UN SIMPATICO CONCORSO
in collaborazione con il gruppo facebook I LIBRO-COMPULSIVI:
"LIBRO TRA LE RIME"
ovvero
"Leggi il giallo medievale rimato
e tra le rime scopri il titolo del libro che in esse è celato".
Per gentile cortesia di Elisa Bosso e favorevole concessione del GRUPPO ILC, che ringrazio.
PRIMA STORIA
«Le indagini “im”possibili
del commissario Cantagallo»
LA MISTERIOSA
MORTE DELL’ORSINO
Trovavasi
Cantagallo in quel di Barletta
addì del
terzo anno del millecinquecento
ove uomin
d’arme e baron francesi di gavetta
si battean
con gran fervore e ardimento.
Quantunque
non rimembrasse la cagione
che l’avea condotto
in tal regione
si sollazzò
un poco a zecchinetta,
chè tanto
non v’era alcuna fretta.
Manco udì
della campana il tocco egregio
che si
palesò Riccio da Parma, gendarme regio.
Trattolo in
disparte, con poche parole,
lo condusse
seco lui all’osteria “del Sole”
ove stava
in ambasce donna Grisella
di giovin
età e per sua grazia bella.
Illustrato
a Cantagallo il grave lutto
che avea
patito la gran bella dama
nel perder
il marito che, seppur brutto,
avea di
sostanze una gran fama.
Riccio si
risolvette a chieder il suo aiuto
perché delle
morti incerte avea un gran fiuto.
Subitamente
parea d’accidente morto,
poscia il
gendarme ravvisò un distorto.
Scrutatolo
ben bene po’ che morto era
s’accorse
che era passato sì, ma con la lingua nera.
Uccione
Orsini, si nomava il morto,
stava
faccia bocconi e con il capo torto
mentre il
giovin oste per un gentil rispetto
stavasi a
sostenere la vedova pel suo cotanto petto.
Cantagallo,
abile scrutator del popol criminale,
vide nei
gesti dell’oste un fare un po’ triviale.
Come mai
quella sì gentil donzella
nel
sentirsi tramenar tutta non facea favella?
Accortosi
allor di quel vile concupicio
mise in
atto immantinente il suo abil artificio.
Sclamò:
“Ohè, Baccio! Ma che solete
far
banchettar topi in cucina?” beffardo egli la porse.
L’altro,
manco voltandosi, con le mani fra le sete:
“C’avrei
per quelli un veleno sopraffino…” e la lingua si morse.
Fè
Cantagallo: “Riccio, i ferri all’oste assassino
truce
ribaldo e infimo Valentino!
L’oste
marrano di mettermi nel sacco credea
e col
veleno infigardo volea farmi fesso
ma io feci
come colui che dicea:
“Tralli,
tralli, voglio veder chi ha il lesso!”.
Per chi non
sa delle miserie il guaio
la frase in
romagnolo non ha un nesso,
ma era gridata
dal furbo verduraio
per vender tralli (ravanelli) invocando il
lesso.
Un medievale
giallo del commissario Cantagallo
© 2013 Fabio Marazzoli