Quella
era forse la parte più dura del suo lavoro di poliziotto: sollevare i risvolti
drammatici dei delitti, prenderli in mano, analizzarne freddamente i contorni,
ripercorrere la fitta trama ordita dall’assassino e trovare la ragione di certi
accadimenti per scoprire il colpevole. Ma chi era poi il colpevole? Colui che
commetteva coscienziosamente un reato, oppure colui che metteva in atto
un’azione terribile senza ritorno, per reagire a un destino a lui avverso e dal
quale non sapeva uscirne fuori in un altro modo? Le persone, che fino a quel
momento aveva conosciuto perché avevano commesso degli omicidi, non erano mai
delinquenti professionisti ma solo dei disgraziati che, nel delitto, avevano
trovato una via d’uscita a tutti i loro problemi. Una via sbrigativa, una via
preferenziale per chiudere i conti con tutto e tutti, a volte anche ponendo
fine alla propria stessa vita. Forse il colpevole era qualcos’altro. Era un
individuo che si ritrovava addosso un fardello ingombrante e insostenibile.
Qualcosa più grande della stessa persona, qualcosa che pesava talmente tanto
che l’individuo non ce la faceva a sostenerlo e preferiva disfarsene, ponendo
fine alla vita altrui, piuttosto che sopportarne il peso chiedendo aiuto
all’altro.
Questo
è un post tratto dal nuovo giallo del commissario Cantagallo che nel 2017 è
stato pubblicato da Cristian Cavinato della Cavinato Editore International di
Brescia. Il giallo "FLACONI E VECCHIE RICETTE" è un'indagine di
paese che si svolge a Collitondi, località toscana nelle zone del Chianti.
I gialli di Cantagallo
sono in vendita anche su IBS
in formato ebook e libro
Buona lettura con i gialli del
commissario Cantagallo.
P.S. Leggete quello che vi pare, basta che leggiate.
P.S. Leggete quello che vi pare, basta che leggiate.
Ma
ricordate sempre che:
"Leggere i gialli di Cantagallo non è un dovere
"Leggere i gialli di Cantagallo non è un dovere
ma è un piacere per l'autore (e per
l'editore)".
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