domenica 27 agosto 2017

I gialli di Cantagallo sono tutta un'altra cosa: "Flaconi e vecchie ricette"



Oggi vi propongo in lettura un estratto simpatico e divertente (spero!) del nuovo giallo di quest'anno dell'indagine di paese "Flaconi e vecchie ricette"
Una donna anziana della clinica Villa Paradiso è stata trovata morta, il direttore della clinica si è allarmato visto che è il terzo caso che accade in poche settimane e ha avvertito la Polizia. Il colloquio telefonico con i poliziotti è agitato e nervoso. E per errore è stata chiamata la Scientifica di Castronuovo, con il medico legale dottor Baglioni in testa al gruppo e, come se non bastasse, pure di domenica sera. In questo frangente, il commissario Cantagallo deve giustificare col suo amico medico (soprannominato dallo stesso commissario col nomignolo di Stroncapettini) la chiamata a vuoto, siccome c'è stato un frainteso fra i poliziotti che hanno ricevuto la chiamata dalla clinica. I poliziotti credevano che la donna fosse stata uccisa. La Scientifica si è precipitata sul posto e Stroncapettini, già tutto bardato per compiere il suo dovere, sopravanza il gruppo degli "scientifici". Cantagallo sa che si dovrà sorbire la "lavata di capo" del medico legale e soprattutto quella del Questore. Stroncapettini sa come prenderlo, ma si deve inventare una scusa a prova di bomba per il Questore. 

Quello che segue è un estratto del nuovo giallo del commissario Cantagallo che nel 2017 è stato pubblicato da Cristian Cavinato della Cavinato Editore International di Brescia. Il giallo "FLACONI E VECCHIE RICETTE" è un'indagine di paese che si svolge a Collitondi, località toscana nelle zone del Chianti.
Buona lettura! 




     «Ma perché il dottor Baglioni è qui con la Scientifica?! Ma chi glielo ha detto?!».
    Bandino si strinse nelle spalle e mimò con le mani il gesto di quelli che non sanno nulla. La vice scosse il capo e fece anche il segno del tipo: “Non chiedetelo a me che non c’entro niente”.  
    Razzo si avvicinò a Cantagallo e gli parlò piano all’orecchio.
    «Sono arrivate le tre Grazie!».
    «Le tre Grazie?».
    «Sì, Grazia Bentivoglio, che tanto non c’’è mai, Graziella Buongusto, che anche se c’è è come se non ci fosse, e poi…».
    Rimase un attimo in silenzio, in attesa che il commissario concludesse la frase.
    «E poi c’è il Baglioni».
    «Grazie al cazzo!».
    Razzo si mise a ridere come un matto. Si ricordava l’esclamazione che Stroncapettini ripeteva quando era parecchio incavolato. Bandino e la vice non capivano. Bandino lo prese per un braccio e lo portò via per farsi spiegare il motivo della risata.
    Cantagallo si tratteneva con difficoltà, visto che il medico legale era in avvicinamento. Avrebbe dato volentieri un bel calcio nel sedere a Razzo che in certe occasioni sembrava lo facesse apposta per cercare il lato ridicolo di ogni situazione in cui si trovavano. In effetti, pensava Cantagallo, la battuta di Razzo era molto azzeccata per il truppone della Scientifica che da quel momento fu battezzato le “Tre Grazie”. Doveva ricordarsi di dirlo a Baccio. Poi fece mente locale che Stroncapettini non sarebbe stato del suo stesso umore quando avesse saputo che la defunta non era stata uccisa.
    «Ora, Paolo se la piglia con me e devo fare pure le scuse a lui e agli “scientifici”».
    «Ma chi ha preso la telefonata?» chiese la vice. «Cappera, per caso?».
    Seguì un minuto di silenzio che servì al commissario per ricapitolare quello che poteva essere accaduto.
    «Sì, è vero. Il telefono del commissariato era girato sul telefonino di Cappera. Dovevo dirglielo io di non chiamare la Scientifica. Cappera mi ha detto che il direttore era parecchio agitato perché era morta una donna e chiedeva di parlare direttamente con me. In tutta quella confusione, me ne sono scordato. Me la vedo io con il dottor Baglioni e gli altri».
    Mentre diceva questo andò incontro al gruppetto.
    «Paolone…» iniziò a dire verso l’amico medico mentre fece segno agli altri di fermarsi un secondo.
    «Che succede?! Quando mi dici Paolone, c’è qualcosa che non va. Che mi hai fatto chiamare alla cazzo di cane, Angelino? Non mi hai mica fatto venire fin qua di domenica per sbaglio?! Eh?!». 
    «Paolone è andata così. C’è stato, per così dire, un difetto di comunicazione con la collega Capperucci che…».
    «Ah! Me lo dovevo immaginare» sospirò il medico scuotendo il capo e togliendosi la mascherina dalla bocca. «Non è nemmeno la prima volta che capita. Quando c’è di mezzo quella fava brillata di Cappera c’è sempre qualche casino. E pensare che mi ero già preparato per fare prima…».
    «Andiamo per ordine. Cerchiamo di giustificare in qualche modo la tua presenza e quella dei colleghi. E ti ringrazio».
    «Grazie al cazzo! Non sto mica a pettinare le bambole! A me della tua giustificazione m’importa una bella sega!».
    «Ascolta, non dobbiamo dare troppe spiegazioni al direttore della clinica che mi sembra già preoccupato di vedervi qui. Ci penso io a parlargli e tu reggimi il moccolo, qualunque cosa io dica».
    «Fai come ti pare, Angelino. Basta che non mi infili in un altro casino!».
    «Stai tranquillo, Paolone».
    «Non mi dire di stare tranquillo e soprattutto non chiamarmi Paolone! Cazzo!».
    Il gruppetto, con Cantagallo in testa, si diresse verso la camera.
    Il commissario spalancò un sorriso di convenienza e si rivolse all’inorridito direttore che alla vista degli “scientifici” bardati di tutto punto si era irrigidito come un sostegno per la flebo. Era fermo, immobile, non muoveva un muscolo, sembrava che avesse visto delle bestie feroci. Cantagallo volle rassicurarlo.





I gialli di Cantagallo sono in vendita anche su IBS in formato ebook e libro

Buona lettura con i gialli del commissario Cantagallo.



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