolo, con comportamenti particolari che ben identificano e che
differenziano gli abitanti diversi dei paesi vicini. Per tutte queste ragioni,
per il commissario Cantagallo i proverbi sono un patrimonio culturale di tutti
e devono essere salvaguardati. La citazione latina, per Cantagallo, appartiene
al passato, non appartiene al modo di parlare della gente comune. Manifesta una
sorta di distacco con le persone semplici e umili, segna la distanza fra “il
dire” e “il fare”. Rappresenta, per certi personaggi incompetenti, l’ultimo
baluardo per giustificare un nulla di fatto, per offuscare un fatto evidente,
per rendere fumosa una spiegazione che non esiste.
Buone feste a tutti voi.
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