sabato 3 ottobre 2015

Cantagallo e il medico del porto

Il commissario Cantagallo non può stare in pace nemmeno quando va in ferie. A Castiglioni Marina, un paesino di pescatori della Toscana del sud dove passa abitualmente le ferie estive, quando capita un delitto, i carabinieri del paese lo coinvolgono nelle indagini. Lui decide di collaborare, non tanto per fare piacere al comandante della caserma, il maresciallo Guerra, ma semmai per non deludere il suo amico, collega di Guerra, maresciallo Tompetrini: tutto un'altro tipo di uomo e soprattutto di carabiniere. Nelle indagini "marine" non va mai tutto liscio anche perché Cantagallo si deve confrontare con un personaggio che gli fa venire il prurito solo a vederlo: il medico del porto dottor Lanzara. Lanzara si vuole spacciare come medico legale ma non ci capisce assolutamente niente e propina affermazioni senza senso per spiegare le cause della morte. Proprio su questo fatto vi propongo un brano tratto dal giallo "Segreto fra le righe", che trovate anche su Feltrinelli
http://www.lafeltrinelli.it/ebook/marazzoli-fabio/segreto-righe/9788899121310

Buona lettura!



(...) dal giallo "Segreto fra le righe"


Cantagallo, quando entrava in ballo il dottor Lanzara, rimaneva sempre perplesso. Il commissario aveva constatato, in precedenti occasioni, che le consulenze medico legali del dottore non erano mai azzeccate. Il dottor Rodolfo Lanzara faceva il medico generico del Pronto Soccorso presso il porto di Castiglioni Marina. Era nativo di un piccolo paese calabrese, non era di Castiglioni. Voleva dimostrare a tutti che poteva fare anche il “medico legale”, anche se non era assolutamente competente. Non eseguiva un’adeguata ispezione del cadavere e tirava sempre delle conclusioni affrettate per liberarsi dell’impiccio, senza minimamente interessarsi alla vera causa della morte. Lui e Cantagallo non si potevano vedere. Il Lanzara aveva sempre un atteggiamento di superiorità nei confronti del commissario ed era pure uno strafottente. Inoltre aveva delle irremovibili convinzioni sulle cause di morte che avvenivano a Castiglioni durante i mesi estivi. Il medico era convinto che quando i turisti morivano, morivano sempre per cause accidentali e per uno stile di vita marino tragicamente sbagliato. 

(...)

Cantagallo sapeva benissimo il modo in cui il dottor Lanzara eseguiva le ispezioni dei cadaveri: non metteva dei guanti nuovi, fumava mentre eseguiva i controlli, e, a volte, faceva pure uno spuntino durante l’autopsia, con le molliche di pane che cadevano sul corpo della vittima. Infine, era uno dei pochi medici e uomini al mondo che aveva i baffi con la forfora.
A Cantagallo solo la vista di quell’uomo gli faceva venire il prurito. 

(...)

Poco più in là c’era il dottor Lanzara in un chiaro “atteggiamento professionale”: era stravaccato su uno scoglio piatto con la testa appoggiata alla sua borsa che gli faceva da cuscino. Aveva in bocca una sigaretta accesa con la cenere che cadeva sulla maglietta polo di colore blu. La cenere si notava poco perché si confondeva con le scaglie di forfora depositate lungo le maniche e sulle spalle della stessa maglietta. Il medico sonnecchiava, sbirciava con gli occhi semi chiusi accecati dal sole: sembrava una specie di mollusco gigante, imparentato con la seppia, che la violenza dell’acqua aveva scaraventato sugli scogli.
Alla vista di Cantagallo il dottor Lanzara si destò dal torpore, si sollevò dallo scoglio, dette una spolverata veloce alla maglia per togliere la cenere, senza migliorare la situazione, anzi peggiorandola, e si rivolse al commissario.
«Cantagallo! È venuto in qua a raccogliere cozze? Stia attento, perché a piedi nudi si scivola che è una meraviglia!»
«Non si preoccupi, Lanzara! Pensi lei, piuttosto, a non scivolare in certe situazioni dove ci può rimettere anche l’osso del collo!»
«Che mi devo preoccupare, commissario?»
«Non lo so. Io, comunque, l’ho avvertita.»
«E ha fatto bene. Ma era meglio se avvertiva quest’uomo. Questo disgraziato è venuto proprio qui a sbattere la testa sugli scogli. Io lo dico sempre: “Gente di mare in posto di mare”. Al mare ci devono stare i pescatori e non i muratori. E queste sono le conseguenze. Il Corsi, poi, non era nemmeno di qui. Era nato a Rosereto e faceva il muratore stagionale. A proposito di quell’osso del collo che dice lei, io lo dico sempre a questi muratori che lavorano in proprio: “State attenti a dove mettete i piedi. Non lavorate di notte. Un giorno o l’altro succede che perdete l’equilibrio e vi rompete l’osso del collo!”. Questa è una classica “morte bianca” per causa accidentale, non ho dubbi. Questo è il mio “modesto” parere» e concluse l’arringa mandando uno sbuffo di fumo.
«Lanzara, quando avrò bisogno di un suo parere glielo chiederò» rispose irritato il commissario. «Al momento bastiamo e avanziamo.»

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