Come
promesso, vi parlo del secondo giallo della nuova serie dei gialli che dal 2014
sono stati pubblicati da Cristian Cavinato della Cavinato Editore International
di Brescia. Questa è la presentazione del giallo "SEGRETO FRA LE RIGHE",
un'inchiesta di mare che si svolge a Castiglioni Marina, località toscana nel
litorale maremmano. Fornisco alcuni particolari del commissario Cantagallo e
certe indicazioni sul suo modo di essere che spero vi siano graditi.
Cominciamo.
«Il commissario Cantagallo, nell’inchiesta di mare del giallo
“Segreto fra le righe”, è alle prese con un uomo trovato morto sotto gli scogli
della Punta San Bartolomeo. La storia non è una vera e propria indagine, ma è
un’inchiesta. I fatti accadono in tempi troppo stretti e il luogo dove avviene
il crimine è racchiuso in un ambiente circoscritto. Cantagallo è in ferie con
la famiglia e, immancabilmente, come accade di regola una volta all’anno, in
paese quando viene trovata morta una persona il maresciallo Guerra lo chiama
perché vuole avere dal poliziotto il suo parere da commissario da Squadra
Omicidi. Guerra è un carabiniere impresentabile con nessuna capacità investigativa.
Facilone e superficiale, pensa solo a tirare a campare ma se ci scappa il
morto, come dice lui, non vuole fare un errore madornale di valutazione,
sottovalutando il ritrovamento di un cadavere. Al Comando provinciale di
Rosereto aspettano solo un suo passo falso per sbatterlo in un’altra località
balneare ma in Sardegna. Chi eccelle in sottovalutazioni al momento del
ritrovamento di un cadavere, senza curarsene assolutamente, è il medico del
porto, il borioso e pressappochista dottor Lanzara, accreditato dal maresciallo
Guerra come medico legale “avventizio”. Tutto è chiaro per il maresciallo
Guerra: si tratta di una “morte bianca”. Per Guerra non ci sono alternative: il
muratore ha perso l’equilibrio mentre lavorava a una staccionata di legno sul
ciglio di un costone scoglioso. L’ipotesi dell’incidente è confermata “in modo
inequivocabile” dal dottor Lanzara. Dalla Centrale di Rosereto, al solito, non
hanno ancora dato il benestare per l’arrivo del medico legale e Guerra si deve
arrangiare come può chiamando quel dottore incompetente. Il Lanzara ha riferito
che l’uomo è morto per una profonda ferita alla testa. Ha perso l’equilibrio e
nella caduta ha sbattuto violentemente la testa sugli scogli morendo sul colpo.
Lanzara fa il medico generico ma vuole dimostrare a tutti che può fare anche il
“medico legale”, anche se non ha assolutamente la competenza per farlo. Non
esegue un’adeguata ispezione del cadavere e tira sempre delle conclusioni
affrettate per liberarsi dell’impiccio, senza minimamente interessarsi alla
vera causa della morte. Lui e Cantagallo non si possono vedere. Il Lanzara ha
sempre un atteggiamento di superiorità nei confronti di Cantagallo ed è pure
uno strafottente. Inoltre ha delle irremovibili convinzioni sulle cause di
morte che avvengono a Castiglioni durante i mesi estivi. Il medico è convinto
che quando i turisti muoiono, muoiono sempre per cause accidentali e per uno
stile di vita marino tragicamente sbagliato. Però il Lanzara nelle sue “valutazioni
volanti” non ne ha mai azzeccata una, e non lo vuole mai ammettere. Ma le cose
stanno proprio così? Il maresciallo Guerra, che ha poco intuito ma molta
memoria delle fandonie del Lanzara, vuole fugare ogni dubbio sulla morte di
quell’uomo. Guerra convince Cantagallo e lo porta sul luogo dove è stato
trovato l’uomo morto. Qui Cantagallo trova il dottor Lanzara in un chiaro
“atteggiamento professionale”: è stravaccato su uno scoglio piatto con la testa
appoggiata alla borsa che gli fa da cuscino. Alla vista di Cantagallo, il
dottor Lanzara si desta dal torpore, si solleva dallo scoglio, si dà una
spolverata veloce alla maglia per togliere la cenere, senza migliorare la
situazione, anzi peggiorandola, e si rivolge al commissario con la sua tipica
parlata strafottente per difendere la sua ipotesi. Cantagallo non ci sta, vuol
vederci chiaro e taglia corto. Dice a Guerra che gli darà una mano solo se gli
leva dalla vista quel medico da strapazzo. Perché Cantagallo accetta di aiutare
i Carabinieri del paese? Nelle inchieste marine, Cantagallo fornisce la sua
“consulenza” perché tiene molto all’amicizia col vice di Guerra che è il
maresciallo Tompetrini, suo amico di vecchia data e uomo intelligente, tutto un
altro carabiniere rispetto a Guerra. Cantagallo esamina sommariamente il
cadavere dell’uomo e intuisce subito che non si tratti di una “morte bianca”. Gli
unici fatti conosciuti sono che l’uomo è stato scaraventato giù sugli scogli la
notte precedente e che teneva fra le mani pennelli e bianco per imbiancare. Una
cosa molto strana per un muratore che lavora di notte su un costone. Cosa
aspettate a leggere il giallo del commissario Cantagallo? Buona lettura».
Fabio Marazzoli
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