sabato 15 aprile 2017

Collitondi è il mio rifugio: dialogo fra Leonetto e Cantagallo


La vicenda è particolare in questo estratto del giallo del commissario Cantagallo.
Non vi dico in quale giallo si trova l'estratto, scopritelo da soli.
L'indagine non si presenta semplice anche se il commissario entra in contatto con persone semplici che hanno storie semplici da raccontare.
In questo estratto, il commissario Cantagallo incontra Leonetto Profeti, un uomo garbato di Collitondi che scrive poesie.
Il poliziotto cerca un'informazione per l'indagine, il poeta cerca un uomo con cui parlare.

Vi ricordo che i gialli del commissario Cantagallo sono pubblicati da Cristian Cavinato​ della Cavinato Editore International di Brescia.



"    Mentre parlavano, si erano incamminati a brevi passi lungo la via Maestra. Leonetto si lasciò prendere la mano, o per così dire la parola, dall’atteggiamento aperto di Cantagallo. Lo prese a braccetto con fare confidenziale, come se fossero amici di vecchia data. Piano piano che parlava, si rilassava, e lo spirito dello scrittore venne fuori.
    «Vede, commissario, lei la pensa come me. Collitondi è la mia casa. Voglio bene a questo paese per tante ragioni. Una di queste è l’ospitalità. Il paese è nel mio cuore di emigrante e di tanti che, come me, lo hanno scelto per costruirvi la propria famiglia. Alcuni passano da qui e attraversano questi luoghi osservando distrattamente quello che può offrire questa bella terra, la Val Marna. Boschi e fiumi, prati e ruscelli, colline e pianure, valli e pendii, tortore e storni sicuri nei nidi e placidi quando solcano il cielo, intrecciano voli, si sollevano oltre i dolci colli per planare verso i luoghi dell’abbeverata. Liberi. La natura è viva, la senti nell’aria, la tocchi, la vedi. Qui, il sorgere del sole sorprende ogni mattino, facendo capolino fra le verdi pendici dei colli e colorando con il suo riflesso rossastro le acque dei fiumi al tramonto. Tutto intorno risplende e il bagliore incastona un paese operoso, fatto di gente semplice. Sì, gente semplice sono i collitondesi. Schietti, concreti, a volte chiusi per chi non li conosce bene, ma sempre pronti ad aprirsi alle persone di ogni origine che hanno bisogno, con un grande cuore. La gente è vicina, la senti al tuo fianco. Nelle iniziative sociali, quando occorre chiedere una mano per chi non ha nessuno a cui rivolgersi e quando deve tenderla per aiutare chi soffre, anche solo per fare la spesa al supermercato, con le persone del volontariato che aiutano gli anziani alla Coop. La vedi la gente, è nelle vie del mercato settimanale, nel ristorante tipico in cima alla Fortezza oppure nelle piazze vestite a festa per i giorni speciali, a passeggiare sicura nelle stradine del centro fino a tarda sera. La senti la gente, è nel profumo delle paste appena sfornate dal pasticciere del bar del centro storico, nell’aroma fragrante del pane fresco che viaggia nelle ceste bianche del fornaio dell’alimentari giù da basso o nel brusio pomeridiano fra i negozi illuminati. Ma è anche nel sorriso della vicina di casa che ti porge lo spicchio d’aglio che ti manca per dare il tocco finale a una pomarola come si faceva una volta. E per tutte queste ragioni e altre ancora, Collitondi è il mio rifugio».
    Cantagallo rimase impressionato ed emozionato dalle splendide parole del signor Profeti. Sarebbe rimasto ad ascoltarlo ma aveva ancora tante cose da fare prima che facesse sera.
    «Signor Leonetto, mi piacerebbe rimanere ancora con lei ma mi attendono al commissariato. È stato un piacere, ma ora la devo proprio lasciare».
    «Commissario, il piacere è stato mio. Lei è una gran brava persona, perché sa parlare alla gente ma soprattutto la sta ad ascoltare. Non è facile al giorno d’oggi trovare una persona come lei. Secondo me lei dovrebbe fare il poliziotto in una grande città e non in un paesino come questo».   "


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