domenica 6 marzo 2016

"LA DONNA COL MEDAGLIONE", l'indagine siciliana del commissario Cantagallo


Indagine siciliana per il commissario Cantagallo che tutti gli anni ‘scende’ in Sicilia con la famiglia per le ferie di settembre. A coinvolgerlo è il suo amico maresciallo Saro Bompensiere, paesano di Capobianco come la moglie di Cantagallo, che è il comandante della Stazione dei Carabinieri di San Rocco Etneo. Il commissario non si tira mai indietro di fronte ai delitti e se glielo chiede Bompensiere, ci si butta a capofitto per fare un favore a un amico, anche se sa già che dovrà sacrificare le sue ferie siciliane. Omicidio a scopo di rapina compiuto dalla mafia locale si suppone in un primo momento, per un uomo ucciso a colpi di pistola in un'auto trovata dentro un boschetto sulla strada per Grammichele. Bompensiere però non ne è convinto e vuol vederci chiaro.  Per questo non ha esitato a tirarci dentro il commissario in ferie. Stavolta Cantagallo è alle prese con degli oggetti particolari che devono essere decifrati per essere ben compresi. Questi indizi sono talmente strani che lo incuriosiscono: un misterioso telegramma da tradurre, una guida turistica da leggere con  attenzione e tanti altri fatti apparentemente semplici e lineari che poi risulteranno complessi e intricati. La matassa da sbrogliare è riccamente intrecciata per un delitto che in apparenza sembra come tanti altri che accadono in quei posti sperduti in mezzo alla Sicilia. Il commissario Cantagallo avrà a disposizione pochi fatti da analizzare e in un primo momento saranno veramente pochi gli elementi con cui potrà costruire il suo “mosaico criminale”. Inizialmente tutto quello che riesce a scoprire indirizza il poliziotto verso una rapina andata male. Poi viene a conoscenza di altri fatti fondamentali che indirizzano l’indagine su un’altra pista. La compravendita di una masseria di asini ragusani, le dichiarazioni di alcuni direttori di banca e la confidenza di una postelegrafonica s’intrecciano in questo giallo, dove la morte corre sul filo del telegrafo. Tutto sembra semplice, forse anche troppo, ma non è così. Poi accade la svolta. La caparbietà di Cantagallo porta al ritrovamento di un fumoso telegramma in dialetto siciliano. Il misterioso telegramma riapre improvvisamente l’indagine verso una nuova pista investigativa imprevedibile. E soprattutto verso l’insospettabile assassino. Il commissario dovrà valutare bene la pista da seguire perché le sorprese non sono ancora finite. Un fatto inaspettato e fondamentale per l’indagine si sovrappone alle tracce che segue Cantagallo, rischiando di portarlo fuori strada. Un fatto inquietante emergerà dal passato e s’intreccerà con il delitto dell’uomo ucciso. Allora tutto sarà chiaro per il commissario che non avrà molto tempo per incastrare il colpevole. Accadrà un ultimo colpo di scena finale che scombussolerà tutto quello che a Cantagallo sembrava chiaro e limpido fino a quel momento. L’assassino sarà svelato all’ultimo istante e l’insospettabile omicida compierà un errore fatale che lo condannerà. Il colpevole sarà smascherato grazie a un particolare che non è sfuggito a Cantagallo e da un abile stratagemma che sarà messo in atto dallo stesso commissario. Il poliziotto in quest'occasione dovrà sporcarsi le mani e non sarà una cosa facile perché Cantagallo conosce benissimo il proverbio che dice: “Chi vuole il pesce pigliare, il culo in mare si deve bagnare”.  
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