sabato 1 febbraio 2020

L’aiutante-ombra di Tombolo


Anche questa settimana propongo un post di lettura che spero vi sia gradito e che oggi riguarda l’ultimo caso dell’investigatore Tombolo dal titolo è "UNA FILASTROCCA DI CRIMINI E DELITTI", giallo che vi ricordo nel 2019 è stato pubblicato dalla casa editrice LFA PUBLISHER di Caivano in provincia di Napoli.

Nel post di lettura di oggi, dopo aver conosciuto la fidanzata di Tombolo, Rossella Sirena, facciamo la conoscenza di un altro personaggio: Prospero Buontempo. Tombolo comunica al suo aiutante-ombra Prospero che si dovranno occupare di certi casi urgenti dell’agenzia. Prospero è un giovanottone simpatico e volenteroso ma è fatto a modo suo e vorrebbe sempre dire a Tombolo come dovrebbe fare certe cose facendo infuriare l’investigatore che non è proprio stato educato dalle monache orsoline. Prospero è sempre un ex cuoco di ristorante e non è proprio il massimo come apprendista investigatore, anche se in certi casi ha dimostrato di aver un buon fiuto. Al solito scoppierà il colloquio furibondo fra lui e Tombolo per i soliti futili motivi della dieta alimentare che Tombolo non rispetta mai.
Buona lettura e ricordatevi di leggere bene anche quello che c’è scritto in fondo, non lo dico solo per me ma anche per l’Editore.  

    Tombolo, appena ebbe finito lo spuntino, vide che aveva tutto il tempo per telefonare al suo fido aiutante-ombra. Pagò. Salutò Alvise e Debora. Uscì dal bar per non farsi sentire. Prese il suo indistruttibile Brondi Magnum e digitò un numero.
    «Prospero, siamo in pista! Stamani mi hanno incaricato di risolvere tre casi molto importanti, bollenti direi. Soprattutto il primo che è proprio bruciante in tutti i sensi.» 
    «Marino, te avrai i bollenti, ma io ho i bolliti! Anch’io ne ho tre! Stamattina mi hanno commissionato un pranzo a domicilio con bollito di carne, di pollo e di pesce con salsine e salsette. Sono sempre a casa a invassoiare i bolliti. Sono incasinato e in ritardo. Meno male che questa gente abita vicino a casa mia. Avrò da fare fino alle due e mezzo, ad andar bene. Quanto basta o cozza amara
    Quanto basta, nel gergo di Prospero Buontempo, cuoco a domicilio e aiutante-ombra dell’agenzia di Tombolo, significava caso investigativo di normale amministrazione ma che non gli impediva di svolgere il suo mestiere di chef domiciliare e gli comportava una perdita di tempo normale, appunto quanto basta.
    Cozza amara, invece, significava che erano alle prese con un caso ostico, imprevedibile e che puzzava di bruciato, appunto come una cozza amara.
    «Questo e quello, Prospero. E mi hanno già dato dei bell’anticipi. Per te i soliti mille euro anticipati per ogni caso.»
    «Ollallà, questo sì che è parlare! Guadagnare tremila euro in una botta non è poco e di lunedì. Cazzaròla! Di che si tratta?»  
    «Occorre fare i soliti riscontri di rito, prendere informazioni in modo discreto e muoversi con i piedi di piombo. In un primo momento, mi occuperò a tempo pieno del caso cozza amara, quello, per così dire, bruciante che mi ha incaricato il professore Ling e che preferisco parlartene meglio a voce. Dapprincipio, ti guadagnerai la pagnotta prendendo informazioni sulle persone coinvolte negli altri due casi quanto basta per scoprire chi ha commesso i furti. Dopo, quando te lo dirò io e se ce ne sarà bisogno, ti darai da fare per quel primo caso più delicato. Vieni in agenzia alle tre.»
    «Vengo con l’Apone?»
    «Sì, mi può essere utile per dopo, quando mi devi accompagnare almeno in due posti.»

    Per i casi dell’agenzia investigativa, Tombolo si era preso un aiutante-ombra insospettabile, Prospero Buontempo. Simpatico e mattacchione, lo sovrastava in altezza ed era pure di dieci anni più giovane. Snello, col capo a punta, capelli corti castano lisci con la riga nel mezzo e barbetta corta, Prospero era un ex cuoco dell'ormai ex ristorante La Bussola, un locale storico del paese. Lo scoglionato e ignorante ex gestore del locale, al secolo Pilade Costagliola, non aveva voluto rinnovare il menù per adeguarsi ai tempi. Era successo quello che era successo e da più di un anno c'era stato il cambio di gestione. Il nuovo ristoratore era il signor Liang Ju Shu che era arrivato da Canton e proponeva ai suoi clienti i piatti della cucina tipica familiare cinese. Con il cambio di gestione era cambiato anche il nome del ristorante, ora si chiamava Ravioli Liang. La loro specialità erano i ravioli casalinghi fatti al vapore e conditi con le verdure: "Ravioli belli dentro", come era scritto nei cartelloni pubblicitari. 
    Di conseguenza, Prospero, da quando si era ritrovato disoccupato, si era inventato un’attività di cuoco a domicilio che gli dava molte soddisfazioni e gli rendeva molto bene. Fra una ricetta e l’altra, fra un catering e l’altro, dava una mano a Tombolo riuscendo a fornirgli informazioni preziose su tante persone del paese, viste le sue assidue frequentazioni nelle case di Spaccabellezze. Con la sua attività di cuoco nelle case degli altri, conosceva praticamente tutte le persone di Spaccabellezze e anche fuori dal paese. Di tutte le famiglie sapeva vita, morte e miracoli. Questa era stata la ragione fondamentale per cui Tombolo l’aveva reclutato nella propria agenzia. Avere una persona che poteva informarsi su tanti fatti che accadevano in paese era utilissimo. E anche conoscere un cuoco che gli poteva preparare dei piatti a prezzo scontato era una buona cosa, soprattutto per certe cenette nella mansardina a lume di candela con la sua bella Rossella. Prospero lavorava per l’agenzia ma in nero. Tombolo era stato categorico. Non voleva assolutamente che Buontempo figurasse nel libro paga dell’agenzia investigativa, sarebbe stato come scoprire il suo asso nella manica. Rendere pubblica alla luce del sole l’attività oscura e sotto copertura di Buontempo poteva essere dannosa per l’agenzia e svantaggiosa per Tombolo. La presenza di Buontempo, sguinzagliato per il paese, era per Tombolo una sicurezza di poter conoscere tutto di tutti senza destare il minimo sospetto. Altro elemento che rafforzava la figura di Prospero come aiutante-ombra era il suo Apone. Buontempo, per la sua attività di cuoco a domicilio, possedeva un Apone furgonato celeste pallido per portare gli alimenti con cui preparava pranzi e cene. L'Apone era stato carrozzato modello China Town. Aveva una sgargiante scritta rossa orientaleggiante "SHANGHAI CUKI EXPRESS – Ti cucino per le feste!" su fondo bianco con a fianco una vivace lanterna rossa cinese. Nella parte posteriore furgonata, Prospero aveva fatto realizzare molti ripiani e scompartimenti con un vano frigorifero superiore. Pur essendo sgargiante, l’Apone andava benissimo per gli appostamenti diurni e notturni dell’agenzia. Il posto guida era comodo anche per due, nonostante la stazza di Tombolo. Oltretutto l'Apone non dava mai nell'occhio sui passanti. Chi lo vedeva, immaginava che Buontempo fosse nei paraggi per preparare qualche pranzo o qualche cena a domicilio. Nessuno sapeva che lavorasse con Tombolo, nemmeno Rossella, e questo era fondamentale per la soluzione dei casi investigativi perché così Buontempo si poteva muovere a suo piacimento, per prendere informazioni senza destare sospetti. Oltretutto, l’ex cuoco aveva un buon fiuto ed era in grado di capire se certe cose andavano o non andavano per il verso giusto.

    «Va bene, Marino. Alle tre sono lì.»
    «Ascolta, Prospero. Anch’io sono in ritardo perché stamani con tutti quei clienti ho rischiato di saltare la focaccina. E…»
    «Quel troiaio di piattella unta e bisunta col tonno frullato e la maionese fatta coi bottoni?»
    «Sì, ma è buona!»
    «Meno male che ti dovevi mettere a dieta.»
    «Da domani.»
    «Ovvio! Lo dici da più di un anno, Marino. Ti ci vorrebbero le mie vellutate zucca e broccoli e dovresti smetterla di ciucciare quei troiai di chupa chups!»
    «Prospero, non rompere i coglioni!»
    «Parla piano che ti sentono quelli del bar. E poi quelli sì che ti rompono i coglioni chiedendoti perché stai a parlare con me.»
    «Sono fuori del bar, che credi?! Non sono rincoglionito, ancora.»
    «Bravo, ma non si sa mai. Se facessi progressi nella dieta come nelle investigazioni, ne guadagneresti parecchio in salute.»
    «Ascolta, ci sta che il pranzo con Rossella finisca lungo e che non sia lì alle tre precise e quindi…»
    «E quindi ti aspetto dentro l’Apone, così nessuno mi vede e ti rompe i coglioni per sapere che ci facevo ad aspettare in piedi davanti all’agenzia. Secondo te!»
    «Va bene. Mi raccomando, quando scendi dall’Apone…»
    «Ovvio! Quando scendo dall’Apone, prendo in mano un portavivande dei miei, così sembra che ti porti qualcosa da mangiare per stasera a cena. Me lo ripeti tutte le volte e tutte le volte ti ridico la stessa cosa. Sei ripetitivo.» 
    «No, sono metodico, caro Prospero. Nel senso che faccio le cose con metodo, io. Nessuno deve sapere che lavoriamo insieme.»
    «Ora scappo, che c’ho i bolliti che si raffreddano! Alle tre!»
    «Alle tre» e si avviò verso la trattoria Il Palombaro.      


Questo e non solo questo è "UNA FILASTROCCA DI CRIMINI E DELITTI" il giallo dei casi della costa dell'investigatore Tombolo che è stato pubblicato da Lello Lucignano della LFA Publisher di Caivano (Napoli).
Questo ma non solo questo sono i gialli dell’investigatore Tombolo perché come ha detto una mia lettrice: “Oltre il giallo c’è molto di più.” Cosa aspettate a leggere il giallo dell’investigatore Tombolo?   





Il giallo è in vendita a Napoli alla libreria "Io ci sto", zona Vomero in via Cimarosa, e alla "Feltrinelli Express", in piazza Garibaldi presso la Stazione Centrale.    
     
Il giallo è in vendita online anche su IBS e LIBROco 

P.S. Leggete quello che vi pare.
Ma ricordate sempre che:
"Leggere il giallo di Tombolo non è un dovere
ma è un piacere per l'autore (e per l'editore)". 




Nessun commento:

Posta un commento