giovedì 3 settembre 2015

La stanza da lavoro di Cantagallo

Il commissario Cantagallo, come abbiamo detto, è un uomo che ama le cose semplici. Proprio per questo è sempre in contrasto con il suo capo, il Questore Zondadari, che usa il latino come una barriera linguistica frapposta fra le indagini del commissario e la palude immobile della Questura. Odia il latino e tutte quelle frasi complicate che sono difficilmente comprensibili alle persone comuni e anche a lui. Proprio in questo suo comportamento si capisce lo spirito della semplicità del commissario Cantagallo: un uomo semplice che non per questo vuol dire modesto, ma piuttosto buono, sincero, umile, corretto, onesto, sobrio, comprensivo e attento alla realtà delle cose come alle persone. Per spiegare questo occorre dire che il concetto di semplice è opposto a quello di doppio. Semplice si deve intendere nel senso di intero, ovvero di un uomo integro e integerrimo il cui carattere è unito psicologicamente e intellettualmente, con significato di sincero, mentre il concetto opposto di doppio assume il significato di falso, nel senso di un uomo ingannevole e fasullo dalla doppia personalità. Cantagallo quando indaga è preciso e rigoroso, non ammette errori perché nel suo lavoro sa che se un poliziotto commette un errore può costargli la vita e quella dei colleghi. Per le indagini utilizza la “stanza da lavoro”, comunicante con il suo ufficio, dove ha fatto mettere un bel tavolo con un piano molto grande. Il tavolo è utile soprattutto nei casi d’omicidio per appoggiare sopra tutti gli indizi che saltano fuori nel corso dell’indagine. Dietro al tavolo, ai due lati, ci sono due grandi pannelli in sughero, che il commissario usa per attaccare altre informazioni. Su quello di sinistra mette la foto e gli elementi conosciuti della vittima e sull’altro, di destra, quelli del presunto assassino compresa la foto. Nel mezzo ai due pannelli, c’è una grande cartina stradale della città di Collitondi che comprende alcune zone della periferia e delle località vicine. Si avvale di ingrandimenti di fotografie scattate sul luogo del delitto, di filmati della scena del crimine per immedesimarsi meglio sull’accaduto e capire quali possano essere i fatti realmente avvenuti o per scoprire certi particolari che erano sfuggiti a una prima osservazione. Tutto questo con l’aiuto dei colleghi della sua squadra. Il commissario è anche uno sportivo, quando i tempi delle indagini glielo permettono, perché nel fine settimana va a giocare con Razzo al Tennis Club Collitondi, in genere di mattina e al campo numero 2.

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