lunedì 28 marzo 2016

Il commissario Cantagallo e la "Leonessa d'Italia"

Nel 2014 il personaggio toscano del commissario Cantagallo varca i confini della sua regione d'origine, la Toscana, per giungere in Lombardia nella città di Brescia, detta la "Leonessa d'Italia", grazie all'opera del dottor Cristian Cavinato della Cavinato Editore International. 
Qui ripropone ciò che è piaciuto in Toscana: il carattere simpatico e caparbio, la tecnica d'indagine per comporre il "mosaico criminale", i preliminari con il logorroico vicario Bonadonna detto "Garçia", i confronti aspri a colpi di frasi latine e proverbi toscani con il Questore Zondadari detto "Zorro", e i suoi pranzi di lavoro al ristorante "Attanasio" con le passeggiate digestive lungo il fiume insieme a Bandino e Razzo. Cantagallo non è un solitario, non ama i cani sciolti e preferisce prendere le decisioni solo dopo averne parlato attentamente con la sua squadra. Tutti i ragionamenti criminali devono passare anche attraverso i colloqui con i suoi colleghi poliziotti, tanto abili quanto arguti ma sempre vicini alle persone del paese. Come lo è anche il loro commissario. Angelo Cantagallo infatti è "uno di noi" perché non solo è un ottimo poliziotto ma è anche un uomo apprezzato in tutto il paese per le sue doti umane. E a ricordarglielo c'è la vedova Valeriana Faraoni che ogni settimana cucina per i poliziotti del commissariato un piatto fragrante a sorpresa per pranzo.     Cantagallo non ha solo una grande umanità ma anche un fiuto poliziesco particolare per scoprire i criminali. E ha anche una grande perspicacia per capire gli indizi dei crimini. Sembra strano, ma certe volte gli oggetti “parlano” a Cantagallo. Non in modo chiaro e udibile da tutti, certamente. Semmai ognuno di loro parla con un proprio linguaggio che deve essere bene interpretato, per essere compreso nel modo giusto. Ogni oggetto parla una lingua ai più sconosciuta, ma che può benissimo essere compresa da un abile investigatore. Un bravo poliziotto così è in grado di fare da “interprete” e può interpretare il significato di quello che un oggetto vuol dire. Sta al commissario e ai suoi uomini capire il linguaggio degli oggetti raccolti durante un'indagine, decifrarne il messaggio e scoprire il vero contenuto, che contribuisce alla soluzione di un omicidio. 

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