Una lettera anonima apre la pista delle indagini del delitto
Il commissario Cantagallo
è all'inizio dell'indagine e in assenza di qualche fatto importante che giustifichi una certa pista investigativa non sa dove indirizzare le ricerche dei suoi uomini. Sa benissimo che non deve perdere tempo e che deve trovare dei risultati al più presto per giustificarsi col Questore che gli tiene il fiato sul collo. Mentre pensa a quello che si potrebbe inventare per giustificare la sua zione, gli capita a proposito una buona opportunità che coglie al volo.
Quello che segue è un estratto del
nuovo giallo del commissario Cantagallo che nel 2017 è stato pubblicato da
Cristian Cavinato della Cavinato Editore
International di Brescia. Il giallo "FLACONI E VECCHIE RICETTE" è un'indagine di paese che si
svolge a Collitondi, località toscana nelle zone del Chianti.
Buona lettura!
Per
la morte della Cancellara avrebbe incaricato la vice di avviare un minimo
d’indagine nella clinica, per la denuncia estorta con ragione al direttore e con
cui era riuscito a pararsi il culo col Questore.
Invece, del decesso del Becattelli se ne
sarebbe occupato personalmente e con Zorro si sarebbe inventato una scusa
qualsiasi per giustificare la chiamata della Scientifica. Gli venne in mente
una buona idea. Una telefonata anonima al commissariato che denunciava
un’aggressione nella strada in cui era stato trovato morto il veterinario. Sì, andava
proprio bene. Chi avrebbe potuto smentirlo? Nessuno. Una telefonata anonima era
un’idea geniale. Se lo ripeteva mentalmente per convincersi: “Anonima”,
“Anonima”. Ma si accorse che quella stessa parola, forse per il gran caldo,
riecheggiava nella stanza. Oggi doveva essere la giornata che sentiva le voci.
Però, nell'ufficio la voce si sentiva forte
e chiara.
«Anonima, anonima, anonima! Butta male,
commissario. È arrivata una lettera anonima!».
Era la voce di Baccio. Era entrato
nell’ufficio e faceva di tutto per attirare l’attenzione di Cantagallo che
sembrava distratto.
«No, Baccio. È una telefonata anonima. È
una mia idea che ti dirò. Ma che dici?».
«Ma di che telefonata parla, commissario?
Non c’è stata nessuna telefonata anonima. Ma una lettera sì, invece. Hanno
suonato e l’hanno infilata dentro il portone».
Cantagallo ancora non capiva. Era sempre
preso dal ragionamento precedente sulla telefonata anonima.
«E che c’entra ora questa lettera?».
«Io non lo so di certo. Quando l’ho vista,
ho aperto subito il portone ma non c’era più nessuno» e gliela appoggiò sulla
scrivania.
Era una normale busta bianca da lettere come
tante altre, dove in stampatello e con bella calligrafia, c’era scritto a chi era
indirizzata.
AL COMMISSARIO CANTAGALLO
Il commissario s’infilò un paio di guanti
in lattice che aveva preso da un contenitore che teneva nel cassetto.
Prese un tagliacarte e aprì la busta, con
molta delicatezza e attenzione.
Era un po’ scettico. Ma chi poteva mai
indirizzargli una lettera anonima? Era una cosa da gialli polizieschi, da
indagini dell’ispettore Poirot, ma non da commissariato di provincia. Alzò
dubbioso le sopracciglia e proseguì. Allargò i lembi tagliati e guardò dentro.
C’era un foglio bianco. Lo tirò fuori e lesse quello che c’era scritto con gli
stessi caratteri a stampatello della busta.
IL VETERINARIO E' STATO UCCISO DA QUELLA FACCIA A CULO DEL FRATELLO
CHE HA IN AFFITTO IL PRIVE' E CHE VUOLE PRENDERSI L'EREDITA'.
UN AMICO
Ecco
servita su un piatto d’argento la scusa vera e sacrosanta per il Questore. E
non si doveva inventare niente.
«Che c’è scritto?» domandò Baccio sulle
spine.
«Un “amico” mi dice che il veterinario è
stato ucciso dal fratello. Lo definisce pure “faccia a culo” e dice anche che questo
fratello ha in affitto il Privè, quel night club fuori Collitondi».
«Com’è possibile che l’abbia ucciso? Non è
morto d’infarto?».
«Così ha detto Stroncapettini. Fai venire
qui Bandino e Razzo» poi prima che uscisse. «Mi raccomando, la lettera è stata
trovata da te stamattina presto e poi abbiamo chiamato quelli della Scientifica.
Chiaro?».
«Chiaro e lo dico anche a quei due».
«Bravo. Già che ci sei, dillo anche alla
vice, c’era anche lei sul posto. Dopo che ho fatto con Bandino e Razzo, le dici
di venire da me. Baccio, cosa farei senza di te e il tuo archivio ordinato. Sei
un poliziotto inappuntabile e preciso».
«Dovere, commissario».
«Grazie».
«Di che?».
«Della sistemata all’ufficio».
«Non ci prenda l’abitudine» disse
sorridendo e se ne andò soddisfatto come se avesse ricevuto la medaglia al
valore del perfetto poliziotto.
Bandino e Razzo si passavano la lettera
anonima tra le mani, come se avessero un antico papiro egizio di cui dovevano
decifrare i geroglifici. Scuotevano il capo, mugugnavano, aggrottavano la
fronte come se fossero assorti in chissà quale ragionamento. Sembravano due
egittologi ingaggiati come consulenti tecnici per il commissariato. Bandino
trascriveva le parole della lettera sul suo taccuino. Razzo teneva sollevato il
foglio per guardarlo in controluce.
Cantagallo osservava i colleghi. Dopo un po’
decise di interrompere quel consulto scientifico "d’Egitto".
«Oh, Razzo! Ma che guardi? La filigrana?».
«No, commissario. Fatto sta, che potrebbero
esserci delle parole segrete scritte con l’inchiostro simpatico. Le lettere
anonime possono celare dei messaggi nascosti» replicò deciso. Fece poi uno
sguardo furbo e strizzò l’occhio a Bandino in segno d’intesa. «Giusto,
Bandino?».
«Giusto! Sta di fatto, che bisognerebbe
tenere in considerazione anche l’eventuale anagramma delle parole che potrebbero
nascondere il nome e cognome dell’assassino».
Gli egittologi “d’Egitto” avevano espresso
il loro parere. Brancolavano nel deserto delle informazioni. Quel foglio, se
non fosse stato corto e rigido, l’avrebbero conservato volentieri per sopperire
alla mancanza di carta igienica, che nei luoghi desertici, si sa, non abbonda,
così come le piante verdi a foglia larga adatte all’uso. Non restava che
rivolgersi alla loro conterranea misteriosa: la Sfinge.
«Ma quale inchiostro simpatico e anagramma!
Ma che vi siete rincoglioniti anche voi per il caldo? Probabilmente l’ha
mandata un idiota di un mitomane che quando ha visto il veterinario morto ha
avuto la bella pensata di farci avere la lettera per finire sui giornali».
«E che ce ne facciamo?» fecero insieme i
due, giustificando la domanda con ampi gesti delle mani a significare la totale
irrilevanza della lettera in questione.
«Serve solo per tenere buono il Questore
visto che è stata chiamata di nuovo la Scientifica. Comunque, sempre di lettera
anonima si tratta e dobbiamo seguire la procedura. Per ora, prendiamo
informazioni sul veterinario e sul fratello. Poi, vediamo quello che emerge e
semmai ci spingiamo più a fondo nelle indagini. Lo sapete meglio di me che non
voglio sottovalutare nulla».
Buona lettura con i
gialli del commissario Cantagallo.
I gialli di Cantagallo sono in
vendita anche su IBS in ebook e libro
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