Dopo una settimana piena di sole e caldo (fuori), ma anche di raffreddore, febbre, tosse, starnuti (io), riprendiamo a parlare dell'investigatore Marino Tombolo, protagonista dei gialli pubblicati da Cristian Cavinato della Cavinato Editore International.
In questa settimana voglio spiegarvi meglio i retroscena delle vicende della sua agenzia investigativa perché Tombolo non l'ha aperta per caso.
Sotto le investigazioni di Tombolo scorre una vicenda che ha coinvolto l’investigatore privato molti anni prima e che ancora sembra non si sia conclusa. La vicenda spiega anche perché Tombolo abbia aperto l'agenzia investigativa a Spaccabellezze.
Marino Tombolo si era diplomato al liceo classico e avrebbe voluto fare il maestro alle scuole elementari del paese, però non aveva trovato lavoro nel settore scolastico. La cosa gli dispiaceva molto perché si sentiva portato per l'insegnamento. Soprattutto perché gli piaceva insegnare ai bambini piccoli che, rispetto ai ragazzi grandi, erano più volenterosi a imparare le cose nuove, erano più interessati agli argomenti delle lezioni ed erano maggiormente affezionati alle maestre. Fra i bambini e le maestre si stabiliva un rapporto speciale che, a volte, durava anche dopo che era finito il periodo scolastico. Questo, perlomeno a sentire quello che gli aveva detto la sua vecchia amica Anna, maestra alle scuole elementari di Spaccabellezze. Però la maestra Anna gli aveva anche detto che il mondo luminoso dei bambini era anche pieno di punti oscuri, in certe situazioni familiari. E in queste zone d'ombra si nascondevano degli adulti depravati ma insospettabili che erano pronti ad entrare in azione quando si fosse verificato il momento opportuno. L'adulto si approfittava del bambino indifeso con azioni ripugnanti e poi ritornava nell'ombra. Prima che mettesse su l'agenzia, la maestra Anna gli aveva chiesto aiuto per scoprire se dietro a dei fatti sospetti che coinvolgevano dei minori ci fosse una vicenda di pedofilia. I fatti accadevano in una piccola palazzina malmessa alla periferia del paese, dove vi abitavano in maggioranza famiglie dell'Est europeo. Tombolo pur essendo giovane e senza alcuna esperienza, alla fine e dopo parecchi mesi, era riuscito a scoprire che quei bambini erano stati convinti da un adulto a compiere degli atti sessuali facendosi filmare ricevendo soldi in cambio. Era riuscito ad avvicinare quei minori grazie all'aiuto della maestra Anna che, come ogni brava insegnante, sapeva come prendere i bambini. Tombolo non era riuscito a scoprire chi fosse il pedofilo e i Carabinieri, non ricevendo denunce, non avevano potuto fare nulla. Gli episodi di pedofilia non si erano ripetuti, a quello che aveva saputo la maestra Anna, e così tutto si era risolto in una bolla di sapone. Tombolo però sentiva che quella storia non era finita ed era convinto che il pedofilo si fosse fermato per allontanare gli eventuali sospetti su di lui e fosse andato ad abitare da un'altra parte. Tombolo sapeva che esistevano certi pedofili seriali che, per preservare la propria incolumità, potevano distaccarsi per qualche tempo dal loro oggetto del desiderio per poi ricominciare. Se questo fosse accaduto, Tombolo era pronto a intervenire, ma a modo suo.
Tombolo, in quell'occasione, aveva capito che il mestiere dell'investigatore privato poteva fare al caso suo. Quindi, aveva aperto a Spaccabellezze l’agenzia investigativa “Tombolo Investigazioni” per inventarsi un lavoro che gli facesse sbarcare il lunario con uno stipendio decente a fine mese. I primi casi risolti gli avevano fatto acquistare fiducia nei propri mezzi e lo avevano fatto apprezzare da molte persone in paese che si rivolgevano a lui per risolvere certi problemi familiari oppure per scoprire il colpevole di certi crimini che i Carabinieri del paese non erano riusciti ad arrestare.
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