giovedì 3 settembre 2015

Chi è il commissario Cantagallo?

Per chi ancora non conoscesse il protagonista dei gialli toscani ambientati a Collitondi, qui nel blog fabiomarazzoli.blogspot.it inizia da oggi una specie di rubrica per farvi conoscere questo nuovo poliziotto toscano che spero possiate apprezzare meglio leggendo gli ebook pubblicati nelle librerie online. Angelo Cantagallo è il commissario toscano che indaga a Collitondi, un piccolo paese, immaginario ma non troppo, incastonato nelle verdi colline della Toscana centrale. Il commissario è un uomo di mezza età simpatico, caparbio e intelligente. Un quarantenne felicemente sposato con Iolanda Macaluso, siciliana di quattro anni più giovane di lui, dalla quale ha avuto un figlio, Luigi, un maschietto vivace di poco più di dieci anni. Cantagallo in casa è sempre pronto alla battuta, a scherzare, a strappare un sorriso e tende a sdrammatizzare certi episodi tragici che accadono nel commissariato come nella vita, per cercare di imbrogliare il destino che, per motivi di lavoro o per vicende di famiglia, lo pone davanti a situazioni di cui ne farebbe volentieri a meno. Imbrogliare il destino è un concetto caro a Cantagallo, ovvero scompaginare le carte della vita che sono già state consegnate ad ognuno di noi dal Grande Mazziere e che ogni persona deve giocare bene, anche se sono già state disposte sul tavolo. Un po’ come in quel gioco di carte che piace molto al commissario e a cui gioca con il figlio Luigi d’estate: il Machiavelli, dove ogni giocatore può sistemare a suo piacimento le carte già sul tavolo per riuscire a migliorare la propria situazione e anche a vincere se è in gamba. Minimizza volutamente certi fatti che gli accadono intorno per non ingigantire determinate circostanze di per se stesse angosciose perché vede sempre il “bicchiere mezzo pieno”, per dirla con i suoi proverbi. Così cerca d’ingannare il tempo, non riversando sulla famiglia i suoi problemi investigativi sul lavoro, pensando al futuro e facendo progetti per il nuovo viaggio da fare con la moglie e il figlio al prossimo anniversario di nozze. Non si eleva a paladino della Giustizia e nemmeno sale lo scalino del babbo perfetto perché non sono atteggiamenti che fanno parte del suo modo di essere. Anche perché sa benissimo che non esiste l'uomo perfetto e nemmeno lui lo è. E proprio per questo cerca sempre di migliorarsi, ascoltando gli altri. Essenzialmente è un uomo semplice che non ha smania di protagonismo, ama la famiglia e vuole fare bene il proprio lavoro insieme ai colleghi della sua squadra. Sul lavoro non ama i “cani sciolti”, vuole collaborazione e da molta importanza ai rapporti interpersonali fra lui e i colleghi per rafforzare l’unione del gruppo, spesso fanno pranzo insieme. È un amante delle cose semplici e dei proverbi paesani, a cui fa a gara con Baccio, e della buona cucina nella pausa pranzo con Razzo e Bandino al ristorante “Attanasio”.

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