Il filo di Arianna - Undicesima parte
Cantagallo aveva finito di descrivere il piano per incastrare il Mucci e comunicava gli ultimi dettagli.
“La nonna e i genitori della ragazza devono essere avvertiti solo quando l’operazione sarà conclusa e avremo la certezza che Arianna sia viva e sta bene. Fate ognuno quello che vi ho detto e mi raccomando, muovetevi con la massima cautela.” – Poi si rivolse a Baccio. – “Baccio, convoca immediatamente il Mucci dicendogli che si è dimenticato di firmare il verbale della sua deposizione. Se il Mucci tentenna, digli che è urgente. Inventagli una scusa per farlo venire subito qui, così i colleghi possono entrare nel palazzo indisturbati. Quando arriva in commissariato, accompagnalo da me e dopo avverti un collega per fargli firmare il verbale e altri documenti. Devi dire al collega che lo trattenga per circa un quarto d’ora. Giusto il tempo per consentire a noi di prendere posizione nel condominio”- e di nuovo agli altri. - “Voi prendete posizione. Io intanto faccio un salto in merceria e torno subito”.
Cantagallo dopo poco era di ritorno con un pacchettino in mano. Ritornò nel suo ufficio e attese l’arrivo del portiere. Dopo un po’ suonarono al portone e poi arrivò il Mucci accompagnato da Baccio.
Cantagallo era pronto per recitare la sua parte di quella sceneggiata.
“Buonasera, signor Mucci. Prego, si accomodi. Scusi se l’ho fatta chiamare a quest’ora, ma abbiamo avuto da fare fino ad ora”.
“Buonasera, signor commissario” – disse il Mucci che non voleva far vedere che era scocciato per quella convocazione. – “No, ci mancherebbe altro. Non c’è nessun problema. L’agente mi ha detto che mi avete chiamato per la deposizione dell’altro giorno che non ho firmato”.
“Sì, proprio per quello” – confermava asciutto Cantagallo. – “Siamo vicini a prendere il colpevole e dobbiamo chiudere certe pratiche burocratiche” – e concludeva in modo evasivo.
Il portiere, improvvisamente, si fece molto attento e non era più scocciato da quella convocazione.
“Mi dica, mi dica, commissario. Siete a buon punto con le indagini? Il colpevole chi è?”.
“Piano, piano, signor Mucci. Ho detto che siamo vicini, ma non sappiamo chi è. Sappiamo solo che la nipote ha lasciato in giro una traccia sulla strada che ha fatto con il suo rapitore per farci capire dove si trova nascosta”.
Il portiere cambiò espressione in volto, ma rimase tranquillo.
“Che ragazza in gamba quell’Arianna. Ma come ha fatto?”.
Cantagallo mise sul tavolo le piccole bustine di plastica trasparente in cui aveva messo le tracce false, ovvero i pezzi di filo rosso che aveva staccato dal rocchetto appena comprato.
“Arianna, non vista, ha preso il filo fra quelli che usava la nonna per cucire i vestiti e ha lasciato questi pezzi di filo dappertutto nel condominio. Stanotte, dopo mezzanotte” – Cantagallo fingeva anche sull’ora – “perlustreremo tutto il palazzo prima di domani, dal primo all’ultimo piano. La ragazza deve essere nascosta in qualche appartamento”.
Il portiere si era calmato e propose di dare il suo aiuto. Lui sapeva che per mezzanotte avrebbe già concluso quello che aveva in mente di fare con quella ragazza scomoda.
“Del filo rosso? Ha avuto proprio un’idea strana quella ragazzina” – diceva il Mucci in modo interessato.
“Questo fatto” – continuava Cantagallo – “ce l’ha confermato indirettamente la signora Piera dicendo che le era sparito un rocchetto di filo rosso”.
“Se vuole, signor commissario, stanotte posso controllare l’entrata del condominio dalla mia guardiola. Le sembra una buona idea?”.
“Magnifica, signor Mucci. Non volevo chiederle niente, per non coinvolgerla, ma se lei ci tiene tanto a darci una mano, sono ben contento di accettarla. A mezzanotte entri nella guardiola e rimanga lì fino a quando glielo diremo noi. Ora vada. Il mio collega l’accompagna in un altro ufficio per farle firmare un po’ di carte. Quando ha finito può andare, che è quasi ora di cena. Grazie”.
“Prego. Allora, commissario” – disse il Mucci. – “Ci vediamo stanotte”.
“Sì, Mucci” – rispose Cantagallo, con un tono più serio. - “Ci vediamo stanotte”.
Il portiere avvertì qualcosa di diverso nello sguardo del commissario, ma non gli dette troppo peso. Il Mucci sapeva che, dopo aver firmato i documenti al commissariato, doveva andare subito nel posto in cui aveva nascosto Arianna e decidere cosa farne. Aveva tutto il tempo che voleva, fino a mezzanotte. Poteva cercare con calma anche le altre eventuali tracce di filo rosso lasciate da Arianna. Era tranquillo perché i poliziotti avrebbero cercato la ragazza negli appartamenti del condominio e non sarebbero andati a cercarla da altre parti. Era sicuro di questo perché glielo aveva appena detto il commissario.
Ma le cose stavano proprio così come aveva detto Cantagallo?
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