Il commissario Cantagallo non gradisce i formalismi dei
colleghi che gi danno sempre del lei con la scusa che è il loro capo. Gli altri
poliziotti giustificano il loro comportamento per evitare eventuali figuracce
davanti al Questore. Cantagallo non è d'accordo, anche se alla vice preferisce
darle del lei. Ma solo per il fatto che è arrivata da poco al commissariato e
non per mantenere le distanze. E questo Razzo glielo fa notare.
Dal giallo "Un vecchio tappeto persiano" (Cavinato Editore, 2014)
(...)
«Razzo, ma non sarebbe l’ora di darci del tu. Da quando sono
arrivato al commissariato, tutti e dico tutti, mi date sempre del lei. Sembra
di essere a scuola: il professore e gli alunni. Massimo, cerca anche tu di
convincere gli altri, per favore!»
Razzo cambiò tono ed espressione, e lo guardò negli occhi.
«Angelo, lo sai, la storia è vecchia e conosciuta. Non
occorre che te la ripeta tutte le volte.»
Per i colleghi della squadra Cantagallo era e doveva
rimanere il commissario del commissariato di Pubblica Sicurezza di Collitondi.
Come tale doveva essere trattato e rispettato, anche formalmente. Il rispetto
di certe regole e di certe formalità, del resto, era previsto dal regolamento.
Nessuno dei poliziotti voleva e doveva sorvolare su certi formalismi, che
stabilivano diritti e doveri ben precisi all’interno e all’esterno del
commissariato. E non si doveva dargli del tu solo perché Cantagallo svolgeva il
suo ruolo in modo umano, rispettando l’esigenze di tutti i colleghi. Bisognava
dargli del lei per evitare possibili smagliature in occasione di incontri con
certi personaggi, ad esempio il Questore, che pretendevano il rispetto di tale
etichetta. Zorro teneva moltissimo alla forma e non mancava occasione per
definire i poliziotti di Collitondi come degli “scaricatori di porto”, con
tutto il rispetto e la solidarietà per la categoria dei portuali sempre più
spesso etichettata in certe frasi. Se Zorro avesse sentito, o solo immaginato,
che i suoi uomini gli davano del tu si sarebbe scatenato in chissà quale
sproloquio in latino minacciando il trasferimento in blocco all’Ufficio
Stranieri. E poi, da quale pulpito veniva la predica? Lui allora? Perché
continuava a dare del lei alla vice chiamandola dottoressa Turchi? Non erano
mica al Pronto Soccorso della USL?
Cantagallo si giustificava dicendo che preferiva darle del
lei perché era laureata, era arrivata al commissariato da poco, e ci teneva
molto al suo lavoro che svolgeva con dedizione. Il commissario pensava che il
darle del tu la sminuisse nel ruolo di vice commissario. Ma Razzo non era
d’accordo e glielo faceva notare, indicandogli che gli altri colleghi
diplomati, allora, che dovevano fare? Scendere in sciopero per il tu politico?
«E allora» proseguì Razzo «il mio discorso torna sempre.
Quindi non parliamone più. Se non hai altro da dirmi, vado nell’ufficio della
vice e ti saluto. Anzi, “la” saluto.»
«Anzi, vai in culo! Vai e stacci per un po’! Tanto con te
finisce sempre così.»
«Ovviamente, “dottor” Cantagallo!»
«Ci vediamo qui a mezzogiorno. Ah! La fotocopia delle
liste!»
«Sì, lo faccio subito. Comandi!» e sghignazzò a modo suo.
Cantagallo scosse il capo e sorrise.
(...)
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