Oggi
vi propongo in lettura un estratto simpatico e divertente (spero!) dell'altro nuovo
giallo di quest'anno dell'indagine di mare "La collana di ambra".
Una
giovane donna polacca è stata trovata morta sulla spiaggia di Sant'Andrea e si sospetta, a sentire l'incapace dottor Lanzara che non è un medico legale, di una morte per overdose. Il maresciallo Guerra vuol essere sicuro di quello che è accaduto, non è la prima volta che il dottor Lanzara prende lucciole per lanterne, e coinvolge il commissario Cantagallo.Stavolta Guerra non vuole perdere tempo e va a prendere il poliziotto direttamente col gommone della Guardia Costiera. Il carabiniere è agitato perché si deve fare alla svelta. Guerra spiega la situazione a Cantagallo. La giovane è morta sulla spiaggia di uno stabilimento balneare e i turisti paganti premono all'entrata per andare all'ombrellone. Sul posto è rimasto il medico del porto, il dottor Lanzara, che attende quello che dirà il maresciallo Guerra. Il poliziotto non ne vuole sapere ma alla fine Guerra riesce a convincerlo per l'ennesima volta e a portarlo sul posto. Così Cantagallo è imbarcato sul gommone e insieme a Guerra si dirige alla Punta Sant'Andrea per vedere la donna morta. Il commissario Cantagallo trova sul luogo del delitto il dottor Lanzara e, siccome non si possono sopportare a vicenda, iniziano subito le solite schermaglie di benvenuto fra i due.
Quello che segue è un estratto del nuovo
giallo del commissario Cantagallo che nel 2017 è stato pubblicato da Cristian
Cavinato della Cavinato Editore
International di Brescia. Il giallo "LA COLLANA DI AMBRA" è un'indagine di mare che si svolge a Castiglioni
Marina, borgo marinaro toscano nelle zone della Maremma.
Buona lettura!
In quegli anni d’indagini svolte in paese, puntualmente, tutte le volte
che Lanzara si pronunciava nell’autopsia di un cadavere, non ne aveva mai
azzeccata una. Ciò nonostante, manteneva sempre un atteggiamento borioso di
superiorità nei confronti di tutti, soprattutto del commissario. Cantagallo non
lo sopportava e la cosa era reciproca. I due non lo davano a vedere, se lo
dicevano proprio in faccia.
«Dottor Lanzara, c’è anche lei? Le si è fulminato l’Allegro Chirurgo?
Stia attento a dove mette le mani, che qui non c’è la lampadina che suona!».
«Commissario Cantagallo, anche lei qui? Quando mi hanno avvertito di un
cadavere in spiaggia, pensavo di trovarla stecchita per una brutta congestione,
da nuotata dopo colazione!».
«Mi dispiace, dottore. La mattina mi mantengo leggero e faccio il bagno
rigorosamente dopo tre ore. Stavolta, cosa ha trovato? Mi hanno detto una
siringa. Ma ha guardato bene? Non è che un po’ più in là c’è un coltello
insanguinato?».
«Ho una vista buona, io. Questa ragazza è morta per overdose e glielo
posso mettere per scritto. Una povera disgraziata straniera che, per un eccesso
di follia globalizzante, si è iniettata una dose mortale di eroina. Gli
stranieri dovrebbero ritornare tutti al proprio paese, senza stare qui da noi a
rompere i coglioni. Gironzolano, mangiano, bevono e si drogano. Lavorano
portando via il lavoro alla gente del posto e poi si lamentano se non gli danno
una casa. E poi che ci fa qui una polacca? In Polonia i polacchi, in Italia gli
italiani! E che cazzo! Il mio parere inequivocabile è questo: “La ragazza era
una drogata abituale e, senza ombra di dubbio, è morta per una dose mortale di eroina,
assunta tramite iniezione endovenosa. La morte risale a ieri sera tardi, fra le
nove e la mezzanotte”».
Lanzara concluse il suo sermone ospedaliero, standosene seduto sul bordo
esterno della passatoia delle cabine. Curvo nella postura, teneva le braccia
dondolanti e penzolava i piedi fuori dal bordo: sembrava un gigantesco polipo
che, da quanto fosse brutto, era stato giudicato indigesto pure per il
cacciucco e dimenticato lì. Lo rendeva umano un mezzo sigaro spento, che teneva
stretto alla destra della bocca, anche quando parlava. Indossava una
magliettina dal colore indefinibile, con la scritta a grandi lettere “BOMBAY”,
piena di forfora sulle spalle, e dei pantaloni color kaki, corti al ginocchio
che non avevano visto la lavatrice da qualche settimana. Completavano il quadro
desolante, un paio di infradito rosse che, a causa del colore scuro dei piedi, non
dovuto a un’abbronzatura africana ma piuttosto a un mancato lavaggio per
rottura dell’impianto idraulico, spiccavano come dei coralli su un fondale
marino notturno.
Cantagallo aveva assistito al consueto teatrino del dottore, aveva
ascoltato il suo parere “inequivocabile”, eccetera eccetera.
Intanto, il maresciallo Tompetrini si era avvicinato al commissario per
dargli le solite spiegazioni.
«Anche stavolta, il maresciallo Guerra non c’è l’ha fatta a non
coinvolgerla. Abbiamo telefonato al bagno Rivabella e ci hanno detto che faceva
una passeggiata da queste parti. Allora, Guerra ha preso l’occasione al volo e
siamo venuti a prenderla col gommone della Capitaneria».
«Che vuole che le dica, sono qua. E speriamo che stavolta non si tratti
davvero di un omicidio. Visto che il Lanzara ha detto che…».
«Non s'illuda. Il dottor Lanzara, con tutto il rispetto, mi sembra che non
c’abbia capito nulla. La ragazza non sembrerebbe una che si drogasse abitualmente.
Lo vedrà anche lei».
I gialli di Cantagallo sono in
vendita anche su IBS in formato ebook e libro
Buona lettura con i gialli del
commissario Cantagallo.
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