Oggi
vi parlo del quinto libro della nuova serie dei gialli che dal 2014 sono stati
pubblicati da Cristian Cavinato della Cavinato Editore International di
Brescia. Questa è la presentazione del giallo "LA DONNA COL
MEDAGLIONE", la prima indagine siciliana del commissario Cantagallo. Fornisco
alcuni particolari del commissario Cantagallo e certe indicazioni sul suo modo
di essere che spero vi siano graditi. Cominciamo.
«Il commissario Cantagallo, nella prima indagine siciliana
del giallo “La donna col medaglione”, è alle prese con il delitto di un
impiegato di banca trovato morto ammazzato a colpi di pistola nella sua auto, buttata
in un boschetto. Il commissario Cantagallo tutti gli anni “scende” in Sicilia
con la famiglia per le ferie di settembre. A coinvolgerlo è il suo amico
maresciallo Saro Bompensiere, paesano anche lui, come la moglie di Cantagallo, di
Capobianco, un piccolo e caratteristico paesino aggrappato a un lieve costone
collinare della Sicilia centrale. Bompensiere è il comandante della Stazione
dei Carabinieri di San Rocco Etneo, un piccolo paese vicino a quello di
Capobianco. Il commissario non si tira mai indietro di fronte ai delitti e se
glielo chiede Bompensiere, ci si butta a capofitto per fare un favore a un
amico, anche se sa già che dovrà sacrificare un po’ delle sue ferie siciliane. Bompensiere
ha chiesto aiuto a Cantagallo perché deve scoprire chi abbia ucciso il
bancario, ha poco tempo per farlo e pochi uomini in grado di aiutarlo. Il
Comando dei Carabinieri di Catania lo ha lasciato da solo perché ha pochi
uomini e mezzi a disposizione per le indagini che avvengono a San Rocco. A
metterci il carico da undici ci ha pensato il Giudice Marturana di Catania. Per
Marturana si tratta del solito delitto compiuto da cani sciolti della mafia
locale ai danni di un onesto cittadino che passava di lì per puro caso. Gli
assassini si sono dileguati nelle campagne senza lasciare traccia, com’era
capitato in tanti altri delitti simili accaduti nella regione. La convinzione
granitica di Marturana è che le lunghe mani della mafia sono dappertutto e si sono
allungate anche su quel delitto. La prossima settimana Marturana avrebbe
archiviato l’omicidio come “delitto a scopo di rapina maturato nell’ambiente
della malavita comune commesso da mafiosi locali che si sono dati alla macchia
eludendo l’arresto da parte delle Forze dell’Ordine”. Marturana è sicuro che
tutti i reati che avvengono nella provincia siano opera dei mafiosi locali e su
questo tasto non transige. Ce ne volevano delle buone e delle belle da parte
del maresciallo Bompensiere per ricondurre Marturana alla realtà. Tutte le
volte deve ripetergli il fatto che, fino a quel momento, nessun reato è stato
mai compiuto da questi “mafiosi locali”, anche perché in quelle zone non si sono
mai visti. Marturana replica sempre dicendo: “E lei, maresciallo Bompensiere,
crede forse che i mafiosi si facciano vedere?”, con una voce stridula da
gallina strozzata che fa arrabbiare parecchio il maresciallo Bompensiere. In
assenza di altre piste investigative, quel delitto sarebbe finito in una bolla
di sapone, alla faccia delle indagini in corso del maresciallo Bompensiere. Quindi
Cantagallo ripercorre con Bompensiere i fatti conosciuti. Esamina certe
informazioni che ha recuperato il carabiniere. Poi viene a conoscenza di altri
fatti fondamentali che indirizzano l’indagine su un’altra pista. La compravendita
di una masseria di asini ragusani, le dichiarazioni di alcuni direttori di
banca e la confidenza di una postelegrafonica s’intrecciano nel delitto del
bancario. Tutto sembra semplice, forse anche troppo, ma non è così. Poi accade
la svolta. La caparbietà di Cantagallo porta al ritrovamento di un fumoso
telegramma in dialetto siciliano, perché la morte corre sul filo del telegrafo.
Il misterioso telegramma riapre improvvisamente l’indagine verso una nuova
pista investigativa imprevedibile ma soprattutto verso l’insospettabile
assassino. Il commissario dovrà valutare bene la pista da seguire perché le
sorprese non sono ancora finite. Un fatto inquietante emergerà dal passato e
s’intreccerà con il delitto dell’uomo ucciso. Allora tutto sarà chiaro per il
commissario che non avrà molto tempo per fare scattare la trappola per incastrare
il colpevole. Il poliziotto in quest'occasione dovrà sporcarsi le mani e non
sarà una cosa facile perché Cantagallo conosce benissimo il proverbio che dice:
“Chi vuole il pesce pigliare, il culo in mare si deve bagnare”. Cosa aspettate
a leggere il giallo del commissario Cantagallo? Buona lettura».
Fabio Marazzoli
Nessun commento:
Posta un commento