L'investigatore Tombolo abita da solo in un piccolo
appartamentino (la “mansardina” come la definisce lui) confortevole con una
terrazza affacciata sul porto di Spaccabellezze. La terrazza, non molto grande,
ma abbastanza per contenere un tavolo bianco di plastica per due persone, due
sedie pieghevoli e un ombrellone del tipo da spiaggia, si apre in cima al tetto
di una vecchia palazzina a tre piani insinuata fra le stradine del centro
storico che conduce al porto di Spaccabellezze. Accoccolato che dorme sempre sopra
il tavolo c’è Casimiro, un gatto soriano arrivato sulla sua terrazza da chissà
dove e che gli fa compagnia da alcuni anni.
Tombolo è molto ospitale e divide il suo
appartamentino confortevole con Casimiro, un placido gatto soriano, scapolo e
grassoccio come lui, migrante da chissà quale tetto e ormai da qualche mese nell’organico
della casa o “mansardina”, come la definisce lo stesso Tombolo. Acqua e
croccantini non mancano mai e così Casimiro da migrante si è accasato in quel
piccolo angolo di mondo. Nella mansardina, però, non c’è l’aria condizionata, ma
non ha importanza perché Tombolo non la sopporta. Una volta, per dar retta alla
sua amica-fidanzata Rossella, si è comprato un Pinguino e si è beccato l’influenza
in pieno luglio qualche anno prima. Sul Pinguino ha fatto il crocione e l’ha
lasciato a prendere la polvere nello sgabuzzino. Anche Casimiro non gradisce il
fresco artificiale e appena passa accanto al Pinguino, gli soffia contro
minaccioso, mostrandogli le unghie.
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