sabato 15 febbraio 2020

Tombolo, fra investigazione e scopone


Anche oggi continuano i post di lettura che spero vi siano graditi e che anche oggi riguarda l’ultimo caso dell’investigatore Tombolo dal titolo è "UNA FILASTROCCA DI CRIMINI E DELITTI", giallo che vi ricordo nel 2019 è stato pubblicato dalla casa editrice LFA PUBLISHER di Caivano in provincia di Napoli.
Nel post di lettura di oggi, facciamo la conoscenza degli amici del bar “Cannon d’oro” con cui l’investigatore Tombolo gioca a scopone il lunedì sera, investigazioni permettendo. Non dico altro per non turbare l’atmosfera. Buona lettura.


Anche quel lunedì, come tutti i lunedì sera che Dio metteva in terra, ore nove, bar Cannon d’oro, tavolo verde, Tombolo in postazione Sud, scopone scientifico, dieci carte a testa e tutti contro tutti. Il resto del quartetto dei giocatori era quello di sempre: il parroco don Serafino Pallavicino, il farmacista Domizio Vitelli dell’omonima farmacia in cima a via del Grottino e il pasticciere Sabino Galatolo della pasticceria in piazza del Comune. La disposizione dei giocatori intorno al tavolo verde era consolidata da tempo e immutabile. Era in senso orario rispetto alla postazione Sud di Tombolo, nell’ordine: parroco a Ovest, farmacista a Nord di fronte a Tombolo, pasticciere a Est di fronte al parroco. I tre erano dei quarantenni più o meno dell’età di Tombolo. ll parroco era un tipico prete di campagna, però mingherlino, basso, capelli neri corti brizzolati, occhiali e tonaca nera fino ai piedi, guardava raramente negli occhi spostando lo sguardo sempre in alto anche quando diceva la messa, saggio e giudizioso fin da piccolo, era il padre spirituale del terzetto. Il farmacista, invece, era un tipo molto distinto, sempre con giacca e cravatta, di statura normale e corporatura normale, capelli castani portati all’indietro con un’ampia stempiatura, dove trovavano posto gli occhiali da vista con una montatura griffata, ragionatore e razionale fino al midollo, era la testa fina dei tre. Il pasticciere era il più grassoccio, il più basso, il più biondiccio, il più tranquillo e il più simpatico del terzetto, anche lui con occhiali in dotazione ma vestito in modo più informale con jeans e giubbotto. Con il suo sorriso stampato sempre sul viso tondo, non era capace di arrabbiarsi o di intristirsi. Aveva sempre la battuta pronta per sdrammatizzare senza cadere nel ridicolo, oppure un gesto consolatorio per sostenere chi ne avesse bisogno senza cadere nell’ipocrisia, affabile e gioviale da sempre, era lo psicologo di sostegno del terzetto. Prendevano posto in un punto appartato del locale che Alvise riservava al quartetto per la giocata settimanale. Era un punto particolare, dove Alvise faceva sedere solo i migliori clienti. Anche lì sul muro campeggiava, a lettere piccole sempre blu e in corsivo, un’altra frase leopardiana rimaneggiata. 

Così tra questa umanità s'annega il pensier mio

    Al bancone rimaneva solo Debora per servire i clienti. Alvise si dava irreperibile per almeno un paio d’ore siccome si voleva gustare la partita.
    Mentre giocavano, il terzetto si mise a chiedere a Tombolo notizie fresche di fattacci accaduti, perché in paese giravano delle voci che fossero stati trovati due cinesi morti bruciati in un cassonetto nel piazzale della rosticceria La Pagoda. Tombolo tergiversò e poi, col continuare delle loro insistenze, si decise a riferire qualcosa, anche perché gli avrebbero rotto le scatole finché non si fosse sbottonato sulla vicenda.
    «Mettiamo il caso che così fosse, giusto come caso ipotetico.»
    «Dio bono, me l’ha detto Virgilio quando stasera è venuto a comprare il lassativo Falqui!» fece il farmacista.
    «Ah-a! Meno male che gli avevo detto di non dirlo a chicchessia!»
    «E che siamo chicchessia, noi?»
    «Domizio, capiamoci. Era per dire che preferivo dirvelo io di persona, semmai. Tutto qui. Comunque, io non vi posso dire niente di dettagliato per motivi deontologici e per la privacy del cliente che mi ha incaricato di svolgere questo delicatissimo, ripeto delicatissimo, caso. Forse, ripeto forse, se i fatti di cui mi occupo fossero talmente conclamati e di dominio pubblico, forse, ripeto un’altra volta forse, solo allora potrei fornirvi dei dettagli. Ma in quale ottica?»
    «Ah, io conosco solo l’Ottica del Dalmazzi in piazza del Comune. Una buona ottica e non fa dei prezzi esagerati» rispose tranquillo il farmacista.
    «Ma non quell’ottica, Domizio! Nell’ottica che potreste aiutarmi a risolvere il caso, beninteso nell’interesse del mio stesso cliente.»
    I tre, parroco, farmacista e pasticciere, erano persone perbene, semplici e riservate che, anche se fossero state informate nei particolari da Tombolo di quello che faceva nelle investigazioni della sua agenzia, non le avrebbero riferirete a nessuno. Il parroco volle dare il suo contributo.
    «Forse ti potrei aiutare io, Marino, con l’intercessione della Santa Misericordia, ma di cinesi nella mia chiesa se ne vedono talmente pochi. Ma se per caso riesco a sapere qualcosa, te lo dirò senz’altro. Se penso a quei due poveri cristi morti ammazzati e pure bruciati, mi si stringe il cuore. Dio li abbia in gloria, amen.»
    «Amen» ripeterono gli altri al tavolo, compreso Alvise che guardava.
    «E pure strangolati» aggiunse Tombolo.  
    «Strangolati?» inorridì il pasticciere.  
    «Sì, Sabino. Me lo ha detto Rossella. Le ho fatto analizzare i cadaveri all’obitorio e ne è sicura al cento per cento. Morte per strangolamento simulando una specie di omicidio-suicidio. Qualcuno ha voluto fare il furbo ma non c’è riuscito. Poi hanno dato fuoco ai cadaveri per attirare maggiormente l’attenzione sul fattaccio oppure per depistare le indagini.»
    «Una cosa così, se non sbaglio, non era mai accaduta in paese» riprese il pasticciere. «Un delitto efferato e terribile, che è costato la vita di due poveri cinesi giunti in Italia per guadagnarsi da vivere onestamente ma che hanno trovato l’inganno della morte dietro l’angolo» chiosò.
    «Sabino, tu sei sempre troppo melodrammatico» replicò il farmacista. «Evidentemente, quei due cinesi dovevano avere la coscienza sporca se sono stati ridotti in quelle condizioni che ha detto Marino.»
    S’inserì il barista che quando si trattava di vicende oltre frontiera si lambiccava il cervello su intrighi di spie russe e di spionaggio sovietico.
    «Depistaggio? Che è un caso internazionale, Marino? Di sicuro ci sono di mezzo i servizi russi. Quando c’è qualche casino nel mondo ci sono sempre di mezzo loro con le loro spie. Altro che gli americani…»
    «Alvise, non fare la tua solita presa di posizione sui russi cattivi e americani buoni. Che sia un caso internazionale ancora non lo so ed è troppo presto per dirlo. Che ci siano di mezzo i servizi russi nemmeno. Senz’altro, i due cinesi sono stati fatti fuori in modo esemplare da dei professionisti e non posso dirvi di più.» Poi si rivolse al farmacista. «Dài, Domizio, muoviti che tocca a te.»
    Il dottor Vitelli prese la palla al balzo e intervenne facendo una domanda impertinente a Marino.
    «E te quando ti muovi?»
    «Io? Ho già giocato il fante di picche.»
    «Appunto, carta sbagliata. Devi giocare la donna di cuori. La tua Rossella quando te la sposi?»
    «Domizio, ma come faccio…»
    La domanda fece drizzare le orecchie del parroco Pallavicino che interruppe Marino, prese la palla e la schiacciò.
    «Un mese, dico un mese, e con i nuovi sistemi informatici del Vaticano siete sposati in un amen. Per il tuo caso particolare si può anche fare la procedura Sposi Light con solo tre giorni di preparazione matrimoniale e uno sconto del cinquanta per cento sul costo della cerimonia in chiesa che…»
    «Serafino non ti ci mettere anche te con questa storia. La faccenda sapete come sta e non la voglio ripetere! Almeno quando giochiamo, fatemi giocare tranquillo e in santa pace. Domizio, muoviti! Butta la carta!» 





Questo ma non solo questo sono i gialli dell’investigatore Tombolo perché come ha detto una mia lettrice: “Oltre il giallo c’è molto di più.” Cosa aspettate a leggere il giallo dell’investigatore Tombolo?

Il giallo è in vendita a Napoli alla libreria "Io ci sto", zona Vomero in via Cimarosa, e alla "Feltrinelli Express", in piazza Garibaldi presso la Stazione Centrale.        

Il giallo è in vendita online anche su IBS e LIBROco 

P.S. Leggete quello che vi pare.
Ma ricordate sempre che:
"Leggere il giallo di Tombolo non è un dovere
ma è un piacere per l'autore (e per l'editore)".


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