Oggi
vi propongo in lettura un estratto davvero simpatico e mi auguro divertente del primo
giallo dell'investigatore Tombolo relativo al curioso caso "Zampa di gatto, coda di manta e corna di gazzella", pubblicato nel 2016.
Una donna marocchina è stata trovata morta annegata nel porto di Spaccabellezze e i Carabinieri del paese, complice pure il Sindaco, vogliono insabbiare la faccenda perché arrecherebbe molto danno per l'imminenete arrivo dei turisti vacanzieri. E soprattutto perché si ridurebbero le prenotazioni nella pensioncina della moglie del suddetto sindaco. Il maresciallo dei Carabinieri Busonero non ne vuole sapere perché secondo lui si tratta di una delle tante persone che muoiono affogate durante i viaggi della speranza con i barconi dall'Africa. Anche il Sindaco Moscone è dello stesso avviso e non è disposto a portare avanti delle indagini che non hanno alcun senso per una donna marocchina annegata e che non porterebbero da nessuna parte. A Tombolo molte cose non tornano anche perché a Spaccabellezze non si era mai sentito parlare di arrivi di migranti con i barconi dall'Africa. La pensa allo stesso modo la fidanzata-amica di Tombolo, Rossella Sirena, che vuole vederci chiaro perché sa che la donna lavorava in paese come donna delle pulizie e non è una migrante. Tombolo è titubante, non vuole perdere tempo perché per lui il tempo è denaro. Poi però si lascia convincere a indagare dalla sua bella Rossella che lo ricompenserà nel modo che solo lei sa fare e che Tombolo apprezza tantissimo. Tombolo parte in quarta e decide di farsi dare una mano nelle ricerche da suon aiutante-ombra Prospero Buontempo che di mestiere fa il cuoco a domicilio.
Quello che segue è un estratto del primo giallo
dell'investigatore Tombolo che nel 2016 è stato pubblicato da Cristian Cavinato
della Cavinato Editore International
di Brescia. Il giallo "ZAMPA DI GATTO, CODA DI MANTA E CORNA DI
GAZZELLA" è un curioso caso della costa che si svolge a
Spaccabellezze, pittoresco borgo di pescatori della Toscana del sud.
Buona lettura!
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Buona
lettura con i gialli dell'investigatore Tombolo.
Prese il cellulare e compose il numero di Buontempo. Prospero si fece
attendere un po’ prima di rispondere, perché era impegnato in paese per il
rinfresco di un compleanno.
«Marina, sono occupato. Che c’è?! Ti sono finite le mestruazioni?».
«È mai possibile, Prospero, che per non far capire agli altri che parli
con me per le investigazioni dell’agenzia ti sei inventato che c’hai la
fidanzata ninfomane che si chiama Marina e che ti dà gli appuntamenti piccanti
a qualsiasi ora del giorno e della notte soprattutto quando sono passati “quei
giorni”?».
«Ormai, Marina, lo dovresti sapere. Non mi fare perdere tempo e dimmi
che vuoi».
«Alle tre, solito posto».
«Ma come faccio! Devo ancora tagliare la torta di compleanno e sono le
due passate, Marina!».
«Marina un cazzo, Prospero! Spicciati a tagliare quel cazzo di torta e
porta quel tuo culo secco in agenzia! Alle tre!».
«Va bene ma così, senza preavviso, mi devi l’extra-strong! Eh, sì!».
Nel gergo telefonico, che Prospero si era inventato per intendersi al
telefono con Tombolo, c’era l’extra-strong che stava a significare, per gli
altri che lo ascoltavano, che la “fidanzata” gli doveva una particolare
prestazione sessuale in cambio di quella chiamata improvvisa.
«L’extra-strong da cento euro?! Eh, no! Si tratta solo di cinque minuti».
«L’extra-strong oppure rimango a tagliare a fettine sottili sottili
tutta la torta».
«Va bene, accordato l’extra-strong».
«Solito posto, alle tre. Lo vuoi fare nell’Apone?».
Anche questa domanda aveva un suo perché, sempre per non far capire agli
altri la vera natura della conversazione. Prospero si era inventato che, a
volte, la sua “fidanzata” voleva che facessero l’amore direttamente nell’Apone,
della serie “facciamolo strano”. Mentre invece il vero motivo della domanda era
per sapere se occorresse il veicolo per fare degli appostamenti.
«Senza l’Apone!» e chiuse la telefonata.
Bevve un sorso di vino bianco frizzante ghiacciatissimo per riprendersi
dall’arrabbiatura. Prese il portafoglio dal taschino per vedere se aveva due
fogli da cinquanta euro: ce l’aveva.
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