sabato 7 ottobre 2017

I piatti della Faraoni in "FLACONI E VECCHIE RICETTE"



Tutte le settimane la signora Faraoni, in genere di venerdì, offre un piatto speciale al commissario Cantagallo e ai suoi uomini che rimangono per il pranzo nel commissariato. L'abitudine del venerdì si è consolidata nel tempo e già dalla mattina c'è chi pensa a cosa preparerà la gentile signora per il pranzo. Tutto fatto in casa e nelle migliori maniere della tradizione casalinga toscana. Stavolta però, siccome la signora faraoni è molto attenta e informata sulle vicissitudini che accadono in paese, ha pensato di proporre ai poliziotti un piatto veramente particolare. Stavolta non è un piatto toscano e viene portato in un grosso pentolone che non è di buon augurio per i poliziotti. Cantagallo immagina che nel pentolone non ci sia proprio una profumata ribollita e ha già dei forti dubbi su quello che la gentile casalinga gli proporrà. Stavolta dovrà aver pazienza e dovrà far buon viso a... cattivo piatto. 
 
Quello che segue è un estratto del nuovo giallo del commissario Cantagallo che nel 2017 è stato pubblicato da Cristian Cavinato della Cavinato Editore International di Brescia. Il giallo "FLACONI E VECCHIE RICETTE" è un'indagine di paese che si svolge a Collitondi, località toscana nelle zone del Chianti.



Raggiante come una sambista brasiliana al culmine del carnevale di Rio, la signora Faraoni entrò trionfale nell'ufficio del commissario, con il pentolone alzato in segno di vittoria: sembrava avesse in mano la coppa del mondo di calcio.  
    Cantagallo era già in piedi ad aspettarla.
    «Buongiorno, signora Faraoni. È sempre un piacere vederla».
   «Buongiorno, signor commissario. Non potevo mancare di venerdì, ormai abbiamo l'appuntamento fisso» poi guardò verso il bonsai. «E Beniamino? Tutto a posto?».
    Cantagallo lì per lì non capiva. Beniamino? Beniamino chi? Poi ci pensò Baccio, facendogli segno col capo, a indicargli che la signora si riferiva alla pianta che aveva sulla scrivania.
    «Sì, tutto a posto. Beniamino è in buone mani. Lo curo come se fosse un bimbo. E se non sono in ufficio ci pensa l'agente Bacciottini, provetto conoscitore dell'antica arte del Bonsai. Vero?» e si girò verso il collega per avere l'assenso.  
    Baccio non poté fare a meno di annuire in silenzio col capo.
    Conclusa la comunicazione sullo stato di salute di Beniamino, Cantagallo voleva passare a quella del contenuto del pentolone.
    «E che abbiamo di buono qui?» ma aveva il sospetto che il pentolone non vedesse pesce da un bel po’. Il profumo era buono ma strano, come aveva detto Cappera. Non riusciva a capire cosa ci fosse dentro. Sentiva un odore intenso di carne e verdure. Non era proprio il massimo col caldo che c'era fuori, ma notava con piacere i filoni del pane casalingo, il suo preferito, appena sfornati.
    «Borsc!».
    «Che?!».
    «Borsc, mi hanno detto che si chiama così» e depositò il pentolone chiuso da un coperchione sulla scrivania.
    Cantagallo ammutolì e cercò di far rimanere sul viso un sorriso di compiacimento forzato. Ma che caspita era questo Borsc?
    «Non si preoccupi, il pentolone non è caldo».
    La signora non aveva capito i veri timori di Cantagallo a proposito del pentolone. E poi continuò.
    «Non si faccia ingannare dal nome, lo sentirà com'è buono e saporito. È una specialità russa o ucraina, non mi ricordo di preciso. Non è proprio adatta con questo gran caldo, ma le verdure fanno sempre bene in qualsiasi stagione. Vero, agente Bacciottini?» e lo guardò.
    Baccio riprese ad annuire col capo, ma non capiva cosa c’entrasse lui con le verdure che fanno bene. Lui, come Razzo e Bandino, preferiva la carne.
    «Come mai ha pensato di prepararci questo piatto straniero?» insisteva il commissario, fra la curiosità e la disperazione di doversi mangiare quel pappone della steppa e poi godersi l’ombra, si fa per dire, delle frasche di quel nano vegetale centenario messo in vaso. 
    «In paese non si parla d'altro».
    «Ma di che?».
    «Di quello che è successo stamani a piazza della Stazione. Uno scandalo così non accadeva da anni. Le mie amiche mi hanno raccontato di queste puttanone russe o ucraine, non ho capito bene, che avevano adescato degli uomini del paese, come il dottor Montomoli, ma che bell’uomo che è, e del medico Salamone, che gran brav'uomo».
    «Non è andata proprio così, comunque…» si affrettava a dire Cantagallo.
    «Non importa, le corna se le tengono e, come si dice: non mettere il dito fra moglie e marito. Dico bene?». 
    «Dice bene».
    «E allora, mi son detta, se facessi un bel piatto nuovo che piace tanto nei paesi dell'Est? Ho preso il mio libro delle ricette e l'ho trovato».
    Cappera sorrideva e annuiva. Conosceva bene quel piatto particolare perché, da amante delle verdure cucinate in ogni modo, era un piatto che faceva ogni tanto a casa sua, ma d'inverno. Il Borsc era una minestra a base di barbabietola originaria dell'Ucraina ma che era molto diffusa nei paesi slavi. Aveva fra gli ingredienti aggiuntivi, anche altre verdure che erano variabili, a seconda della tradizione culinaria di ogni luogo in cui veniva cucinato il piatto.
 



Buona lettura con i gialli del commissario Cantagallo.

I gialli di Cantagallo sono in vendita anche su IBS in ebook e libro

P.S. Leggete quello che vi pare.
Ma ricordate che:
"Leggere i gialli di Cantagallo non è un dovere
ma è un piacere per l'autore (e per l'editore)". 


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