Come
promesso, oggi vi parlo del primo giallo della nuova serie dei gialli che dal
2014 sono stati pubblicati da Cristian Cavinato della Cavinato Editore
International di Brescia. Inizio con una presentazione del giallo "UN
VECCHIO TAPPETO PERSIANO", un'indagine di paese che si svolge a Collitondi,
località toscana nelle zone del Chianti. Fornisco alcuni particolari del
commissario Cantagallo e certe indicazioni sul suo modo di essere che spero vi
siano graditi. Cominciamo.
«Il commissario Cantagallo, nell’indagine di paese del giallo
“Un vecchio tappeto persiano”, è alle prese con il delitto di due ladruncoli
che dopo aver derubato vari oggetti in due case sono stati fatti fuori dal
mandante dei furti, a quello che sembra. I corpi sono stati trovati in un
piazzale della zona industriale, poco fuori il paese. Quando Cantagallo arriva
sul posto, suppone che chi ha ucciso i due ladruncoli abbia portato via della
merce rubata. Dentro un furgone usato dai ladri per compiere i furti e vicino
ai corpi, viene rinvenuta della refurtiva ma non tutta. Il ritrovamento, nel
cruscotto, delle liste di determinati oggetti da rubare, fa supporre a
Cantagallo che il furto sia stato commissionato da qualcuno. Mancano gli
oggetti di valore e i tappeti pregiati. Un tappeto però è stato lasciato nel
furgone. Come mai? Perché non è stato portato via insieme agli altri tappeti? E
perché proprio quel tappeto? Inizialmente si scontra col Questore perché la
Questura vuole insabbiare la vicenda a tutti i costi. La Questura non la reputa
importante da giustificare tutto lo spiegamento di uomini e di mezzi del
commissariato, ma soprattutto perché il Questore è distratto dall’imminente
Palio dei Somari. Un elemento che contribuisce a deteriorare i rapporti fra il
commissario e il Questore è proprio il famoso Palio dei somari che si tiene a
Castronuovo, la città del Questore, a metà luglio e a metà settembre di ogni
anno. In queste occasioni il Questore è difficilmente reperibile e non ne vuole
sapere di altri impegni. Fornisce, tramite il vicario Bonadonna, delle scuse improbabili
oppure accorda riunioni lampo a causa delle difficoltà nello svolgere il ruolo
di capitano della nobile contrada del Gavone. La contrada non vince da molti
anni per la totale incapacità della contrada di avere un somaro e un fantino
almeno decenti. Il Questore invece ribatte lamentando i soliti, quanto
inesistenti, giochi di potere delle altre contrade, soprattutto della sua
acerrima e secolare nemica: la contrada Porta Nuova. Il Questore in questo momento è impegnato
nella scelta delle monte dei somari in occasione del Palio della Madonna del
Monte Carmelo che si tiene il prossimo 16 luglio e non vuol sapere altro. Il
Questore è determinato e non accetta altre soluzioni. Per lui, i due
ladruncoli, rubando nella zona dove operano i criminali delle bande balcaniche
che svaligiano le ville, hanno compiuto un errore madornale che è costato loro
la vita. È assolutamente certo, che sia stato proprio questo sgarro a far
scattare la molla dell’omicidio dei due ladruncoli. I criminali balcanici hanno
prelevato dal furgone gli oggetti più preziosi e si sono dati alla fuga,
facendo perdere le loro tracce. Gli oggetti rubati sono già stati smerciati ai
vari mercanti d’arte dell’Est europeo, senza alcuna possibilità di recupero.
Gli assassini sono già espatriati e se la godono nei loro harem coatti oltre
frontiera. La Questura Centrale archivierà il caso come “omicidio maturato
nell’ambiente delle bande balcaniche dei ladri delle ville commesso da ignoti
professionisti d’origine slava che sono espatriati sfuggendo alle maglie
dell’Interpol”. Il Questore rafforza il suo concetto proclamando frasi latine
ad effetto, non comprese dal commissario. Cantagallo non ci sta a vedere
insabbiata l’indagine e non ce la fa ad ascoltare la solita tiritera delle
frasi latine ad effetto del Questore. Al solito, tiene la linea dura e controbatte
al Questore. Non tanto perché crede alla sua ipotesi di un furto commissionato
ma soprattutto perché non vuole darla vinta a quell’uomo borioso e
pressappochista. Cantagallo spiega che molti fatti a sua disposizione
indirizzano la pista investigativa verso il mondo della ricettazione di oggetti
antichi e preziosi. Senza ombra di dubbio. Poi preme sul tasto dell’immagine
pubblica della Questura e di quello che potrebbero pubblicare i giornali se si
venisse a sapere che l’ipotesi delle bande balcaniche è pura fantasia. Il
cronista d’assalto, Battista Mazza, fra l’altro cugino del capitano della
contrada Porta Nuova, ne approfitterebbe per inzupparci il pane e fare un
articolo verità che metterebbe la Questura in ridicolo e il Questore alla gogna.
Cantagallo coglie il segno e ottiene che gli si affidata quell’indagine che
sembra apparentemente semplice. Successivamente, però, tutto si complica e gli
eventi prendono una brutta piega. In paese accadono altri due omicidi e il
commissario, in un primo momento, crede che non siano collegati a quello dei
due ladruncoli. Ma poi si deve ricredere e ripercorrerà i suoi passi per
prendere la strada che lo porterà dall’omicida. Cantagallo fa tutti i passi
giusti per raggiungere il colpevole perché il suo amico persiano gli ha detto:
“Allunga il passo secondo la grandezza del tuo tappeto”. Cosa aspettate a leggere
il giallo del commissario Cantagallo? Buona lettura».
Fabio Marazzoli
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