Oggi, nel secondo appuntamento,
vi parlo del quarto libro della nuova serie dei gialli che dal 2014 sono stati
pubblicati da Cristian Cavinato della Cavinato Editore International di
Brescia. Questa è la presentazione del giallo "LA MOSSA DEL
BARBIERE", anche questa un'indagine di paese. Fornisco certi particolari
del commissario Cantagallo e alcune indicazioni sul suo modo di essere che spero
vi siano graditi. Cominciamo.
«Il commissario Cantagallo, nell’indagine di paese del
giallo “La mossa del barbiere”, è alle prese con l’omicidio passionale di una
donna che ha rifiutato gli approcci di un amante non contraccambiato.
All’inizio il delitto della donna s’intreccia col rapimento di una ragazza che
è presente nel momento in cui è avvenuto il delitto e che l’omicida si è
portato dietro per non si sa quale scopo. Unica persona presente sul luogo del
delitto è un operaio che fa le letture dei contatori del gas e che passava di
lì per fare una lettura. Il commissario si chiede perché la ragazza sia stata
rapita. Non ha senso che un assassino non uccida chi lo potrebbe riconoscere e
accusare di quel delitto. La cosa non quadra a Cantagallo e ci vuole vedere
chiaro. Il commissario si preoccupa della ragazza e fa di tutto per scoprire
chi la possa avere rapita. Chi invece non se ne preoccupa affatto è il Questore
che non comprende il perché di tanto clamore per una domestica uccisa
dall’amante respinto e una studentessa scomparsa o forse fuggita con il
fidanzatino di turno. Cantagallo è convocato in Questura. Il Questore Zondadari
è su tutte le furie e sbraita con Cantagallo perché la Questura è già sulla
bocca di tutti. Il Questore vuole dare una risposta immediata agli organi
d’informazione e chiudere il caso prima possibile. Secondo l’attenta
ricostruzione dei fatti del Questore, si tratta di un crimine commesso dalla
banda della “Tratta delle bianche”. La banda imperversa in tutta la provincia e
a Collitondi ha il suo basista in quel tale che è stato trovato sul luogo del
delitto e che si fa passare per un operaio che legge i contatori del gas. Per
il Questore la domestica si è opposta al crimine della banda che vuole rapire
la ragazza. Uno di quei criminali ha calcato troppo la mano e ha trucidato la
domestica, per aprire la strada ai suoi complici che hanno rapito la ragazza.
Il basista è stato lasciato sul posto per depistare la Polizia, mentre i
criminali hanno portato a termine il loro piano con il rapimento della giovane
innocente. Senza ombra di dubbio i criminali sono già oltre il confine e hanno
consegnato la giovane malcapitata al ricco nababbo che se la gode nella sua
alcova coatta oltre frontiera. La Questura archivierà il caso come “crimine
maturato nell’ambiente della Tratta delle bianche, commesso da ignoti
professionisti d’oltralpe che sono espatriati, sfuggendo alle maglie
dell’Interpol. Il questore continua poi dicendo che è alle porte il Palio dei
somari e l’atmosfera festosa che circonda la città di Castronuovo non può
essere turbata da una storia di poco conto. Cantagallo ascolta paziente e non
si scompone. Poi inizia a parlare per controbattere l’ipotesi sconclusionata
del Questore e per riprendere in mano un’indagine delicata che non deve essere
insabbiata solo perché potrebbe far saltare il clima di festa in città. Anche
in questo caso, s’inventa dei fatti che ha solo supposto per di riuscire ad
averla vinta col Questore. Il commissario indica che importanti elementi fanno supporre
che chi ha ucciso la donna, ha poi rapito la ragazza che aveva visto e sentito
troppo. Chi ha ucciso la domestica non è un professionista. Gli esami del
medico legale lo confermano, e non ci sono elementi che indichino la presenza
di uomini di questa fantomatica banda della “Tratta delle bianche”. Il
commissario dice anche che l’analisi della scena del crimine parla chiaro ed
esclude la presenza di altre persone. Conclude dicendo che non vorrebbe che
alla stampa fosse servita una soluzione fumosa che finirebbe per mettere in
cattiva luce proprio il Questore e la Questura intera. Zondadari soccombe e si
fa da parte, concedendo pochi giorni a Cantagallo per risolvere il delitto. Chi
invece non si fa da parte è proprio l’omicida che ha congegnato quel delitto.
In questa indagine l'assassino ha il cervello di un grande giocatore di scacchi
e per portare a termine la sua macchinazione deve spostare l'attenzione del
commissario sulla persona che ha già scelto come vittima predestinata, un po'
come nella famosa "mossa del barbiere". Deve fare solo poche rapide
mosse per trarre in inganno il poliziotto che si trova più a suo agio a
ragionare di fronte a un mosaico che non davanti a una scacchiera. La mente del
criminale ha ponderato i movimenti da fare e muoverà le sue pedine con grande
cautela, in questa torbida indagine che si presenta come una partita a scacchi
per il commissario Cantagallo. Come in ogni partita a
scacchi occorre ragionare con calma. Al commissario gli basterà fare una mossa
vincente per togliersi dallo scacco e inchiodare lo spietato assassino in una
situazione senza via d’uscita. Alla fine Cantagallo dovrà riconoscere che in
fin dei conti anche la scacchiera, se la si guarda bene, con i suoi riquadri
bianchi e neri accostati gli uni agli altri come le tessere musive, è un po’
come un mosaico. Il commissario per sbrogliare il delitto avrà a che fare anche
con certe frasi contenute nella Divina Commedia e voi vi chiederete: "Ma
che c’entra la Divina Commedia con la soluzione dell'indagine?". Lo
saprete presto, ma per ora: “Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e…
più non dimandare”. Vi ricordo che il giallo è stato premiato con il 2° premio
a FESTIVAL GIALLO GARDA 2016 per la sezione e-book. Cosa aspettate a leggere il giallo del commissario
Cantagallo? Buona lettura».
Fabio Marazzoli
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