sabato 25 marzo 2017

Tombolo e Rossella: galeotta fu la bomboniera


Oggi spero di farvi piacere, se vi parlo dell'investigatore Tombolo e del suo rapporto con la sua eterna amica-fidanzata Rossella. 
Ci addentriamo nei meandri amorosi dell'investigatore privato che era combattuto fra il suo innamoramento di Rosella e la sua voglia di sposarla. Ma non ci riusciva. Ci aveva pensato un sacco di volte ma non gli era mai riuscito di vedersi nel ruolo di marito modello, preso come era dalle indagini del suo studio di investigazioni. Sempre in giro, di giorno e di notte: che marito sarebbe stato? Senz'altro poco presente e poco al fianco della sua bella Rossella. 
Rossella non gli aveva mai chiesto di sposarla direttamente, ma gli aveva sempre accennato questa eventualità ben sapendo quanto Tombolo non fosse convinto di fare il grande passo. 
Rossella comunque non rinunciava all'idea e, anche se ha sempre una grande confusione in casa, lo invitava sempre a cena nel suo appartamentino, una vera chicca diceva lei, ma Tombolo non c’era mai stato. Rossella voleva sempre portarlo a casa sua con una scusa per farlo entrare nella sua “bomboniera”, affacciata sul mare e i vicoli del paese.  
Tombolo non si fidava perché pensava che volesse attirarlo lì con un tranello, spogliarlo nudo, farci l’amore e poi, sul più bello, di fronte al fatto compiuto gli avrebbe chiesto e ottenuto di sposarla. Addirittura, Tombolo pensava che Rossella si potesse procurare come testimoni due suoi collleghi del Poliambulatorio che non avrebbero esitato per deporre a suo favore per obbligarlo al matrimonio e condurlo davanti all'altare con la sua bella Rossella.
Tombolo, era assodato, non amava perdere tempo e denaro. Non si sarebbe mai e poi mai sporcato le mani in faccende estranee all’agenzia e che avessero a che fare con dei morti di fame o giù di lì, per giunta a gratis! A meno che. Perché c’era sempre un “a meno che”. La condizione si veniva sempre a creare in certe situazioni su richiesta di una persona che aveva molto ascendente sull’investigatore Tombolo. Marino, infatti, investigava solo a pagamento, “a meno che” non glielo chiedesse la sua Rossella Sirena, medico del Poliambulatorio del porto di Spaccabellezze e paladina dei poveri in canna locali, nazionali e anche internazionali che transitavano in quel posto di mare.  
Tombolo, alla richiesta di Rossella, sbuffava, tergiversava ma alla fine agiva e risolveva quello che, in genere, non avevano risolto i Carabinieri del paese. Rossella, in cambio dell’investigazione extra, si sdebitava con lui “in natura” e così di pomeriggio tardi facevano all’amore a casa di Marino, nella mansardina, incrementando, come diceva lei, la media settimanale dei rapporti d’amore delle coppie quarantenni. Almeno lì, nella mansardina, di testimoni oculari non ce ne sarebbero stati. Poi una cena a lume di candela a base di pesce e vino bianco frizzante ghiacciato nella terrazza vista tetti e mare, li faceva riconciliare con il mondo e con se stessi, come se fossero una giovane coppia di sposini. Poi si lasciavano, il sogno matrimoniale di Rossella svaniva e si perdeva lungo le strade buie del paese che la riportavano malinconicamente a casa. Ma in cuor suo, Rossella sapeva che sarebbe riuscita ad averla vinta sullo scorbutico Marino. 

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