domenica 15 gennaio 2023

Hai letto il nuovo giallo “Una filastrocca di crimini e delitti”? Il bizzarro furto del Van Gogh.

 

Nuovo appuntamento con la proposta di lettura dei gialli dell’investigatore Tombolo. Per chi lo avesse dimenticato, questo è un giallo della serie dei casi dell’investigatore Tombolo ambientato a Spaccabellezze, in Toscana, che è stato pubblicato dalla LFA Publisher dal titolo “UNA FILASTROCCA DI CRIMINI E DELITTI”. In questo caso l’investigatore Tombolo è alle prese con il delitto di una coppia di cinesi trovati morti bruciati in un cassonetto e che trascina Tombolo dentro un intreccio criminale dai contorni insidiosi e dai risvolti indecifrabili.

A un certo punto del giallo una cliente affezionata si presentò tutta trafelata all’agenzia. La signora in questione era la contessa Orietta Della Monaca, che con i suoi settantanove anni portati non molto bene, era una signora antiquata e un po’ snob di una ricca famiglia nobile della vicina città di Rosereto che trascorreva in paese il periodo estivo. Donna brutta e antipatica, era rimasta nubile non per sua scelta ma per scelte altrui che avevano giustamente preferito altre donne meglio di lei e più simpatiche. Per quello che sapeva Tombolo, non era mai stata con un uomo. Affermava che era rimasta nubile perché voleva essere libera di fare quello che voleva e di spendere i suoi soldi come le piaceva. Era una signora molto attiva nel difendere gli animali di ogni specie e aveva fondato un’associazione chiamata LAPU, la Lega Ambientalista Protezione Uccelli per la protezione dei volatili della Riserva Naturale della laguna dell’Osa, che era racchiusa da quell’istmo di terra che congiungeva la costa a Spaccabellezze, e dove vi vivevano molti esemplari di fenicotteri rosa, adoratissimi dalla contessa Orietta. Tombolo si voltò, focalizzò la grande rottura di scatole fatta persona. Imprecò col pensiero, riguardò l’orologio: era mezzogiorno spaccato ed era a rischio focaccina. Poi fece mente locale e pensò: contessa Della Monaca allarmata, bella somma d’anticipo assicurata. Anche l’ultima volta che la contessa era stata in agenzia, aveva tanto insistito che Tombolo, vedendo l’assegno, non aveva potuto dirle di no. L’incarico era di recuperare un fenicottero scomparso: dovette riacchiapparlo in un canale scolmatore imbrattandosi di fango fino agli occhi. Comunque, per evitare che gli fossero appioppati degli incarichi strani aveva provveduto: “IL CLIENTE HA QUASI SEMPRE RAGIONE”, come indicava a grandi lettere una targhetta di legno attaccata sotto la licenza dell’agenzia investigativa, incorniciata alle spalle della scrivania. Questo per avvertire che lui non si doveva per forza occupare di tutti i casi che gli portavano i clienti che si rivolgevano alla sua agenzia investigativa. I casi importanti erano solo quelli dei clienti paganti. Tombolo riaprì la porta dell’ufficio, atteggiamento sereno e sguardo suadente.

Ma su cosa deve investigare l’investigatore Tombolo?

 

«Veniamo a noi, contessina Orietta. Se è venuta fino a qua ci sarà una ragione. Mi dica il motivo per cui ha pensato di rivol­gersi alla mia agenzia investigativa.»

«Come le dicevo prima, sono disperata e disperata non rende l’idea dello stato d’animo in cui mi trovo. Se non ci fosse stata la mia domestica Cuneta che mi ha sostenuto nel terribile momen­to in cui mi ha comunicato del furto del quadro…»

«Non divaghi, contessina, altrimenti facciamo tardi e non fac­cio in tempo ad andare…» gli stava scappando detto del bar e della focaccina.

«Dalla porcacciona pilippina con la parrucca bionda!»

«Cuneta, basta, per carità! Quando è troppo è troppo!» esclamò la contessa.

«La fa stare zitta lei, contessina, oppure a quella Cuneta con una ti le chiudo la bocca io con un paio di giri di scotch?!»

Dal cassetto della scrivania prese un rotolo di nastro da pac­chi marrone e lo sbatté sulla scrivania. La filippina impallidì e si portò le mani alla bocca, come la scimmietta “non parlo”. Tom­bolo la fulminò con lo sguardo e prese a massaggiare il rotolo, come un killer che coccola la canna della pistola.

«Contessina, ora che ci siamo capiti con la Cuneta con una ti, mi spieghi tutto nei più piccoli particolari.»

La contessa Orietta Della Monaca era andata all’agenzia di Tombolo perché aveva subito un furto nel suo appartamento. Quando la domestica era andata a fare la spesa, dei ladri era­no entrati nel suo lussuoso appartamento, un elegantissimo loft ricco di stucchi e dalle volte a vela che si trovava un po’ decen­trato lungo la strada panoramica di Spaccabellezze. La dome­stica aveva chiuso la porta ma senza dare le mandate e i ladri dovevano essere entrati frapponendo fra serratura e stipite una normale carta di credito. Era stato un gioco da ragazzi, facile e veloce. Le avevano rubato una copia antica e preziosa, a sentire la contessina, della riproduzione di un quadretto di Van Gogh, “Marguerite Gachet nel giardino”, che ritrae la figlia del dotto­re Gachet nel giardino di casa Gachet. Il quadretto, che poteva stare in uno zainetto, era appartenuto al suo nonno buonanima conte Rodolfo Della Monaca ed era custodito in una stanza che non veniva quasi mai aperta, perché era la camera da letto dello stesso nonno buonanima. Il quadretto che loro chiamavano “La figlia del dottore” poteva avere un valore di poche migliaia di euro per un gallerista senza scrupoli e poco competente ma un valore affettivo immenso per la loro famiglia. La contessa non sapeva dire con precisione a quando potesse risalire il furto, dato che non andava mai nella stanza del nonno buonanima. L’unica persona che si recava lì era la filippina, perché spolve­rava la camera almeno una volta la settimana. Proprio la scorsa settimana, Cuneta si era accorta del quadretto che mancava e aveva subito avvertito la contessa.

«Un dramma e uno sconforto tale che non ha uguale. Nem­meno quando scomparve quello sfortunato uccelletto…»

«Non rivanghiamo ancora quella storia a lieto fine dell’ibis infangato che ancora…»

«Che ancora le turba il cuore, vero commissario?»

«Che ancora non ho fatto ripulire il vestito che mi sono infan­gato. Piuttosto, non divaghiamo. Non sono commissario, con­tessina! Quante volte glielo devo ripetere?!»

«Mi scusi, sarà la tensione, l’agitazione del momento. Sa com’è!»

Era la giornata dei clienti coi modi di dire.

«Non so com’è, contessina!»

«Com’è brusco, oggi. Facevo tanto per dire.»

«Mi dica piuttosto se è andata a fare la denuncia del furto ai Carabinieri.»

«Sì.»

«Che le hanno detto?»

«Quel popò d’ignorante del maresciallo Busonero mi ha det­to, a brutto muso, che i Carabinieri di Spaccabellezze si occupa­no solo di furti di opere d’arte vere e non di patacche false senza valore, alla faccia del conte nonno buonanima che in pace sia, così ha detto.»

«Quando le cose stanno così, bisognerà che prenda in mano la situazione e le risolva il problema. Ha dei sospetti su qualcu­no?»

«Non sospetto nessuno. Sono nelle sue mani.»

«Bene e non bisogna stare con le mani in mano perché questi delinquenti possono prendere il volo da un momento all’altro con quel suo quadretto.»

«Le ho già preparato un assegno con il suo cachet d’anticipo con i soliti duemila euro.»

«Ottimo. Vado a concludere quel delicatissimo caso di prima che non può attendere oltre perché altrimenti va a male...» con la fame che aveva si era distratto un’altra volta e pensava alla maionese che di lì a poco sarebbe impazzita se non fosse andato al bar a mangiare la focaccina.

«Va a male cosa, commissario Tombolo? Non capisco.»

«Mi sono espresso male. Volevo dire, altrimenti va a finire male e non inchiodo quel delinquente che sto inseguendo da una settimana. Contessina Orietta, glielo dico per l’ennesima volta: detective Tombolo.»

«Mi deve scusare ma in questi giorni non ci sto proprio con la testa. Cuneta, andiamo» e uscirono dall’ufficio.

Tombolo intascò quel bell’assegno e chiuse l’agenzia. Desti­nazione bar Cannon d’oro, aveva un caso in sospeso: il delica­tissimo caso della focaccia tonnata.

 

E ricordatevi che nei casi dell’investigatore Tombolo, oltre il giallo c’è molto di più. Quindi non perdere l’occasione per andare in libreria e acquistare il libro "UNA FILASTROCCA DI CRIMINI E DELITTIil nuovo giallo dell’investigatore Tombolo che è stato pubblicato dalla LFA Publisher

 

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