A grande richiesta, vi ripropongo di giovedì, il simpatico e divertente aneddoto, rivisto e corretto, che ha per protagonista la irriverente cronista Cindy Cinnamon e il saggio reverendo Sam Jefferson, con la complicità della sfortunata giovane americana Susy Sugar, amica di Cindy. Un cocktail esplosivo di spiritualità e di saggezza che vi terrà col fiato sospeso fino all'ultima riga.
Tutto è nato qualche anno fa dall'iniziativa di alcune simpatiche ragazze di un blog per reinventare sul momento un finale di un incipit di un certo libro per un blog di lettori, lo "Starbooks coffee", a cura della gentile Carlotta Borasio.
Giusto
cinque anni fa, a marzo 2012, dovevo, a partire da un incipit,
inventarmi un finale per quello che Carlotta definì un incipit da
catastrofe. La cosa piacque molto e la propongo volentieri a tutti voi.
Leggete bene tutto e, alla fine, anche voi direte: "Today Sam is happy man!".
Buona lettura.
...
"Come mai certe cose accadevano sempre di
giovedì?
Certo, perché molto recentemente dei formidabili
archeologi erano riusciti a ricostruire il giorno esatto (proprio un giovedì)
in cui, più di duemila anni prima (2017 anni prima, per la precisione), un uomo
era stato condannato a essere messo in croce. Quell'uomo era stato condannato
di giovedì. Ma perché? Perché, di giovedì, aveva dichiarato che voleva cambiare
il mondo e voleva che ognuno di noi volesse bene all'altro, senza ritegno,
senza preoccupazioni, senza chiedere altro. Bisognava cominciare a volersi bene
gli uni con gli altri, questo diceva quell'uomo 2017 anni prima. Di giovedì,
quell'uomo, aveva capito immediatamente che bisognava agire subito e fare del
bene agli altri.
Sempre di giovedì, ma ai tempi di oggi, una giovane e
spensierata ragazza americana della Virginia, una certa Susy Sugar, se ne
stava seduta solitaria a gustarsi uno striminzito tè verde, tiepido senza
zucchero, in un piccolo pub della ridente cittadina di Clarksville. E mentre
era lì, di giovedì, capì all'improvviso il vero motivo che aveva impedito a
quell'uomo di cambiare il mondo.
Smise di sorseggiare quel tè verde ormai freddo.
La giovane donna americana solo ora sapeva perché, in tutti
quegli anni (2017 anni, per la precisione) che erano trascorsi da quel lontano
giovedì, qualcosa non era andato come doveva andare. Ora, finalmente, comprendeva
come doveva fare a cambiare il mondo. E il mondo, grazie alla sua formidabile
idea, sarebbe diventato finalmente un luogo di felicità. Era sicura al 100 per
100, la giovane americana. Questa volta la sua soluzione sarebbe stata quella giusta.
Sapeva già chi chiamare e questo qualcuno, o meglio questa qualcuno, non le avrebbe
detto di no. Anzi. Questa volta, tutto sarebbe funzionato e nessuno sarebbe
stato condannato a essere messo in croce, nemmeno di giovedì.
Ma qualcosa accadde proprio di giovedì, quel giovedì.
Purtroppo, lo smartphone piuttosto datato della
giovane americana aveva la batteria scarica. Susy Sugar si guardò intorno
nel pub e scorse un vecchio telefono pubblico. Prese il borsellino, aveva
giusto i soldi necessari. Si fiondò sul telefono.
Però, prima che la giovane americana potesse raggiungere
il telefono per comunicare a quella qualcuno la sua formidabile idea, accadde
una cosa stupida, proprio di giovedì.
Quello che accadde dopo fu una terribile catastrofe.
E dell’idea di Susy Sugar non si sarebbe saputo mai
più nulla.
Ma facciamo un passo indietro.
Torniamo ai pensieri della giovane e spensierata
americana Susy Sugar mentre sorseggiava il suo striminzito tè verde,
tiepido e senza zucchero.
Susy Sugar si era fatta una domanda importante.
Chi sarebbe stata ad ascoltarla e di giovedì?
Lo sapeva già.
Cindy Cinnamon, la sua amica cronista del Virginia
St. Paul Telegraph. L’articolo avrebbe avuto un effetto big bang sulla
comunità.
Per non parlare poi di quello che avrebbe detto nel
sermone il carismatico reverendo Sam Jefferson. Vedeva i titoli scorrere nella
VNN, le immagini sfavillare nello schermo gigante della NBA e Barack Obama
stringerle la mano: “Thanks”, le avrebbe detto.
Proprio così, anche se era giovedì.
Puntò il telefono a gettoni vicino all’entrata: era
libero.
Non fece in tempo a muoversi.
Un rumore assordante squarciò la vetrina del bar
portandosi dietro tavoli, sedie e pure il telefono.
Una rossa Chevrolet pacchiana si era infilata nel
bar.
Al posto di guida c’erano un nero sudaticcio e una
bionda esplosiva, mezzi vestiti.
Lui riprese contatto con la realtà.
Lei si sistemò gli short mentre con una quarta da urlo
proteggeva il volto dell’uomo: un’eroina americana in formato airbag 90-60-90.
Poi la bionda si voltò.
Era Cindy Cinnamon!
La ragazza non capiva e la bionda le spiegò.
Aveva avuto una gran bella idea per fare felice il
mondo. Intanto iniziava a far felici gli uomini che conosceva.
La ragazza continuava a non capire dicendo che quello
non era proprio il metodo che predicava il saggio reverendo Sam Jefferson.
La bionda Cindy la rassicurò.
Le spiegò che lo stesso reverendo Jefferson non capiva
e allora lei gli aveva fatto vedere un bell’esempio pratico della sua
idea.
Solo allora il saggio reverendo, vedendo la
spregiudicata e amorevole Cindy Cinnamon all'opera sotto i suoi occhi e sopra
qualche altra cosa, aveva capito e disse: “Today Sam is happy man!”.
Le dette la sua benedizione e la proclamò unica e
vera profeta della felicità nel mondo.
Poi, il saggio reverendo Jefferson, le suggerì anche di ritornare da lui ogni tanto perché la felicità dell’uomo è infinita."
...
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