Come promesso ieri, sono di nuovo qui per proporvi, nell'anno dei 10 anni delle indagini del commissario Cantagallo, la lettura di alcuni estratti dei gialli, sperando di farvi cosa gradita.
Il giallo che propongo oggi è l'ultimo pubblicato in ordine di tempo, si tratta dell'indagine online su facebook che s'intitola "OPERAZIONE MATRIOSKA per Cantagallo" pubblicato nel 2016. Il giallo è molto particolare perché, per i pochissimi (si fa per dire) che ancora non lo sapessero, è scritto come se fosse stato postato su facebook, con i resoconti del commissario, i commenti degli "amici" del commissario che per la prima volta o poco più si affacciano in questo mondo virtuale. Ecco a voi l'anteprima del primo capitolo del giallo toscano 100% ambientato a Collitondi fra le verdi colline del Chianti che tutto il mondo c'invidia.
Il giallo che propongo oggi è l'ultimo pubblicato in ordine di tempo, si tratta dell'indagine online su facebook che s'intitola "OPERAZIONE MATRIOSKA per Cantagallo" pubblicato nel 2016. Il giallo è molto particolare perché, per i pochissimi (si fa per dire) che ancora non lo sapessero, è scritto come se fosse stato postato su facebook, con i resoconti del commissario, i commenti degli "amici" del commissario che per la prima volta o poco più si affacciano in questo mondo virtuale. Ecco a voi l'anteprima del primo capitolo del giallo toscano 100% ambientato a Collitondi fra le verdi colline del Chianti che tutto il mondo c'invidia.
Il commissario Cantagallo ha appena ricevuto la comunicazione dal Questore che dovrà essere il "portavoce" del commissariato nell'iniziativa nazionale "Commissariato on-line" fortissimamente voluta dal Giudice Fontanarosa, sollecitata dal Ministro dell'Interno e comunicata a Cantagallo vicino alle feste di Natale. Cantagallo era stato scelto perché una signora particolare, la moglie del Giudice Fontanaosa, lo aveva designato in quel ruolo perché secondo lei Cantagallo aveva proprio una bella voce e siccome doveva fare da "portavoce" non c'era poliziotto migliore di lui. Cantagallo non capiva granché quella scelta che gli rompeva molto le scatole, anche perché nella diretta facebook non doveva parlare, ma scrivere. E questa era la cosa che lo preoccupava di più.
Buona lettura!
"A sostegno del "portavoce" Cantagallo, Fontanarosa aveva rimarcato che Semboloni parlava come una cornacchia mentre Cantagallo aveva una "gran bella voce". La sua dote vocale era stata legittimata dalla moglie di Fontanarosa, la signora Gigliola Capodimonte, che vedendo le interviste a Cantagallo al tg regionale aveva detto al marito: "Ma lo sai, Ferruccio, che questo Cantagallo è proprio un gran bell'uomo e ha una gran bella voce". Quindi con il via libera della “first lady” della Procura, Cantagallo era stato scelto per quell'operazione molto delicata e della massima urgenza.
Cantagallo non capì cosa c’entrasse la sua voce con la diretta su facebook, visto che doveva scrivere e non parlare, ma non volle puntualizzare questo fatto per non apparire scortese nei confronti della signora Capodimonte.
Il Questore gli comunicò che non doveva porre tempo in mezzo e mettersi subito a disposizione per questa operazione che coinvolgeva i massimi livelli della Questura.
In tutta quella valanga di parole, Cantagallo non aveva ancora capito cosa dovesse fare come "portavoce".
Poi il Questore glielo comunicò e il commissario ammutolì.
Si trattava di descrivere in diretta su facebook le fasi salienti di un’indagine poliziesca, obbligatoriamente di un delitto. Il Questore sottolineò che a Fontanarosa la cosa premeva moltissimo. Anche perché aveva già speso la parola col Ministro dell'Interno che entro la fine dell’anno avrebbe impiegato un commissariato di zona come “pilota” del progetto “Commissariato on-line”.
Fontanarosa aveva indicato che il commissario Cantagallo era il poliziotto più adatto a quell'attività moderna e al passo coi tempi. Negli ultimi anni era salito alla ribalta della cronaca dei giornali locali per aver risolto casi di delitti complicati. Cantagallo era il commissario del momento e non poteva tirarsi indietro. Il Questore aveva indorato la pillola aggiungendo che, secondo i sondaggi pubblicati dalla rubrica settimanale “Donna più” del Corriere di Castronuovo, era diventato un idolo per le donne di ogni età della provincia castrese. La rubrica, curata dall’invadente e conturbante giornalista Tiziana Bonazza, aveva decretato come “Poliziotto dell’anno” il commissario Cantagallo.
Il Questore lo aveva messo alle strette e Cantagallo aveva capito che sarebbe stato difficile rifiutare.
Il commissario, comunque, non rinunciò a difendersi e cercò di opporsi su tutta la linea. Lui era un poliziotto e non uno di questi tipi che scrivono di tutto su internet perché non hanno niente da fare dalla mattina alla sera. Ma invano.
Zondadari invocò la ragione di Stato, lo spirito di sacrificio e pure la moglie di Fontanarosa che ci teneva tanto.
Così, dopo le solite schermaglie, dovette accettare “obtorto collo”, per dirla con un latinismo del Questore, la diretta su facebook dal commissariato.
Il commissario decise di parlare di un'indagine in corso. Avrebbe descritto i fatti di un delitto avvenuto in paese la settimana prima. Avrebbe esposto sul web i dettagli investigativi di ciò che sarebbe stato riportato sulla carta stampata dai quotidiani locali.
Il commissario concordò col Questore che per l’indagine di quel delitto gli occorreva almeno una settimana e di conseguenza si sarebbe collegato per tre giorni in modo da portare a termine il sospirato progetto di Fontanarosa.
Zondadari però disse che, oltre a questo, Cantagallo doveva esaudire una richiesta particolare di Fontanarosa. Il Sostituto voleva che in ogni diretta fosse descritta una ricetta.
Il commissario capì che anche quella era una richiesta della moglie di Fontanarosa.
Il Sostituto temeva gli ascolti bassi dell’evento e si era premunito. La ricetta doveva essere presente, così come avviene in tante trasmissioni televisive, perché le ricette facevano sempre “ascolti” con le signore di ogni età.
Cantagallo tentò di opporsi in tutti i modi a quella cosa ridicola. Era un commissario e non un cuoco come Vissani. Non poteva mettersi a scrivere un ricettario in diretta solo perché voleva così Fontanarosa.
Ma non ce la fece ad averla vinta.
Zondadari fu irremovibile e lo minacciò per l’ennesima volta di trasferirlo baracca e burattini all’Ufficio Stranieri della Questura di Castronuovo. Poi il Questore chiuse definitivamente la questione ma scoprì le carte. Sentenziò che era stata proprio la moglie di Fontanarosa ad aver insistito tanto perché la ricetta fosse trasmessa nella diretta.
Cantagallo capì che era un'offerta che non poteva rifiutare e accettò di malavoglia. Si convinse che qualcosa si sarebbe inventato o che qualcuno l’avrebbe aiutato. Poteva chiedere alla signora Romina del ristorante Attanasio e anche a Razzo, il cuoco dilettante della squadra.
Cantagallo si preoccupava anche di come avrebbe descritto l'indagine. Era tanto che non scriveva più rapporti: rileggeva quelli scritti dai colleghi. Comunicava a parole con il Questore, mai per scritto. Non era un frequentatore di social network, non mandava messaggini e aveva rapporti occasionali col telefonino.
Non era nemmeno una persona cui piacesse scrivere. La scrittura lo costringeva a rispettare le regole grammaticali, che non sopportava fin dalle scuole superiori. Preferiva leggere.
I temi non erano mai stati il suo forte e aveva una profonda avversione verso tutto quello che doveva scrivere basandosi su un argomento che gli fosse stato indicato da altri.
Per evitare brutte figure grammaticali, si fece dare una mano da un'amica di famiglia: la professoressa di Italiano Elisa Bonavita. La professoressa, già presente su facebook per socializzare con i suoi studenti, si sarebbe collegata nei giorni delle dirette. La professoressa stabilì che avrebbe cliccato su “Mi piace” per le frasi scritte in italiano corretto, altrimenti lo avrebbe chiamato subito al telefono per dirgli l’errore e fargli modificare quello che aveva scritto.
Cantagallo fu costretto a confrontarsi di nuovo con una specie di tema a sfondo poliziesco. La prova scritta fu superata e, tranne qualche errore veniale, il commissario riuscì a ottenere la sufficienza.
Poi dovette risolvere il problema “facebook”."
Cantagallo non capì cosa c’entrasse la sua voce con la diretta su facebook, visto che doveva scrivere e non parlare, ma non volle puntualizzare questo fatto per non apparire scortese nei confronti della signora Capodimonte.
Il Questore gli comunicò che non doveva porre tempo in mezzo e mettersi subito a disposizione per questa operazione che coinvolgeva i massimi livelli della Questura.
In tutta quella valanga di parole, Cantagallo non aveva ancora capito cosa dovesse fare come "portavoce".
Poi il Questore glielo comunicò e il commissario ammutolì.
Si trattava di descrivere in diretta su facebook le fasi salienti di un’indagine poliziesca, obbligatoriamente di un delitto. Il Questore sottolineò che a Fontanarosa la cosa premeva moltissimo. Anche perché aveva già speso la parola col Ministro dell'Interno che entro la fine dell’anno avrebbe impiegato un commissariato di zona come “pilota” del progetto “Commissariato on-line”.
Fontanarosa aveva indicato che il commissario Cantagallo era il poliziotto più adatto a quell'attività moderna e al passo coi tempi. Negli ultimi anni era salito alla ribalta della cronaca dei giornali locali per aver risolto casi di delitti complicati. Cantagallo era il commissario del momento e non poteva tirarsi indietro. Il Questore aveva indorato la pillola aggiungendo che, secondo i sondaggi pubblicati dalla rubrica settimanale “Donna più” del Corriere di Castronuovo, era diventato un idolo per le donne di ogni età della provincia castrese. La rubrica, curata dall’invadente e conturbante giornalista Tiziana Bonazza, aveva decretato come “Poliziotto dell’anno” il commissario Cantagallo.
Il Questore lo aveva messo alle strette e Cantagallo aveva capito che sarebbe stato difficile rifiutare.
Il commissario, comunque, non rinunciò a difendersi e cercò di opporsi su tutta la linea. Lui era un poliziotto e non uno di questi tipi che scrivono di tutto su internet perché non hanno niente da fare dalla mattina alla sera. Ma invano.
Zondadari invocò la ragione di Stato, lo spirito di sacrificio e pure la moglie di Fontanarosa che ci teneva tanto.
Così, dopo le solite schermaglie, dovette accettare “obtorto collo”, per dirla con un latinismo del Questore, la diretta su facebook dal commissariato.
Il commissario decise di parlare di un'indagine in corso. Avrebbe descritto i fatti di un delitto avvenuto in paese la settimana prima. Avrebbe esposto sul web i dettagli investigativi di ciò che sarebbe stato riportato sulla carta stampata dai quotidiani locali.
Il commissario concordò col Questore che per l’indagine di quel delitto gli occorreva almeno una settimana e di conseguenza si sarebbe collegato per tre giorni in modo da portare a termine il sospirato progetto di Fontanarosa.
Zondadari però disse che, oltre a questo, Cantagallo doveva esaudire una richiesta particolare di Fontanarosa. Il Sostituto voleva che in ogni diretta fosse descritta una ricetta.
Il commissario capì che anche quella era una richiesta della moglie di Fontanarosa.
Il Sostituto temeva gli ascolti bassi dell’evento e si era premunito. La ricetta doveva essere presente, così come avviene in tante trasmissioni televisive, perché le ricette facevano sempre “ascolti” con le signore di ogni età.
Cantagallo tentò di opporsi in tutti i modi a quella cosa ridicola. Era un commissario e non un cuoco come Vissani. Non poteva mettersi a scrivere un ricettario in diretta solo perché voleva così Fontanarosa.
Ma non ce la fece ad averla vinta.
Zondadari fu irremovibile e lo minacciò per l’ennesima volta di trasferirlo baracca e burattini all’Ufficio Stranieri della Questura di Castronuovo. Poi il Questore chiuse definitivamente la questione ma scoprì le carte. Sentenziò che era stata proprio la moglie di Fontanarosa ad aver insistito tanto perché la ricetta fosse trasmessa nella diretta.
Cantagallo capì che era un'offerta che non poteva rifiutare e accettò di malavoglia. Si convinse che qualcosa si sarebbe inventato o che qualcuno l’avrebbe aiutato. Poteva chiedere alla signora Romina del ristorante Attanasio e anche a Razzo, il cuoco dilettante della squadra.
Cantagallo si preoccupava anche di come avrebbe descritto l'indagine. Era tanto che non scriveva più rapporti: rileggeva quelli scritti dai colleghi. Comunicava a parole con il Questore, mai per scritto. Non era un frequentatore di social network, non mandava messaggini e aveva rapporti occasionali col telefonino.
Non era nemmeno una persona cui piacesse scrivere. La scrittura lo costringeva a rispettare le regole grammaticali, che non sopportava fin dalle scuole superiori. Preferiva leggere.
I temi non erano mai stati il suo forte e aveva una profonda avversione verso tutto quello che doveva scrivere basandosi su un argomento che gli fosse stato indicato da altri.
Per evitare brutte figure grammaticali, si fece dare una mano da un'amica di famiglia: la professoressa di Italiano Elisa Bonavita. La professoressa, già presente su facebook per socializzare con i suoi studenti, si sarebbe collegata nei giorni delle dirette. La professoressa stabilì che avrebbe cliccato su “Mi piace” per le frasi scritte in italiano corretto, altrimenti lo avrebbe chiamato subito al telefono per dirgli l’errore e fargli modificare quello che aveva scritto.
Cantagallo fu costretto a confrontarsi di nuovo con una specie di tema a sfondo poliziesco. La prova scritta fu superata e, tranne qualche errore veniale, il commissario riuscì a ottenere la sufficienza.
Poi dovette risolvere il problema “facebook”."
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