sabato 14 gennaio 2023

Hai letto il nuovo giallo “Una filastrocca di crimini e delitti”? Lo strano furto delle monete.

 

Nuovo appuntamento con la proposta di lettura dei gialli dell’investigatore Tombolo. Per chi lo avesse dimenticato, questo è un giallo della serie dei casi dell’investigatore Tombolo ambientato a Spaccabellezze, in Toscana, che è stato pubblicato dalla LFA Publisher dal titolo “UNA FILASTROCCA DI CRIMINI E DELITTI”. In questo caso l’investigatore Tombolo è alle prese con il delitto di una coppia di cinesi trovati morti bruciati in un cassonetto e che trascina Tombolo dentro un intreccio criminale dai contorni insidiosi e dai risvolti indecifrabili.

 

A un certo punto del giallo un cliente si recò nell’agenzia di Tombolo per denunciare un furto strano di monete antiche. ll cliente in questione, Cavaliere Palombo, spiegò quello che era successo. Nei giorni scorsi, ma non sapeva essere preciso sul giorno, dei la­dri erano entrati nel suo appartamento nel centro storico del paese e gli avevano rubato tre preziose monete antiche d’argen­to, ovvero tre tetradramme ateniesi raffiguranti ognuna una civetta stilizzata. Le tre monete valevano più di 3000 euro per un collezionista ma per il Cavaliere avevano un valore inesti­mabile, perché appartenevano al suo povero nonno buonani­ma. Il Cavaliere le teneva appoggiate sopra un comodino nel soggiorno di casa, insieme ad altri piccoli oggetti d’argento. Già da domenica, non aveva fatto caso al fatto che non fossero più sul comò perché la sua domestica filippina Linda Salonga, una cinquantenne sempre sorridente che capiva poco l’italiano, gli spostava sempre le suppellettili che teneva per la casa. Quindi, se una cosa non la vedeva più in giro per la casa, il Cavaliere era sicuro che era stata la filippina a spostarla da qualche parte. Non vedendole più, aveva immaginato che le avesse tolte dal­la vista. Infatti, la filippina spostava le cose a modo suo e ave­va messo le monete nel cassetto del comodino per non starle a spolverare tutti i giorni. Ma c’era anche un’altra ragione. Quan­do il Cavaliere aveva chiesto alla filippina dove fossero, lei gli aveva risposto che le aveva messe nel cassetto del comodino: “Civette brutte! Sono porcherie che portano male, tanti guai e tanti accidenti a tutti quanti. Brutte civette!”, gli aveva detto la filippina che non sopportava la vista delle tre monete. Le tetra­dramme erano grandi il doppio di una moneta da 2 euro e in ognuna era raffigurata in rilievo una civetta stilizzata con occhi grandi. Il Cavaliere non era mai in casa, stava sempre in azienda per controllare l’allevamento di orate e rincasava la sera tardi. I ladri dovevano essere entrati in casa in pieno giorno mentre la filippina era uscita per andare dal fornaio a prendere il pane o per fare delle commissioni. Non c’era stato nessun danno, per­ché i ladri dovevano essere entrati da una porta-finestra lasciata aperta dalla domestica, faceva sempre così quando usciva per pochi minuti, nonostante il Cavaliere si raccomandasse alla fi­lippina di chiudere sempre tutto. I ladri avevano preso solo le monete ed erano scappati.

Ma su cosa deve investigare l’investigatore Tombolo?

 

«Deve sapere, detective Tombolo, che la Salonga, in dispetto al suo cognome, non capisce una beneamata, per non dire peg­gio. Quando le ho chiesto delle spiegazioni, mi ha interrotto in continuazione perché credeva che la incolpassi del furto delle monete. Voleva parlare per difendersi a tutti i costi. Parlava a macchinetta, anche se non aveva capito bene cosa le chiedessi perché non capisce bene l’italiano. Continuava a non capire ma voleva parlare lo stesso. La mia domestica vuole fare sempre tutto quello le pare e non mi sta mai a sentire. Quando le ho chiesto altre spiegazioni, continuava a ripetermi che aveva mes­so le monete nel cassetto del comò perché quelle brutte civette porta guai non le voleva spolverare.»

Tombolo riprese dalla tasca il chupa chups ciucciato in pre­cedenza e rincartato. Lo scartò e se lo rimise in bocca. Doveva concentrarsi.

«Poteva rivolgersi al maresciallo Busonero.»

«Peggio della filippina. Mi sono spiegato?»

«Mi sarei meravigliato del contrario.»

«Sono stato dai Carabinieri, ho parlato con Busonero per fare la denuncia ma non ne ha voluto sapere nulla. E lo sa perché?»

Era la giornata dei perché.

«Perché?»

«Perché in questa faccenda, ha incominciato a dire, c’era sicu­ramente invischiata quella extra comunitaria delle Filippine, la mia domestica, che aveva fatto da basista ad altri filippini che avevano compiuto il furto. Busonero ha aggiunto che, in questi giorni, la diplomazia era in fermento a causa della recente ten­sione fra Roma e Manila. I rapporti internazionali fra Italia e Filippine potevano entrare in fibrillazione se ci fosse stata una fuga di notizie sull’accaduto. La stampa ci avrebbe inzuppato il pane e…»

«E addio turisti a Villa Gina.»

«Precisamente. Anche lei conosce benissimo i traffici di quel sindaco da strapazzo che tiene bordone agli affari della moglie con quella pensioncina dove ci ballano i topi.»

«Conosco i traffici della pensione ma non i topi. Torniamo a bomba. Lei non sospetta della sua domestica?»

«La mia domestica? Assolutissimamente no! Linda Salonga è una donna un po’ credulona, bacchettona ma è una persona fidata che lavora per me da tanti anni. Non ci pensi nemmeno.»

«Non ci penso.»

«Non è finita lì con quel maresciallo. Lo sa che mi ha detto?»

«Che le ha detto?»

«Busonero ha rincarato la dose, dicendo che i Carabinieri di Spaccabellezze si occupano solo di furti di oggetti moderni, di monete in corso legale e non di vecchiume fuori corso, buono solo per il robivecchi. Quel Busonero è un carabiniere sgradevo­le, bighellone, rivoltante e sicuramente culo e camicia con quel gran filibustiere del nostro sindaco, per non dire figlio di mam­ma ignota. Secondo me, Busonero dovrebbe essere rimosso da dove è.»

«Busonero, sta bene dove sta! Lì per lo meno fa pochi danni.»

«Intanto, però, il danno del furto ce l’ho avuto io e Busonero si rivolta dall’altra parte e fa finta di niente.»

«Ha dei sospetti su qualcuno?»

«Nessuno. Immagino che dei delinquenti nei paraggi abbia­no approfittato della disattenzione di Salonga, quella cretina di una filippina. Voglio che arresti questi delinquenti e recuperi le monete! Mi sono spiegato?»

«Certo che si è spiegato. Si calmi e mi ascolti. Ora le spie­go io due cose. Quando mi viene affidato un caso da risolvere, conduco io le ricerche con il mio team investigativo. Mi sono spiegato, Cavaliere?»

«Certo! Ha un team?»

«Tutti i detective che si rispettino hanno un team. Io ho il mio.»

«Un buon team?»

«Un ottimo team.»

«Posso conoscerlo?»

«No, è top secret. Personale sotto copertura collaudatissimo, con un curriculum da paura, sempre pronto a muoversi al mio battere di ciglia.»

«Eh, la peppa!»

«Ah-a!»

«Allora, facciamolo muovere questo personale top secret!»

«Calma e gesso, Cavaliere! Non siamo mica al Pentagono! Prima di muovere gli ingranaggi, bisogna ungerli e io non sono certo un pistone che si diverte ad andare in su e in giù a vuoto nel carburatore. Un primo anticipo di duemila euro potrebbe coprire le prime spese. Un assegno è meglio e la fattura la rice­verà a casa.»

Il Cavaliere trafficò in un taschino interno della giacca, tirò fuori un blocchetto di assegni e una penna, lo compilò e lo dette a Tombolo.

«Prenda quei delinquenti, detective Tombolo.»

«Non dubiti, la consideri una cosa già fatta. Ho sempre preso tutti quelli che mi hanno detto di acciuffare. Non è mai riuscito a scappare nessuno. Intanto prendo questo» e intascò l’assegno nel portafoglio.

   Il Cavaliere Palombo salutò Tombolo e uscì dall’agenzia.

 

E ricordatevi che nei casi dell’investigatore Tombolo, oltre il giallo c’è molto di più. Quindi non perdere l’occasione per andare in libreria e acquistare il libro "UNA FILASTROCCA DI CRIMINI E DELITTIil nuovo giallo dell’investigatore Tombolo che è stato pubblicato dalla LFA Publisher

 

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