domenica 5 marzo 2017

Un assaggio del giallo "Omicidio sotto il sole": una morte impalpabile


Come già accennao in precedenza, in questo fine settimana si conclude la saga degli assaggi dei gialli del commissario Cantagallo per i 10 anni di indagini del poliziotto toscano.
In questo secondo appuntamento domenicale voglio farvi leggere le pagine dei gialli della prima serie che furono pubblicati da Antonio Lalli della Lalli Editore di Poggibonsi concludendo col secondo giallo pubblicato nel 2008 e che è intitolato "Omicidio sotto il sole". 

Il giallo si svolge a Castiglioni Marina, il paese di mare sulla costa toscana, dove il commissario Cantagallo trascorre i fine settimana e le ferie nel periodo estivo. 
Qui viene coinvolto dai Carabinieri del paese nell'indagine di un presunto delitto dove è stata trovata morta una giovane donna nella piscina di un hotel di lusso in paese.  Il marescaillo Guerra non si sente al sicuro dopo il parere dell'inqualificabile e incapace medico del porto, il dottor Lanzara, che, dopo aver esaminato il cadavere della donna, ha comunicato in modo inequivocabile che la morte sia avvenuta per cause accidentali. Il commissario Cantagallo non ne è assolutamente convinto e decide di indagare.

Buona lettura e buona domenica a tutti voi.

P.S. Non mi nascondo dietro a un dito: "Comprate, comprate, comprate i gialli del commissario Cantagallo, in ebook e cartaceo. E mi raccomando passate parola!". 



  
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    «Maresciallo, si spieghi meglio. Mi dica della morta e di questa piscina che deve essere liberata e perché?»
    «Commissario, il fatto è questo. Nella piscina dell’hotel Mirage è stata trovata una donna morta. Si tratta di una ragazza alloggiata nell’albergo con il suo ragazzo. Io ho chiamato il dottor Lanzara, in attesa del medico legale, e il dottore mi ha riferito che la ragazza è morta annegata da poche ore. Ha riferito così, testuali parole: “Trattasi in modo inequivocabile di morte accidentale per annegamento”. Il cadavere era vicino al bordo della piscina. Ora, però, il corpo non è stato ancora tolto dall’acqua.»
    Il commissario, sentendo l’affermazione del dottor Lanzara, rimase un po’ perplesso. Cantagallo, in precedenti occasioni, aveva constatato che le considerazioni del dottore non erano mai azzeccate. Il dottor Rodolfo Lanzara era il medico generico del Pronto Soccorso presso il porto di Castiglioni Marina. Non era nativo di Castiglioni, ma di un piccolo paese calabrese. Aveva la pessima abitudine di voler dimostrare a tutti che poteva fare anche il “medico legale”. Non era competente in tale campo e tirava sempre delle conclusioni affrettate senza un’adeguata ispezione del corpo della vittima. Era più interessato a togliersi dai piedi l’impiccio, piuttosto di capire il motivo della morte. Non era simpatico al commissario. Era uno strafottente e aveva un atteggiamento di superiorità nei confronti di Cantagallo, senza un’apparente ragione. Il dottor Lanzara era convinto che i turisti, che avevano la disgrazia di morire a Castiglioni Marina, morivano sempre per cause accidentali, imputabili a uno stile di vita marino tragicamente sbagliato.
    «”In modo inequivocabile”, ha detto Lanzara?»
    «Sì, commissario, proprio così! È stato categorico. Gli è bastato uno sguardo al corpo della vittima per capire cosa fosse successo alla donna. Per il dottor Lanzara si tratta solo di un tragico incidente dove c’è scappato il morto.»
    «Allora, perché mi ha chiamato?»
    «Ho chiamato per essere sicuro di avere fatto tutte le cose giuste! Lei lo sa, commissario, io d’omicidi non me ne intendo. Per questo le chiedo di darmi una mano in questo omicidio. Tutte le altre volte che le ho chiesto una mano, lei è stato fondamentale per risolvere dei casi apparentemente semplici, ma che poi sono risultati complessi, perché sottovalutati.»
    «Ma non ha già il parere “inequivocabile” del “luminare” dottor Rodolfo Lanzara?!»
    «Sì, ma se il dottore si sbagliasse? È già capitato altre volte quando c’è scappato il morto. Si ricorda, vero?»
    «Sì, mi ricordo. Qualche anno fa, il “luminare” dottor Lanzara “prese lucciole per lanterne o per lumi”, in questo caso.»
    «Anche allora, e non è stata l’ultima volta, sono stato redarguito dal comandante provinciale per la troppa leggerezza nell’aver letto quanto era scritto nel referto del dottor Lanzara e per non avere proseguito nelle indagini. Commissario, la prego. Mi aiuti anche stavolta! Dopo tutto, cosa le costa fare questo controllino?>>
Cantagallo dovette cedere, come sempre, anche per non permettere al dottor Lanzara di spadroneggiare sulle vittime a suo piacimento e senza alcuna cognizione di medicina legale.
    «Maresciallo Guerra, con lei è sempre la solita storia. Quando d’estate a Castiglioni “ci scappa il morto”, come dice lei, e sono in zona, lei mi chiama per fare un “controllino” perché non si fida del dottor Lanzara.»
    «Commissario Cantagallo, non ho detto che non mi fido del dottor Lanzara. Voglio solo controllare se tutto è a posto. Commissario, se non lo vuol fare per me, lo faccia per quella povera ragazza morta!»
    «Io l’aiuto, maresciallo, ma a un patto.
»    
    «Quale?»
    «Che Lanzara non tocchi più il cadavere della donna. Come minimo avrà inquinato il luogo del crimine. Difficilmente mette dei guanti nuovi per ispezionare il cadavere. Fuma mentre esegue i controlli, con la cenere della sigaretta che cade da tutte le parti. Per non parlare, poi, di quando mangia un panino durante l’ispezione di un cadavere, con le molliche di pane e i pezzetti di salame che cadono sul corpo della vittima. Per finire, è uno dei pochi uomini al mondo che ha la forfora pure nei baffi! Solo la vista di quell’uomo mi fa venire il prurito.»
    «Adesso non esageri, commissario. Il dottor Lanzara è un buon medico di famiglia in questo piccolo paese di mare. Comunque, accetto. Il dottor Lanzara se la prenderà a male, ma non ci posso fare nulla.»
    «Allora, va bene, maresciallo. Mangio e poi vengo lì. Mi raccomando…»
    La voce del maresciallo si fece squillante come quella di un bambino a cui viene concesso di giocare alla PlayStation per otto ore di fila. Non fece nemmeno finire il discorso a Cantagallo per ringraziarlo.
    «Grazie, commissario Cantagallo. Per me è un onore avere la sua preziosissima collaborazione in questo caso e...»
    «Prego. Ma, ha già avvertito la vostra Sezione Scientifica provinciale e il medico legale?»
    «Sì. Quelli della Sezione Scientifica sono in viaggio, arriveranno fra mezzora circa. Il medico legale, invece, non è reperibile: vedrà il cadavere solo lunedì, salvo disposizioni diverse della nostra Centrale Operativa. Per questo ho chiamato subito il dottor Lanzara.»
    «Ma, maresciallo, il dottor Lanzara non è un medico legale! Glielo devo ripetere tutte le volte!»
    «Commissario, lei ha ragione. Ma se il medico legale arriva solo lunedì, che ci posso fare io?! Meglio di niente, ho fatto esaminare il cadavere a un medico.»
Cantagallo non volle discutere oltre con il maresciallo e proseguì il discorso.
    «Allora facciamo così, per non perdere altro tempo. Prima, torno a casa a cenare, altrimenti mi si raffreddano le pizze. Poi, vengo lì, all’hotel Mirage. Mi raccomando, maresciallo, metta il nastro bianco e rosso nella zona della piscina e non faccia entrare nessuno nella zona della piscina. Lo dica anche al maresciallo Tompetrini. Il corpo della donna rimane nella piscina finché non arrivano i suoi colleghi: che nessuno lo tocchi per nessuna ragione. Faccia fare delle fotografie al luogo del crimine e alla vittima. Poi, quando arriveranno i suoi colleghi, faccia togliere il corpo dalla piscina. Momentaneamente faremo trasferire il cadavere all’obitorio comunale in attesa del medico legale.»
    «Va bene, commissario. Quello che dice sarà fatto e lo riferisco subito al collega Tompetrini.»
    «A dopo, maresciallo.»
    «Arrivederci, commissario.»



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