Oggi
vi propongo in lettura un estratto simpatico e divertente (spero!) del nuovo
giallo di quest'anno dell'indagine di paese "Flaconi e vecchie
ricette".
Una donna anziana della clinica Villa Paradiso è stata trovata morta,
il direttore della clinica si è allarmato visto che è il terzo caso che accade
in poche settimane e ha avvertito la Polizia. Il colloquio telefonico con i poliziotti
è agitato e nervoso. E per errore è stata chiamata la Scientifica di
Castronuovo, con il medico legale dottor Baglioni in testa al gruppo e, come se
non bastasse, pure di domenica sera. In questo frangente, il commissario
Cantagallo deve giustificare col suo amico medico (soprannominato dallo stesso
commissario col nomignolo di Stroncapettini) la chiamata a vuoto, siccome c'è
stato un frainteso fra i poliziotti che hanno ricevuto la chiamata dalla
clinica. I poliziotti credevano che la donna fosse stata uccisa. La Scientifica
si è precipitata sul posto e Stroncapettini, già tutto bardato per compiere il
suo dovere, sopravanza il gruppo degli "scientifici". Cantagallo sa
che si dovrà sorbire la "lavata di capo" del medico legale e soprattutto
quella del Questore. Stroncapettini sa come prenderlo, ma si deve inventare una
scusa a prova di bomba per il Questore.
Quello che segue è un estratto del nuovo
giallo del commissario Cantagallo che nel 2017 è stato pubblicato da Cristian
Cavinato della Cavinato Editore
International di Brescia. Il giallo "FLACONI E VECCHIE RICETTE" è un'indagine di paese che si
svolge a Collitondi, località toscana nelle zone del Chianti.
Buona lettura!
«Ma perché il dottor Baglioni è qui con la Scientifica?! Ma chi glielo
ha detto?!».
Bandino si strinse nelle spalle e mimò con le mani il gesto di quelli
che non sanno nulla. La vice scosse il capo e fece anche il segno del tipo:
“Non chiedetelo a me che non c’entro niente”.
Razzo si avvicinò a Cantagallo e gli parlò piano all’orecchio.
«Sono arrivate le tre Grazie!».
«Le tre Grazie?».
«Sì, Grazia Bentivoglio, che tanto non c’’è mai, Graziella Buongusto,
che anche se c’è è come se non ci fosse, e poi…».
Rimase un attimo in silenzio, in attesa che il commissario concludesse
la frase.
«E poi c’è il Baglioni».
«Grazie al cazzo!».
Razzo si mise a ridere come un matto. Si ricordava l’esclamazione che Stroncapettini
ripeteva quando era parecchio incavolato. Bandino e la vice non capivano. Bandino
lo prese per un braccio e lo portò via per farsi spiegare il motivo della
risata.
Cantagallo si tratteneva con difficoltà, visto che il medico legale era in
avvicinamento. Avrebbe dato volentieri un bel calcio nel sedere a Razzo che in
certe occasioni sembrava lo facesse apposta per cercare il lato ridicolo di
ogni situazione in cui si trovavano. In effetti, pensava Cantagallo, la battuta
di Razzo era molto azzeccata per il truppone della Scientifica che da quel
momento fu battezzato le “Tre Grazie”. Doveva ricordarsi di dirlo a Baccio. Poi
fece mente locale che Stroncapettini non sarebbe stato del suo stesso umore
quando avesse saputo che la defunta non era stata uccisa.
«Ora, Paolo se la piglia con me e
devo fare pure le scuse a lui e agli “scientifici”».
«Ma chi ha preso la telefonata?» chiese la vice. «Cappera, per caso?».
Seguì un minuto di silenzio che servì al commissario per ricapitolare
quello che poteva essere accaduto.
«Sì, è vero. Il telefono del commissariato era girato sul telefonino di
Cappera. Dovevo dirglielo io di non chiamare la Scientifica. Cappera mi ha
detto che il direttore era parecchio agitato perché era morta una donna e
chiedeva di parlare direttamente con me. In tutta quella confusione, me ne sono
scordato. Me la vedo io con il dottor Baglioni e gli altri».
Mentre diceva questo andò incontro al gruppetto.
«Paolone…» iniziò a dire verso l’amico medico mentre fece segno agli
altri di fermarsi un secondo.
«Che succede?! Quando mi dici Paolone, c’è qualcosa che non va. Che mi
hai fatto chiamare alla cazzo di cane, Angelino? Non mi hai mica fatto venire fin
qua di domenica per sbaglio?! Eh?!».
«Paolone è andata così. C’è stato, per così dire, un difetto di
comunicazione con la collega Capperucci che…».
«Ah! Me lo dovevo immaginare» sospirò il medico scuotendo il capo e
togliendosi la mascherina dalla bocca. «Non è nemmeno la prima volta che
capita. Quando c’è di mezzo quella fava brillata di Cappera c’è sempre qualche
casino. E pensare che mi ero già preparato per fare prima…».
«Andiamo per ordine. Cerchiamo di giustificare in qualche modo la tua
presenza e quella dei colleghi. E ti ringrazio».
«Grazie al cazzo! Non sto mica a pettinare le bambole! A me della tua
giustificazione m’importa una bella sega!».
«Ascolta, non dobbiamo dare troppe spiegazioni al direttore della
clinica che mi sembra già preoccupato di vedervi qui. Ci penso io a parlargli e
tu reggimi il moccolo, qualunque cosa io dica».
«Fai come ti pare, Angelino. Basta che non mi infili in un altro
casino!».
«Stai tranquillo, Paolone».
«Non mi dire di stare tranquillo e soprattutto non chiamarmi Paolone! Cazzo!».
Il gruppetto, con Cantagallo in testa, si diresse verso la camera.
Il commissario spalancò un sorriso di convenienza e si rivolse all’inorridito
direttore che alla vista degli “scientifici” bardati di tutto punto si era
irrigidito come un sostegno per la flebo. Era fermo, immobile, non muoveva un
muscolo, sembrava che avesse visto delle bestie feroci. Cantagallo volle
rassicurarlo.
I gialli di Cantagallo sono in
vendita anche su IBS in formato ebook e libro
Buona lettura con i gialli del
commissario Cantagallo.
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