domenica 3 luglio 2011

Il filo di Arianna - Seconda parte

Il filo di Arianna - Seconda parte

La Polizia fu avvertita subito e dopo una decina di minuti il commissario Cantagallo era già lì insieme a Bandino. Poco dopo arrivò anche la vice e li trovò fermi sulla soglia della casa della signora Piera. La porta accanto era aperta e c’erano alcune persone che parlottavano di fuori. La vice si fece largo e si avvicinò ai colleghi.
“Ciao, Bandino” – disse lei. – “Commissario, buonasera. Bandino mi ha detto della morte della donna e della nipote che è stata rapita. Ma che è successo?”.
“Buonasera” - disse Bandino, spostandosi da una parte per fare posto alla vice.
“Buonasera, dottoressa” – disse Cantagallo. - “Hanno ucciso la domestica della signora Giubbolini mentre la nipote, Arianna, non si trova” – fece una pausa e poi riprese a parlare. - “La nonna pensava che la nipote impaurita fosse scappata, ma purtroppo non è così. La signora ha telefonato ai genitori per sapere se fosse corsa a casa, ma Arianna a casa non è mai arrivata. Ho fatto accomodare tutte le persone nell’appartamento, qui accanto, dei signori Giannelli, per evitare l’inquinamento della zona del delitto. I genitori sono qui e sono disperati. La nonna, pure. S’incolpa di quello che è successo e non si da pace. Al momento non abbiamo notizie della ragazza e nessuno si è fatto vivo. Faccia una cosa, dottoressa”.
“Dica, commissario”.
“Ai genitori faccia le solite domande. Chieda informazioni sulla figlia, con molto tatto. Chieda anche alla signora Giubbolini informazioni sulla domestica uccisa. Bisogna scoprire cosa è successo e muoversi in fretta. Non si stupisca se trova anche sue due vecchie conoscenze”.
“Chi, commissario?” – chiese sorpresa la vice.
“La signora Primetta con la sua amica Leontina. Avevano accompagnato la signora Giubbolini ed erano presenti al momento del ritrovamento del cadavere”.
“No!” – esclamò più sorpresa che mai, nel sentire il nome familiare della signora Brogioni. - “Ma è davvero incredibile, commissario! La signora Primetta è proprio la “signora Omicidi” di Collitondi! Si trova sempre nei paraggi quando succede un delitto”.
“Ah, dimenticavo. Nell’appartamento c’è anche un uomo che la signora Giubbolini ha trovato sulla porta di casa. L’uomo, Sergio Giolli, è uno di quelli che legge i contatori del gas. Ha detto che passava di lì per puro caso. Dovrebbe essere a posto, ma, per sicurezza, ho chiesto un controllo alla Questura. Il tempo di ricevere la conferma telefonica che il tipo sia incensurato e lo faccio andare via. Anche il Giolli è rimasto un po’ scosso da quello che ha visto. Razzo è lì con lui e lo sta piantonando. Noi rimaniamo qui. Aspettiamo quelli della Scientifica e il resoconto del dottor Baglioni. Agli uomini di Cherubini ho detto di tenere lontano i curiosi. Quando arrivano gli altri colleghi perimetriamo la zona, come al solito”.
Dopo una ventina di minuti gli uomini con le tute bianche della Scientifica erano già lì. Il medico legale dottor Baglioni salutò di malavoglia e di sfuggita il commissario.
“Ciao, Angelo” – disse il medico, mentre guardava le due porte aperte degli appartamenti per capire dove doveva andare. – “Dove vado?” – chiese poi al commissario.
“Ciao, Paolo. Di là” – e gli indicò con la mano la porta spalancata di casa Giubbolini.
“Angelo, mi raccomando”- disse il medico, fermandosi sulla soglia e guardando di sbieco Bandino. – “Mi raccomando. Finché non ho finito, non voglio tra i piedi i tuoi uomini. Bandino e Razzo, che non lo vedo e meno male, stiano alla larga! Non mi stuferò mai di dirlo. Ogni volta che c’è in giro un morto stanno a pesticciare intorno come degli avvoltoi. Lasciatemi lavorare in pace. Quando ho finito faccio un fischio! Capito?”.
“Capito. La donna era la domestica della signora Giubbolini” – rispose asciutto Cantagallo.
Stroncapettini sparì e dopo una mezzora era di ritorno. Si tolse i guanti in lattice.
“C’è poco da dire, Angelo. La vittima è una donna di statura media, capelli castani e occhi castani, uccisa con tre colpi di coltello all’addome e tre colpi di coltello alla schiena. I colpi, probabilmente, sono stati inferti con un coltello da cucina, da destra verso sinistra, da una persona non mancina. La donna è stata picchiata dall’aggressore. Sul corpo sono presenti degli ematomi dovuti probabilmente a dei colpi che ha ricevuto. Da un esame sommario del corpo e delle mani della vittima si nota l’assenza di residui di qualsiasi tipo sotto le unghie. Niente in bocca. La donna sembra sia stata uccisa d’impeto per un motivo passionale. Per me, chi ha aggredito la donna voleva ucciderla. Saprò essere più preciso dopo l’autopsia, come al solito”.
 “Grazie, Paolo” – disse Cantagallo. – “Facciamo i nostri rilievi e dopo ritorni a casa” – e cambiando il tono della voce. – “Inizio settimana brutto?” – chiese, per capire il motivo del cattivo umore dell’amico medico.
“Pessimo, Angelo. Oggi, è già il terzo morto. Stamattina mi sono dovuto ficcare pure dentro un fosso per due cadaveri irriconoscibili” – rispose più cordiale. – “Si può avere un caffè?”.

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