domenica 12 marzo 2017

La vicina troppo vicina: la Poccioni all'attacco di Cantagallo


Domenica calda e frizzante, un po' come questo nuovo appuntamento di lettura di un estratto del giallo "LA MOSSA DEL BARBIERE" pubblicato, per chi ancora non lo sapesse, da Cristian Cavinato della Cavinato Editore International di Brescia. 

In questo appuntamento il commissario rientra a casa dopo aver fatto il punto della situazione delle indagini con i colleghi della Squadra Omicidi del commissariato nella stanza da lavoro. Il poliziotto è esausto ma deve stare guardingo perché non si deve guardare soltanto dai criminali ma anche da una persona ben precisa. La persona è una donna divorziata molto piacente e avvenente, la nuova vicina di pianerottolo e condomina del palazzo dove abita Cantagallo, che da qualche tempo lo scoccia tutte le volte che lo incontra nel palazzo e a volte anche fuori. Cantagallo ha posteggiato sotto casa e si guarda intorno per capire se sia libera la zona dalla "vicina troppo vicina", la signora Sonia Gorgoni detta "Poccioni", stavolta non dal commissario ma dal geometra Odoardo Minutella, caposcala del condominio e profondo estimatore delle sporgenze archi(tettoni)che della suddetta signora. La signora, infuriata con tutto il mondo maschile dei mariti perché è stata lasciata dal marito a causa di una collega d'ufficio spregiudicata, si vuole vendicare a modo suo sugli altri mariti del palazzo e ha scelto la sua preda: il commissario. Quindi fa di tutto per scardinare la fedeltà coniugale del poliziotto e tutti i momenti sono buoni per tentare l'attacco al "fortino Cantagallo". La Poccioni ci riuscirà? Il poliziotto resisterà? Forse, probabilmente. Di sicuro basta leggere i gialli del commissario Cantagallo per sapere come andrà a finire.


Batto l'articolo e ricordo che il giallo "LA MOSSA DEL BARBIERE"
è stato premiato col 2° PREMIO a GIALLO GARDA 2016 per la sezione e-book, 
nella splendida cornice del Lago di Garda a Raffa di Puegnago del Garda 
nella Libreria BACCO CANTINA della gentile Laura Marsadri.
Il giallo è stato pubblicato da Cristian Cavinato 

della Cavinato Editore International in e-book e cartaceo.

P.S. Mi raccomando, comprate, comprate, comprate e fate comprare i gialli del commissario Cantagallo perché "leggere gratis il blog" è bene ma "leggere tutto il libro" è meglio, per l'editore e per l'autore!

Buona lettura a tutti voi. 





"  Arrivato a casa, Cantagallo posteggiò l’auto, diede uno sguardo intorno per sincerarsi dell’assenza della Poccioni. Non la vide. Poi casualmente abbassò lo sguardo e intravide una signora bionda mesciata che, di rientro dalla Coop, era alle prese con le buste piene della spesa. La donna si era abbassata per sistemare meglio dei pacchetti. Il commissario smontò dall’auto, chiuse piano la portiera e fece finta di non vederla.
    Ma che razza di galantuomo era per non aiutare quella donna?
   La donna in questione era la Poccioni. La bassa e procace signora Gorgoni tutta forme, sfoggiava una quarta di reggipetto da urlo ingentilita da una magliettina scollata e indossata sotto un maglioncino felpato con i bottoni in attesa di un’apertura prorompente col botto. Aveva i pantaloni aderenti a zampa di elefante, per nascondere le scarpe tacco dodici che calzava abitualmente per sembrare più alta. Doveva essere fresca di parrucchiere, con i capelli impeccabili a caschetto, corti alle spalle, e dei colpi di sole per nascondere quelli grigi. La Gorgoni aveva acquistato l’appartamento a marzo e da quel momento era iniziato l’attacco al “fortino Cantagallo”. Tutte le scuse erano buone per bussare alla porta del commissario con un pretesto qualsiasi: mi presta questo, mi può fare quest’altro, e così via.
    Cantagallo la sopportava e non le dava troppo peso. E poi la Gorgoni non era il suo tipo. Al commissario, semmai, piacevano le donne meridionali, basse, esili, more e ricce. Le bionde non gli piacevano. 
    Iolanda invece non la poteva soffrire. Per lei era una gattamorta che faceva la cretina con gli uomini sposati. La Gorgoni era talmente cretina che una volta Iolanda la intravide ricevere l’idraulico con tanto di ciabatte rosa col pon-pon e tacco dodici. Tutte le volte che la incontrava faceva finta di non vederla. Le era antipatica perché, con i suoi atteggiamenti, cercava di insidiare Cantagallo che si manteneva inespugnabile ai suoi attacchi. Il commissario su questo aspetto era inattaccabile. Iolanda era sicura che quella gattamorta lo facesse apposta per vedere se il marito resisteva ai suoi approcci. Era convinta che volesse mandare in frantumi il loro matrimonio, come a suo tempo la Gorgoni lo aveva subito dall’ex marito Giorgio Provvedi che, con la scusa di andare a giocare a calcetto, le aveva fatto le corna con la collega dell’ufficio e aveva divorziato, lasciandola con un figlio appena maggiorenne. 
    Il commissario anche stavolta cercava di svicolare per portarsi fuori dal raggio d’azione di quella donna che usava i suoi seni prorompenti come dei radar. Ce l’avrebbe fatta? 
    «Commissariooo! Commissario Cantagallooo! Un aiutino, la prego» miagolava e agitava la mano alzata, come chi sta per annegare.
    La voce della Poccioni, simile a quella ammaliatrice delle sirene, lo intercettò.  E siccome Cantagallo non aveva una corda per legarsi a un palo, come fece all’epoca Ulisse, dovette andarle incontro.
    «Ma quanta spesa, signora Gorgoni. Ci sfama un reggimento».
  «Magari, mi ci vorrebbero quei bei giovanottoni per portare su tutta quest’acqua. Me la darebbe una mano, commissario, a portarla su? Ho fatto un po’ di spesa grossa e sono tutta accaldata…» fece una pausa scientifica e agitava le mani sopra la scollatura per sventolarsi il seno imperlato dal sudore. «Non ce la faccio più ad andare in su e in giù tutti i giorni alla Coop». Poi si avvicinò al commissario e, con una mossa studiata a tavolino, protese il seno sollevando contemporaneamente lo sguardo per fissare Cantagallo. «E lei, ce la fa ad andare su e giù tutti i giorni? Su e giù, su e giù! Che dice?».
    Cantagallo avvertì la minaccia di un pericolo imminente.  
    «Dico che faccio sempre le scale» tagliò corto e si allontanò da quelle specie di mine navali del sesso. Spostò gli occhi dallo sguardo della gattamorta alle due confezioni da sei dell’acqua. «A casa mia ci pensa mia moglie a far la spesa alla Coop. Mi avvio e le lascio sulla porta le confezioni dell’acqua» e batté in ritirata.
    «Grazie» biascicò malinconica la mesciata lasciata in scacco.
    Dopo quella premessa del “su e giù”, Cantagallo non si azzardava a prendere l’ascensore con la Gorgoni, col rischio di stare tutto il tempo sotto il tiro di quei due pezzi d’artiglieria spianata. Soprattutto dopo quello che gli aveva raccontato in gran segreto il geometra Minutella, poco più che cinquantenne, sposato e quindi “attaccabile” dalla gattamorta.
    Il geometra qualche tempo prima gli aveva confidato un particolare scabroso, quando aveva preso l’ascensore con la Gorgoni per portare un quadretto in cantina. Si ricordava sempre le frasi che si erano scambiate.

    «Non ci crederà, commissario, ma la Poccioni doveva essere eccitata per qualcosa perché dalla maglietta le si intravedevano i capezzoli ritti!».
    «Ma non scherzi, geometra!».
    «Glielo giuro! Erano così gonfi che ci avrei potuto appendere il quadretto che avevo in mano!».

     Quindi Cantagallo doveva pensarci bene prima di stare in spazi angusti con quella donna. Il commissario si preoccupava che nell’ascensore, con la scusa dell’ingombro delle buste della spesa, la gattamorta gli avrebbe appoggiato le poppe da qualche parte per scardinare la sua fedeltà coniugale. Non scartava nemmeno l’ipotesi che gli avrebbe potuto dire qualche frase a doppio senso accompagnata da un movimento lap dance utilizzandolo come palo.
    Intanto era già arrivato al pianerottolo di casa e aveva depositato l’acqua vicino alla porta dell’appartamento della Poccioni.
    Iolanda aveva socchiuso la porta ed era pronta all’attacco.
    «Ti ho visto, sai, con quella là!».
    «Iolanda, ma che dici?! Le ho portato su l’acqua solo perché mi ha visto e me l’ha chiesto. Non ne potevo fare a meno».
    «Le dicevi che avevi mal di schiena!».
    «Non mi è venuto di dirlo, lì per lì».
    «E la prossima volta glielo dici, lì per lì!».
    «Ma che sarà mai?! Lo sai che di quella donna non me ne importa nulla».
    «Importa a me. Quella tappa siliconata non la posso vedere».
    «Non è siliconata, a quello che mi ha detto il geometra Minutella».
    «E allora?».
    «Allora, sono naturali. Il geometra mi ha riferito che glielo ha detto proprio la Poccioni, cioè la Gorgoni. Una volta, in ascensore, gliele ha fatte palpare per fargli sentire che erano morbide e non dure come quelle finte».
    «Bel porco il geometra! E che differenza fa?! Sembrano poppe al silicone perché sono troppo esagerate. E poi non mi va che, con una scusa o con un’altra, quella ti faccia la gattamorta!».
    «Ma se lo fa con tutti i mariti!».  
    «Degli altri mariti che me ne importa?! Ci penseranno le loro mogli. E poi le tiene in bella vista con i reggiseni Wonderbra, la schifosa!».
     «Se sei tanto invidiosa, perché non te li metti anche tu i Wonderbra?!».
    «Invidiosa, io?! Io non ne ho bisogno. A me stanno su da sole».
    Si misero a ridere e si abbracciarono.
    «Iolanda, dobbiamo stare a parlare tutta la sera dei seni e reggiseni della Gorgoni? Ho avuto una giornata bestiale».
    E le raccontò i particolari.   " 



 

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