domenica 15 gennaio 2023

Hai letto il nuovo giallo “Una filastrocca di crimini e delitti”? Tombolo indaga con l’aiutante-ombra Prospero.

 

Nuovo appuntamento con la proposta di lettura dei gialli dell’investigatore Tombolo. Per chi lo avesse dimenticato, questo è un giallo della serie dei casi dell’investigatore Tombolo ambientato a Spaccabellezze, in Toscana, che è stato pubblicato dalla LFA Publisher dal titolo “UNA FILASTROCCA DI CRIMINI E DELITTI”. In questo caso l’investigatore Tombolo è alle prese con il delitto di una coppia di cinesi trovati morti bruciati in un cassonetto e che trascina Tombolo dentro un intreccio criminale dai contorni insidiosi e dai risvolti indecifrabili.

Dovete sapere che per i casi dell’agenzia investigativa, Tombolo si era preso un aiutante-ombra insospettabile, Prospero Buontempo. Prospero, da quando si era ritrovato disoc­cupato, si era inventato un’attività di cuoco a domicilio che gli dava molte soddisfazioni e gli rendeva molto bene. Fra una ri­cetta e l’altra, fra un catering e l’altro, dava una mano a Tom­bolo riuscendo a fornirgli informazioni preziose su tante per­sone del paese, viste le sue assidue frequentazioni nelle case di Spaccabellezze. Con la sua attività di cuoco nelle case degli altri, conosceva praticamente tutte le persone di Spaccabellezze e anche fuori dal paese. Di tutte le famiglie sapeva vita, morte e miracoli. Questa era stata la ragione fondamentale per cui Tom­bolo l’aveva reclutato nella propria agenzia. Avere una persona che poteva informarsi su tanti fatti che accadevano in paese era utilissimo. E anche conoscere un cuoco che gli poteva preparare dei piatti a prezzo scontato era una buona cosa, soprattutto per certe cenette nella mansardina a lume di candela con la sua bella Rossella. Prospero lavorava per l’agenzia ma in nero. Tombolo era stato categorico. Non voleva assolutamente che Buontempo figurasse nel libro paga dell’agenzia investigativa, sarebbe stato come scoprire il suo asso nella manica. Rendere pubblica alla luce del sole l’attività oscura e sotto copertura di Buontempo poteva essere dannosa per l’agenzia e svantaggiosa per Tom­bolo. La presenza di Buontempo, sguinzagliato per il paese, era per Tombolo una sicurezza di poter conoscere tutto di tutti sen­za destare il minimo sospetto. Altro elemento che rafforzava la figura di Prospero come aiutante-ombra era il suo Apone. Buo­ntempo, per la sua attività di cuoco a domicilio, possedeva un Apone furgonato celeste pallido per portare gli alimenti con cui preparava pranzi e cene. L’Apone era stato carrozzato modello China Town. Aveva una sgargiante scritta rossa orientaleggian­te “SHANGHAI CUKI EXPRESS – Ti cucino per le feste!” su fondo bianco con a fianco una vivace lanterna rossa cinese. Pur essendo sgargiante, l’Apone andava benissimo per gli appostamenti diurni e notturni dell’agenzia. Il posto guida era comodo anche per due, nonostante la stazza di Tombolo. Oltretutto l’Apone non dava mai nell’occhio sui passanti. Chi lo vedeva, immaginava che Buontempo fosse nei paraggi per preparare qualche pranzo o qualche cena a domicilio. Nessuno sapeva che lavorasse con Tombolo, nemmeno Rossella, e questo era fondamentale per la soluzione dei casi investigativi perché così Buontempo si poteva muovere a suo piacimento, per pren­dere informazioni senza destare sospetti. Oltretutto, l’ex cuoco aveva un buon fiuto ed era in grado di capire se certe cose an­davano o non andavano per il verso giusto.

 

Ma su cosa deve investigare l’investigatore Tombolo?

 

 

Alle tre e poco più, Tombolo si affacciò in via del Grottino. Passo lento da digestione lenta. Vide in lontananza, dalla parte opposta della stradina, l’Apone celestino a grandi scritte rosse “SHANGAI CUKI EXPRESS” di Buontempo, che era parcheg­giato in quella specie di slargo fra il bar Cannon d’oro e la far­macia Vitelli. Quell’Apone sgargiante si sarebbe visto da lonta­no un chilometro, pure con la nebbia. Poi vide anche la sagoma lunga e secca del suo aiutante-ombra che gli stava venendo in­contro con un portavivande in mano. Era vestito di bianco con la sua divisa d’ordinanza da cuoco a domicilio, molto elegante e impeccabile. In testa non aveva un cappello da cuoco ma un semplice berretto con la visiera, bianco immacolato pure quello. Al contrario di Tombolo, che era molto rigido nel portamento e sembrava imbustato da quei completi gessati da boss della mala, Buontempo aveva una andatura dinoccolata da giocatore di basket americano. Quando li vedevi fuori insieme, sembra­vano un elegante master chef della tv con la sua tozza guardia del corpo dal cazzotto facile.

Arrivato all’agenzia, Tombolo attese Buontempo. Si salutaro­no. Aprì il lucchetto, allargò il cancelletto. Poi si fermò e guardò l’altro.

«Prospero, stavolta sono cazzi amari» e aprì la porta dell’a­genzia.

«Ti riferisci al caso cozza amara di cui mi devi ancora parlare, giusto?»

«Giusto. Chiudo la porta, così non viene nessuno a rompere. Te ne parlo con calma dopo che ti ho descritto nei più piccoli particolari i due furti. In questi due casi, apparentemente sem­plici, c’è qualcosa che non mi convince. Quello che è stato ruba­to non semplifica le cose, anzi le complica. Sono oggetti molto particolari che ci pongono di fronte a diversi ipotetici scenari. Avremo molte difficoltà a orientarci per capire quale strada se­guire per prendere chi ha commesso i furti.»

Entrarono nell’ufficio. Tombolo riferì a Buontempo quello che gli avevano raccontato i due clienti a proposito dei furti. Poi gli raccontò la vicenda dei cadaveri bruciati dei due cinesi trovati nel cassonetto.

Buontempo faceva il cuoco ma, da un punto di vista del ra­gionamento, era un uomo particolarmente dotato di acume in­vestigativo. Questa sua dote Tombolo aveva già avuto modo di constatarla in altre occasioni per certi casi particolarmente complicati e insidiosi della sua agenzia. A questo proposito, Tombolo aveva sviluppato il concetto delle sfaccettature nascoste da mettere in luce, un pensiero che di solito riproponeva a Buon­tempo e a Rossella quando c’era l’occasione.

Tombolo, quando spiegava in cosa consistesse il suo lavoro, faceva un paragone indicando che un caso dell’agenzia era come un diamante dalle tante sfaccettature. Quando l’investigatore se ne trovava davanti uno, in quel momento poteva vedere solo i fatti conosciuti, ovvero le sfaccettature migliori e senza imper­fezioni che erano illuminate dalla luce, che stavano di fronte a lui. Cose conosciute che erano sotto gli occhi di tutti e che il colpevole aveva lasciato in vista per abbagliare un osservatore disattento. Ma perché? Perché il suo obiettivo era quello di in­gannare un investigatore poco scrupoloso per fargli distogliere lo sguardo dalle altre sfaccettature nascoste, in ombra, dove si annidava l’imperfezione del delitto, l’inclusione di un crimine difficile da rimuovere. Risolvere un caso investigativo serviva per fare chiarezza sui fatti effettivamente accaduti, per rischia­rare la complessità della vicenda, in modo da mettere in luce le altre sfaccettature del diamante che in quel momento erano na­scoste alla vista. Quella era la sua personale rappresentazione di un caso investigativo che debordava in una sorta di conce­zione filosofica del crimine, figlia della sua cultura classica che amava sfoggiare. A Buontempo tale concetto non faceva né cal­do né freddo. A Rossella, invece, quel paragone col diamante le era piaciuto molto. Tanto che, in quella occasione, aveva chiesto a Marino quando gliene avrebbe regalato uno per toccare con mano quella sua bella rappresentazione. Tombolo era rimasto interdetto. La prossima volta avrebbe spiegato quel suo concet­to arzigogolato prendendo come esempio non un diamante ma un carciofo.

Buontempo aveva ascoltato con attenzione e si era annotato mentalmente chi fossero i derubati e dove abitassero. Anche lui era dell’idea che in quei due furti certe cose non quadrassero. Gli oggetti rubati erano molto riconoscibili, di grande valore e per niente smerciabili. Chi aveva fatto il furto era stato molto abile a non farsi scoprire ma si era comportato da dilettante nel­lo scegliere cosa rubare. Professionista nel rubare e dilettante nello scegliere. Le due cose non stavano insieme e ci doveva essere per forza una spiegazione che le facesse collimare. Era rimasto molto impressionato dal caso dei due cinesi ammazzati e bruciati.

Tombolo concludeva le sue considerazioni.

«Questo è un caso complesso e insidioso, ne sono completa­mente convinto. Chi ha ammazzato i due cinesi ha cercato di eliminare col fuoco le tracce che ci potevano mettere sulla sua strada. Non solo. Sfigurando il volto dei due cinesi ha reso dif­ficile il loro riconoscimento, allungando i tempi delle indagini per avere più tempo per prepararsi la fuga. Un caso da profes­sionisti del delitto.»

«Eccheccaso, direi! Ollallà, questa è una mattanza sanguina­ria in pieno clima da mafia cinese!»

«Mafia cinese? E chi ha parlato di mafia cinese? Ho solo detto che sono dei professionisti del delitto. Certo, occorre considera­re che in Italia i casi di delitti cruenti di cinesi, in genere, sono stati commessi da bande di delinquenti cinesi attecchite in re­altà locali difficili. E se uno più uno fa due, è molto probabile che questo delitto sia stato compiuto da criminali con gli occhi a mandorla. Però in paese non ho mai sentito parlare di bande cinesi.»

«Diciamo meglio che ancora non hai sentito parlare di bande cinesi in paese.»

«Lo sai che quando ti metti a rompere i coglioni lo fai meglio di qualunque altro?»

«Ollallà, Marino! Cazzaròla! Quanto sei suscettibile! Non si può mai dire nulla di diverso da quello che pensi tu, che subito t’inalberi! Per me sei già in andropausa galoppante!»

   «Prospero, basta! Risparmiami le tue diagnosi mediche sulle mie condizioni ormonali. Per capire bene quello che può essere accaduto a quei due cinesi dobbiamo andare subito sul posto. Io sarò occupato col proprietario per chiedergli altre informazioni. Tu, con una scusa delle tue, fai il finto tonto e ti informi nella cucina con quelli che hanno scoperto i cadaveri nel cassonetto. Sai dove si trova La Pagoda?»

 

E ricordatevi che nei casi dell’investigatore Tombolo, oltre il giallo c’è molto di più. Quindi non perdere l’occasione per andare in libreria e acquistare il libro "UNA FILASTROCCA DI CRIMINI E DELITTIil nuovo giallo dell’investigatore Tombolo che è stato pubblicato dalla LFA Publisher

 

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Per tante altre letture visitate il mio blog, per tutto il resto buona giornata.

 


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