sabato 19 settembre 2015

Simona e Cantagallo per il giallo "La mossa del barbiere"



Che dirvi di questo breve romanzo? Innanzitutto ho apprezzato la scelta dell’autore di non appesantire il suo libro inserendo pagine in più che sarebbero risultate inutili. In poche pagine Fabio Marazzoli è riuscito a concentrare una storia ben pensata e ben riuscita, in grado di catturare decisamente l’attenzione del lettore. I personaggi sono molti, ovviamente quello che più risalta agli occhi è Cantagallo, un commissario che si dedica anima e corpo al proprio lavoro, un commissario che oltre a rappresentare una figura importante a livello del paesino di Collitondi è anche una persona estremamente umana, e cerca sempre di analizzare i casi che gli si presentano insieme alla sua squadra, perché come dice anche lui, un buon commissario è tale perché al suo fianco ha un team meritevole. Ed è effettivamente così: tutti sono utili e tutti contribuiscono a dare una svolta alle indagini.
Ne ” La mossa del barbiere” Cantagallo si ritroverà a dover risolvere un omicidio e un rapimento, e ad aiutarlo inizialmente c’è solo un misterioso filo bianco. Non mi soffermo a parlarvi della trama, perché il romanzo è piuttosto breve e non vorrei svelarvi dei dettagli fondamentali e rovinarvi il gusto della lettura. Vi parlo di quelle che sono state le mie opinioni in merito all’indagine che ho letto. Innanzitutto mi è piaciuto tantissimo il modo in cui Marazzoli ha delineato il suo commissario, mi piace l’atmosfera che ha creato all’interno del romanzo, un’atmosfera ricca di complicità e affetto. Oltre ad essere indubbiamente un giallo questo romanzo breve è anche altro, perché nel suo piccolo racconta le scene di vita quotidiana del commissario: dalla famiglia alla vicina di casa troppo prorompente, dal rapporto con i colleghi a quello con i compaesani. Leggendo ” La mossa del barbiere” ho provato una sensazione di totale connessione con la realtà e sono riuscita ad immaginare molto vividamente ogni singolo personaggio, come se fosse una persona reale e non il frutto di una fantasia dell’autore. Ho apprezzato tantissimo la sottile ironia che caratterizza tutto il romanzo, in particolare per quanto riguarda i confronti tra Cantagallo e il Questore, oppure con le simpatiche vecchiette Adua e Ada (Da non confondere assolutamente XD)!
I motivi per cui ho apprezzato il giallo di Fabio Marazzoli sono molteplici, ho gradito molto l’introduzione di alcune ricette all’interno della storia, in particolare una mi ha fatto molto gola (Strozzapreti allo speck e peperoni, gnam!) e mi è piaciuto anche l’inserimento di vari spunti alla letteratura – come ad esempio il mito greco di Arianna e Teseo, o il riferimento al V Canto dell’Inferno dantesco. 
Insomma, come avrete capito oltre all’indagine c’è molto di più. Ci sono tante piccole scene di vita quotidiana messe insieme, c’è complicità, rispetto, affetto e ironia, tutti elementi che mi hanno spinta ad apprezzare a pieno il lavoro di questo autore.
Sapete tutti che non sono un’amante dei gialli e dei polizieschi, ma sono contenta di avere scelto di dare un’opportunità alla storia di Marazzoli, perché ora – a lettura terminata – posso dirvi che ne è valsa la pena. Non entro in merito allo stratagemma scelto dall’autore per inscenare l’omicidio/rapimento (non avendo letto molti altri gialli non ho assolutamente termini di paragone e quindi non mi sento di possedere le giuste competenze per poter affrontare il discorso), in ogni caso ai miei occhi è sembrato ben calcolato e coerente, e la svolta finale dell’indagine ha dato quel tocco in più al tutto che di sicuro va a favore dell’autore.
Consiglio la lettura del libro anche ai non amanti del genere! 

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